Che fine ha fatto quel signore che nella guardiola leggeva il giornale e senza guardare neanche chi entrava diceva: «Scala C, quarto piano, interno 12»? Quel signore che nell'immaginario stereotipato era un energumeno che si parava davanti e domandava: «Chi cerca», ma nel tram tram giornaliero era colui che accoglieva lo sconosciuto, che salutava con complicità il frequentatore abituale o che consigliava di ripassare più tardi? Quel signore che informava gli inquilini di tutti gli altri inquilini?
Quel signore che portava negli androni dei palazzi di città i profumi e i dialetti della provincia. Dov'è andato a finire il portinaio? La maggior parte veniva dal Sud. In Italia, tra gli anni Cinquanta e Settanta la geografia dell'immigrazione nazionale aveva coordinate certe: i custodi dei palazzi erano meridionali, così come le migliori balie erano ciociare e le donne di servizio, spesso, erano venete.
Ebbene, adesso, il portinaio è diventato un lusso raro che, a malapena, resiste nelle grandi città. È diventato, così, un valore aggiunto che distingue gli immobili di pregio da tutti gli altri ( e fa lievitare i prezzi persino del 25%).
Roma è la città che meglio di tutte resiste alla tentazione di fare a meno del portinaio. Ma, attenzione, è tutta un'altra storia, fatta di scambi di posta e pacchi. All'uomo in guardiola è richiesta poca familiarità e molte firme in calce ai bollettini di consegna. Non ci sono più piante da innaffiare o particolari raccomandazioni prima delle ferie.
Segue Milano dove si assiste a un'ulteriore trasformazione sociale: l'uomo che accoglie i visitatori nell'androne è spesso straniero, per lo più filippino o dello Sri Lanka. Ed è sempre straniero nel caso di guardiania notturna.
Napoli è la terza in classifica. Qui, come a Roma, il portinaio è chiamato portiere. Ancora conserva l'uso dell'alloggio. Nelle altre città, si preferiscono contratti di lavoro di otto ore, e quelle che erano le case dei portinai sono state talvolta trasformate in mini appartamenti o negozi da affittare, per andare ad arricchire le casse condominiali.
Tutto ciò con buona pace di Totò che modestamente portiere lo fu... in La banda degli onesti.
Nel film quando i tre devono decidere se stampare o no banconote false, i suoi due "colleghi" si fanno degli scrupoli che, secondo loro, non dovrebbe farsi Totò, un portinaio, perché non ha una posizione di prestigio come gli altri. E Totò, con orgoglio reagisce: «Eh no, scusate, anche io modestamente nella media borghesia italiana occupo una società. Ho una portineria ben avviata, con inquilini che vanno e che vengono, che quando è Pasqua, Natale, Capodanno e Ferragosto mi danno la mancia».
3 commenti:
sapevano tutto di tutti,, ma era divertente.
vicente
a casa mia c'è il portere. Io credo che è utile.
Maria
Adoro la Ciociaria, una terra magnifica!
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