lunedì 30 marzo 2015

I dolci sapori della Pasqua



(foto da internet)

La parola Pasqua deriva dal latino Pascha e corrisponde all’ebraico Pesach che significa Passaggio. Per il Cristianesimo è la prima e fondamentale festa dell’anno liturgico.
Dal punto di vista dei festeggiamenti, senza considerare la celebrazione religiosa, la Pasqua si festeggia più o meno come il Natale, ma in questa festività esistono diversi simboli:



(foto da internet)

1. l'agnello: è entrato nella simbologia in rapporto con Dio per la sua debolezza e sottomissione, nonché per la sua dipendenza dal suo pastore.


(foto da internet)

2. la colomba: richiama all'episodio del diluvio universale descritto nella Genesi, allorché ritornò da Noè tenendo nel becco un ramoscello di ulivo, un messaggio di pace: il castigo divino è concluso, le acque del diluvio si stanno ritirando, inizia così un'epoca nuova per l'umanità intera.


(foto da internet)

3. l’uovo: apparentemente la tradizione dell’uovo pasquale sembra non avere niente a che fare con la tradizione cristiana della Pasqua, ma questa è una convinzione errata. Fin dagli albori della storia umana l'uovo è considerato la rappresentazione della vita e della rigenerazione. Questo lo possiamo vedere dall’uso simbolo che molte culture antiche facevano di esso. I primi ad usare l’uovo come oggetto benaugurante sono stati i Persiani che festeggiavano l'arrivo della primavera con lo scambio di uova di gallina. 
Anche nella antica Roma esistevano tradizioni legate al simbolo delle uova. I Romani erano soliti sotterrare nei campi un uovo dipinto di rosso, simbolo di fecondità e quindi propizio per il raccolto. Ed è proprio con il significato di vita che l'uovo entrò a far parte della tradizione cristiana, richiamando alla vita eterna.



(foto da internet)

3. il coniglio: richiama alla lepre che sin dai primi tempi del cristianesimo era presa a simbolo di Cristo. Inoltre, la lepre, con la caratteristica del suo manto che cambia colore secondo la stagione, venne indicata da sant'Ambrogio come simbolo della risurrezione. Il coniglio è un simbolo pasquale molto diffuso negli Stati Uniti e nei paesi dell'Europa settentrionale. In occasione della Pasqua, in Germania e in Gran Bretagna le vetrine delle pasticcerie si riempiono letteralmente di coniglietti di cioccolata di tutte le dimensioni! 
Il coniglietto pasquale o "easter bunny", come si dice in inglese, trae origine dai riti pagani pre-cristiani sulla fertilità. Poiché per tradizione il coniglio e la lepre sono gli animali più fertili in assoluto, essi divennero fin dall'antichità il simbolo del rinnovamento della vita e della primavera. Il coniglio come simbolo della Pasqua sembra avere origine in Germania nel XV secolo, come testimoniano le cronache dell'epoca.
Questi simboli sono presenti sulle tavole italiane e su quelle del resto del mondo durante il periodo pasquale. In Italia in questo periodo si prepara una vasta gamma di dolci, anche se non sempre rimandano alla simbologia pasquale, con caratteristiche ed ingredienti variabili secondo le diverse cucine regionali:





Fiadone (Abruzzo)


Pastiera (Campania)

Casatiello dolce (Campania)



U pupu cu l'ovu (Sicilia)


Pizza dolce (Terni, Umbria)



Buona Pasqua e buon appetito!

venerdì 27 marzo 2015

La Scarzuola



(foto da internet)

La Scarzuola è una località rurale, ubicata in Umbria, nella frazione Montegiove del comune di Montegabbione, in provincia di Terni. È nota per l'antico convento dove, secondo tradizione, avrebbe dimorato San Francesco d'Assisi, e per la città-teatro, concepita e costruita nel ventesimo secolo dall'architetto milanese Tomaso Buzzi come personale interpretazione del tema della città ideale.
Deve il suo nome ad una pianta palustre, la cosiddetta scarsa, utilizzata da San Francesco per costruirsi un giaciglio. Qui infatti il santo fondò, nel 1218, un convento che, con la fonte miracolosa e la cappella affrescata, è meta di visitatori.



