martedì 4 marzo 2008

I risparmi «dormienti»

(foto da internet)



Dice il proverbio “Chi dorme non piglia pesci”, ma, (aggiungerebbe una nuova legge dello Stato italiano: non piglia neppure i risparmi faticosamente centellinati).
A Frassino, un comune di duecentonovantatré abitanti, nella Valle Varaita, in provincia di Cuneo, c'è una parrocchiale gotica, delle cave in disarmo, un ottimo formaggio e ben 81 libretti di risparmio «dormienti», ovvero immobili da oltre 10 anni, appena censiti dalle Poste italiane. Praticamente un libretto ogni tre abitanti, un record nazionale di soldi dimenticati nelle casseforti altrui. E nella provincia di Cuneo i libretti «dormienti» sembrano essere una costante. Un’epidemia di amnesia? Che cosa succede con la virtù della formica oculata rispetto alla cicala sciampagnona?






In realtà in queste zone di frontiera, dove un tempo si migrava in Francia per tentare fortuna, è alquanto difficile scoprire che un parente morto, lontano, aveva risparmi da parte, o un libretto occultato in un armadio o in soffitta.
Nella terminologia burocratica i libretti «dormienti» sono semplicemente i conti che non vengono «movimentati» da almeno dieci anni. Una volta quei denari svanivano, discretamente, nei meandri degli istituti. Ora, per legge, finiranno allo Stato. E di soldi caduti in oblio ce ne sono una montagna, infatti si calcola un tesorone tra i 12 e i 15 miliardi. E tutti gli enti, Banche, Poste, Assicurazioni, dal 17 febbraio scorso, sono obbligati a rintracciare i legittimi proprietari o gli eredi per consegnare loro i denari o chiedere che cosa intendono fare del bel tesoretto addormentato. Tutti stanno mandando epistole in giro per l’Italia, invitando i risparmiatori a farsi vivi, a «risvegliare» i conti con un versamento, un prelievo, o anche una semplice dichiarazione. Ma, se il sonno o il silenzio persisteranno, il gruzzolo verrà trasferito nelle casse dello Stato. E lì, sempre secondo la legge, finirà in un apposito fondo per «stabilizzare» i precari della Pubblica amministrazione o per risarcire le vittime di frodi finanziarie, ovvero gli sventurati cittadini che avevano investito i sudati risparmi della formica nei bond di autorevoli aziende italiane, quali Cirio o Parmalat.
Gente ancora furibonda. Che non avrebbe nessuna voglia di dormire!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Incredibile. MA come è possibile?

Anonimo ha detto...

Ciao Giuli
Pare che lo stato stia cercando sotto le conchiglie i gamberi addormentati che la corriente ancora non li hanno portati via, invece d'investire nel rintracciare del denaro nero in giro, tutta una favola alla italiana
Saluti
Alberto

Anonimo ha detto...

sará la cassa B.