(foto da internet)
Leggere Georges Simenon ne Le inchieste del commissario Maigret , significa seguire le avventure del suo (anti)eroe per mano di un uomo dei nostri tempi: il commissario Jules Maigret.
Maigret è un uomo dalla corporatura massiccia, di origine contadina (era nato in un piccolo borgo dell'Alvernia, nel centro della Francia), largo di spalle, dall'aspetto distinto e dall'indole burbera; ama la buona cucina ed è un accanito fumatore di pipa.
E' dotato di uno spiccato istinto che gli permetterà di risolvere molti casi criminali.
Maigret abita presso il Boulevard Richard-Lenoir, è sposato ma non ha figli. Sua moglie si chiama Louise, cuoca eccellente e spalla fedele del marito.
Maigret non ha la macchina: gli piace molto gironzolare a piedi per la città dove vive e lavora.
Il commissario ama Parigi, le Halles, le piccole cose quotidiane, i gesti dei bottegai che si ripetono ogni mattina quando mettono in bella mostra i loro prodotti sulle bancarelle, i rivenditori di libri e di stampe sul lungo Senna.
Lavora presso gli uffici della polizia del Quai des Orfèvres, accanto alla place Saint-Michel, a due passi dal fiume.
Maigret ama i bistrot, l'atmosfera e le nebbie parigine ma è freddoloso: gli piace, infatti, stare accanto ad una vecchia, inseparabile, stufa.
In Italia, quando ancora la tv era in bianco e nero e il ciarpame televisivo non aveva invaso le serate degli italiani, la RAI decise, nel lontano 1964, di produrre una prima serie di inchieste svolte dal commissario Maigret.
Non fu facile scegliere l'attore protagonista della serie che, sembrava chiaro, doveva interpretare un commissario dai tratti e dalle caratteristiche differenti da quelli dei grandi investigatori anglosassoni.
Maigret era un uomo comune: come può essere il nostro vicino di casa.
La scelta cadde sul grandissimo Gino Cervi, reduce dai successi cinematografici della serie di Peppone e don Camillo (vedi>>).
L'interpretazione di Cervi fu così verosimile rispetto alle intenzioni dello scrittore belga che, in più di una occasione, Simenon affermò che Gino Cervi era il suo Maigret.
Ancor oggi il commissario Maigret (in italiano) viene associato alla voce calda di Gino Cervi, alle sue sfuriate, alle volute di fumo che uscivano dalla sua inseparabile pipa...
Accanto a Cervi, la coprotagonista delle inchieste del commissario Maigret fu Andreina Pagnani: il suo aspetto volutamente dimesso riuscì a rappresentare perfettamente la tipica casalinga borghese della prima metà del secolo scorso e ne fece la sposa ideale del commissario che sapeva mettersi in disparte pur partecipando attivamente alla vita del coniuge.
Tutti gli episodi delle inchieste del commissario Maigret furono girati in bianco e nero e tale scelta, con il passare del tempo, aggiunge sempre maggiore atmosfera alla serie.
La Parigi descritta da Simenon è resa perfettamente dal regista Mario Landi: restano indimenticabili le atmosfere dei bistrot, il lungo Senna, le strade e le viuzze parigine, gli alberghi, il commissariato, la casa del commissario.
Altrettanto indimenticabile è la sigla Un giorno dopo l'altro, cantata da Luigi Tenco in francese; la voce struggente del cantautore genovese offre un'idea perfetta dell'atmosfera che permea tutte le storie di questo umanissimo personaggio.
Le inchieste del commissario Maigret, conobbero un grosso successo di critica ed ottennero un notevolissimo successo di pubblico.
L'ultima serie del 1972, con il commissario Maigret in procinto di andare in pensione, tenne incollati davanti alla televisione ben 18 milioni e mezzo di telespettatori!
2 commenti:
Era proprio bello. Peccato che la tv attuale non riproponga più queste serie. Oggi siamo invasi da stupidaggini varie.
Tiziana
totalmente d'accordo con il commento precedente
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