(foto da internet)
Parliamo di cani, e in special modo del cosiddetto cane di San
Bernardo (o più semplicemente San Bernardo). Si è tenuto in questi giorni a
Cervinia un raduno dedicato a questa razza canina, a più di duemila metri di altitudine e con temperature di -10
gradi.
Sotto la neve, i cani hanno sfilato per la via centrale
della nota località valdostana, accompagnati dalla banda degli alpini, tutti
con il regolamentare barilotto al collo.
(foto da internet)
Il cane di San Bernardo potrebbe avere origine dai grossi mastini che le
legioni romane lasciavano con le truppe destinate a presidiare i punti
strategici sulle grandi vie di comunicazione. La prima testimonianza della
presenza di tali cani al Colle San Bernardo risale
alla seconda metà del XVII secolo, quando il pittore italiano Salvator Rosa
ritrasse un grosso mastino molto simile al moderno cane.
Il Colle del Gran San Bernardo (Col du Grand
Saint-Bernard in francese) è un valico alpino delle Alpi tra l'Italia e la Svizzera
a quota 2.473 m s.l.m., che collega la valle del Gran San Bernardo
(Aosta) con la svizzera valle d'Entremont (Martigny), con la cima del passo
situata in territorio svizzero.
Fin dai tempi dell'Impero Romano, quando sul colle si
edificò il tempio dedicato a Giove Pennino, il valico costituì un importante
via di comunicazione attraverso le Alpi.
Nel 1035, ad opera di San Bernardo di Mentone, si costruì
sul colle un Ospizio gestito da una congregazione di canonici regolari, allo
scopo di ricoverare, assistere e proteggere i viaggiatori.
A partire dal XVI secolo, i canonici dell'ospizio
cominciarono ad allevare grossi cani, per la guardia e protezione
dell'edificio e per far fronte ai numerosi episodi di brigantaggio. I cani vennero utilizzati anche per altri impieghi: dal trasporto
di piccoli carichi (latte, formaggi), alla fornitura di forza motrice.
(foto da internet)
Ma
l'impiego che li rese celebri nel mondo fu quello di ausiliari dei canonici nel
tracciare la pista nella neve fresca, prevedere la caduta di valanghe, e
ritrovare i viaggiatori dispersi col maltempo, o addirittura sepolti dalle
slavine. A partire dal XIX secolo, da questi cani si selezionò la razza oggi
nota come cane di San Bernardo.
La denominazione cane di San Bernardo, che deve il suo nome al santo di Mentone,
venne adottata per la prima volta nel 1862, in occasione di un'esposizione
cinofila presso Birmingham, e si iniziò ad usare universalmente verso il 1880.
(foto da internet)
Inoltre, dalla metà del XIX secolo, si decise di ricorrere
all'incrocio tra il cane di San Bernardo con il cane di Terranova, ritenuto il
più adatto, per similitudini fisiche ed attitudinali, a vivere ad alta quota.
Il San Bernardo è oggi un cane da compagnia fedele, buono,
affettuoso, amante dei bambini e molto protettivo. È, però, un cane massiccio
(può pesare anche 100 kg!) che non si adatta facilmente a molte case e a molti stili di vita:
è costoso da mantenere, produce una bava abbondante e ha bisogno di
socializzazione e di addestramento.
Ancora oggi, se ben addestrato, può svolgere al
meglio i suoi antichi compiti di cane da soccorso in montagna. La sua
resistenza al freddo ed alla fatica in altitudine sono proverbiali. È eccellente
anche come cane per la pet-therapy.
(foto da internet)
Nel cinema il cane San Bernardo è stato spesso protagonista
di film anche molto noti, come, ad esempio, Beethoven, che, negli anni '90, portò alla realizzazione di
ben tre film e che indusse molte famiglie ad acquistarne uno senza conoscere le
esigenze di questa razza!
Come curiosità, segnaliamo che il cane di San Bernardo è stato tradizionalmente raffigurato con un barilotto al
collo, anche se si tratta di un falso. Infatti, il barilotto appare, per la prima
volta, in un dipinto di Sir Edwin Henry Landseer (1802-1873) del 1820, nel
quale due cani accorrono in aiuto di un viaggiatore. Non si sa perché
Landseer mise al collo di uno dei San Bernardo un barilotto di brandy (da non bere mai in caso di assideramento!) per
rincuorare gli sventurati infreddoliti; ciononostante quell'immagine si moltiplicò e contribuì a renderli famosi in tutto il mondo.
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