(foto da internet)
Fino a poco tempo fa, molti associavano l’idea dei mercatini dell’usato a quella del “robivecchi” (colui che, per professione, compra e poi rivende gli oggetti usati), ovvero a un luogo dove si accatastano un po’ alla rinfusa mobili e oggetti vari. Un luogo in cui non ci si aspetta sicuramente di trovare particolare ordine e pulizia. Un posto in cui le persone "più esigenti" mai e poi mai ci avrebbero messo piede.
Sembrerebbe, però, che le cose stiano cambiando, e che quest'idea del mercatino dell’usato stia diventando veramente una “vecchia idea”. Infatti, dopo decenni di dominio incontrastato di consumismo e di filosofia del fast-food e dell’usa e getta, si sta cambiando direzione.
Si sta vivendo un'epoca di boom dei mercatini dell’usato, forse perché le persone sono più attente alle loro scelte di consumo (e, chissà, sono anche più che felici di aiutare l’ambiente e di risparmiare allo stesso tempo). Insomma, oggi acquistare in un mercatino dell’usato è diventato non solo normale, ma anche un vero e proprio fatto di tendenza.
Il libro della giornalista Martorani “Vivere da signori spendendo pochi euro” racconta molto bene quello che è diventata una pratica: è la cosiddetta filosofia del low-cost, e indubbiamente è molto di più del semplice escamotage per risparmiare. In alcuni casi può diventare un vero e proprio stile di vita. E' la “ economy sharing ”, che prende forma nelle ormai note esperienze di co-housing o di car-sharing e si basa sul concetto, non solo economico in senso stretto, della condivisione. Nella economy sharing è vero che si condividono dei beni, ma si condividono anche degli ideali, delle esperienze e dei momenti di vita.
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Quindi, il low cost è una filosofia del basso costo e dei pochi fronzoli. Sebbene sia affermato già da un po' di tempo nel settore dei trasporti aerei e dei viaggi, la filosofia del «niente costi inutili» si sta pian piano estendendo a ogni settore: dalle automobili alle assicurazioni, dai mutui alle scarpe, dagli abiti da sposa agli articoli per neonati.
Il consumatore è una persona multidimensionale, svincolata dall’idea del marchio a tutti i costi, che cerca di tagliare il superfluo per poi scegliere di acquistare ciò che consente soggettivamente di migliorare la qualità di vita. Non una soluzione dunque ad una crisi temporanea, ma una vera e propria filosofia di vita. Uno stile che, ponendo attenzione alle molte possibilità che offre oggi il mercato, consente di incrementare, in proporzione, il proprio potere d’acquisto e, dunque, di vivere meglio.
Un’altra frontiera della "low cost philosophy" è, poi, quella dell’usato firmato o, comunque, dell’usato di qualità. Perciò alcuni mercatini dell’usato potrebbero anche chiamarsi “negozi dell’usato”. Ma, attenzione, non è solo questione di vestiti griffati e scontati: è il culto del saving money o dio-risparmio.
(foto da internet)
Un esempio su tutti, in Italia, è quello di
Mercatopoli. Il concetto che sta dietro a questa catena di negozi è esattamente quello dei normali mercatini dell’usato, dove c’è chi porta a vendere le cose che non usa più e c’è chi le acquista, ma con una particolare cura dell'estetica dei punti vendita. Così, chi visita un Mercatopoli esce con la bella sensazione di aver fatto un affare e di aver investito i propri soldi in modo ottimale, evitando sprechi e ottimizzando le proprie risorse, in modo 100% sostenibile!
Insomma è finita l'epoca delle cicale e inizia quella delle formiche...
P.S.: Non dimenticate, però, che
Bidonville è oggi
très chic, più di via Condotti e di Oxford street: è una fiera del baratto che si tiene semestralmente a Napoli alla Mostra d'Oltremare (ma anche a Parigi, Londra e New York).
Ricordate, però, che la formica è industriosa: quando gira per i mercatini, dell'usato, non rinuncia mai al bon ton griffato. Per borse, cinte e oggettistica sceglie Gucci, Chanel, Hermès, Louis Vuitton, Dior, Fendi, Balenciaga.
Secondo voi acquista? Per carità, comprare è bestemmiare. Affitta cliccando
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