(foto da internet)
Secondo
un’indagine di mercato realizzata nel 2010, la Bialetti è un marchio molto conosciuto
dal pubblico: ben il 90% delle famiglie italiane possiede, infatti, una
caffettiera di sua produzione.
La
ditta Bialetti nacque, nel 1921, in una frazione di Omegna, in provincia di Verbania. Nel 1933 l'impresa inventò la celeberrima moka e, dal dopoguerra, la direzione dell'azienda passò a Renato Bialetti,
figlio del fondatore, il quale puntò anche sul mercato estero.
Con l'avvento della pubblicità, la Bialetti effettuò importanti investimenti in questo campo, e nel 1952, venne creato il celebre omino con i
baffi, disegnato dal fumettista Paul Campani, che dal 1958 divenne protagonista negli
spot (vedi>>1, 2) Bialetti di Carosello.
Divenne un tormentone nazionale il loro slogan "Eh sì, sì, sì... sembra facile (fare un buon caffè)!".
(foto da internet)
In questi giorni ci ha lasciato Renato Bialetti, l’omino coi baffi, il patron che lanciò la caffettiera Moka.
Con la nascita della RAI, la
pubblicità trasmessa da Carosello, negli anni '50 e '60, rese
familiare quei baffi ispirati proprio al patron della Moka, uno degli oggetti
simbolo del made in Italy, in un mix geniale di innovazione, intuito per il
marketing e per la pubblicità che si basava su un logo-caricatura dello stesso Bialetti e che, da più di ottanta anni, ha accompagnato gli italiani nel risveglio mattutino.
Si narra che quando la moka iniziò ad aprirsi ai mercati esteri, Renato Bialetti riuscì addirittura a convincere Aristotele Onassis a fingersi suo cliente.
(foto da internet)
In una riunione in un albergo con dei clienti francesi, invero alquanto incerti, ai quali Bialetti cercava di vendere la celeberrima caffettiera, il giovane imprenditore vide passare Aristotele Onassis che andava in
bagno. Lo seguì, si presentò e lo pregò di dargli una mano. "Ho iniziato dal niente come Lei" -disse Bialetti all'armatore-.
Chiese, a uno stupito Onassis, di rientrare nella hall e di fingersi suo cliente per fare colpo sui francesi riottosi. Pensò che, probabilmente, Onassis avrebbe rifiutato di aiutarlo. Invece, l'armatore fece finta di vederlo per caso, tornò indietro, e davanti ai francesi attoniti, gli diede una pacca sulle spalle e gli disse: "Renato, come va? Ma sai che non ho mai bevuto un caffè buono come quella della tua caffettiera?". L'affare si concluse.
Chiese, a uno stupito Onassis, di rientrare nella hall e di fingersi suo cliente per fare colpo sui francesi riottosi. Pensò che, probabilmente, Onassis avrebbe rifiutato di aiutarlo. Invece, l'armatore fece finta di vederlo per caso, tornò indietro, e davanti ai francesi attoniti, gli diede una pacca sulle spalle e gli disse: "Renato, come va? Ma sai che non ho mai bevuto un caffè buono come quella della tua caffettiera?". L'affare si concluse.
La sua Moka Express, la caffettiera a
base ottagonale, quella osannata da Onassis, oggetto quotidiano entrato, dal dopoguerra, nelle case italiane sostituendo la
tradizionale napoletana (detta anche cuccumella), viene oggi considerata come un vero e proprio oggetto di design, ed è esposta nei musei come il Moma
di New York e la Triennale di Milano.
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