(foto da internet)

Nel 1956 l'intero complesso conventuale venne acquistato e restaurato dall'architetto milanese Tomaso Buzzi, uomo di cultura e personaggio di spicco del panorama artistico italiano del '900. Nel parco circostante il convento duecentesco, l'artista edificò la sua città ideale, detta Città Buzziana, straordinaria costruzione surreale portata a termine dopo la sua morte dal nipote Marco Solari.
La visita guidata di circa due ore della città ideata da Buzzi, si snoda fra edifici in tufo raggruppati in sette scene teatrali simboliche di un personalissimo stile neo-manierista, ricche di statuine, bassorilievi di mostri, vasche d'acqua e gradinate.



(foto da internet)

Davanti agli occhi del visitatore si aprono insolite prospettive, volute sproporzioni, pozzi di meditazione e gli osservatori astronomici arabeggianti, insieme a motti e citazioni riportate lungo tutto il percorso. Lo stile,  l'uso di scale e scalette in tutte le dimensioni, l'affastellamento di edifici e di monumenti, il senso labirintico che giunge al surrealismo, lo spiccato disegno geometrico, astronomico e magico fanno della Scarzuola è un luogo magico ed evocativo che rappresenta l'elemento profano accanto a quello sacro del vicino convento, ed ospita ogni anno importanti eventi e manifestazioni, come spettacoli teatrali.

















mercoledì 25 marzo 2015

Il successo di Eatitaly

(foto da internet)

Non è mica una novità: l'arte del mangiar bene è una tradizione italiana che sembra non tramontare mai. Ne è la prova la filosofia Eatitaly, il cui nome nasce dalla fusione di due parole: EAT, cioè "mangiare" in inglese, e ITALY, Italia. Eataly infatti è Mangiare Italiano, ma non soltanto cibo italiano. Quel modo tipicamente nostrano di stare a tavola è il prodotto della produzione agroalimentare dell'ottima cucina mediterranea, della cultura e della storia enogastronomica del Belpaese, della "riproducibilità" dei molti piatti di origini povere, delle contaminazioni positive che la cucina italiana ha ricevuto da altri Paesi (basti pensare all'origine americana del pomodoro o del mais).
Il più grande obiettivo di Eataly è dimostrare come i prodotti di alta qualità possano essere a disposizione di tutti: facilmente reperibili e a prezzi sostenibili.
(foto da internet)

Il marchio Eataly nasce riunendo un gruppo di piccole aziende che lavorano nei diversi settori dell'enogastronomia: dalla famosa pasta di grano duro di Gragnano alla pasta all'uovo piemontese, dall'acqua delle Alpi Marittime al vino piemontese e veneto, dall'olio della riviera ligure di Ponente alla carne bovina di razza Fassone piemontese ai salumi e formaggi della tradizione italiana. Era il 2004 quando Oscar Farinetti, 55 anni piemontese di Alba, già proprietario di Unieuro, iniziò a studiare il modo di promuovere il made in Italy del gusto. Il cibo faceva già parte della sua vita (il padre faceva la pasta a mano e il nonno era mugnaio), ma solo tre anni più tardi, nel 2007, aprì il primo tempio del gusto, a Torino. Da allora, Eataly è stato un notevole successo: 19 centri sparsi in tutto il mondo, da New York a Tokyo, 9 in Italia,  ancora in espansione. 


(foto da internet)

A Roma, all’Air Terminal della stazione Ostiense, ha aperto il più grande tempio dell’eccellenza dell’agroalimentare e della ristorazione italiana. Quello di Roma, dedicato “alla bellezza che salverà l’Italia”,è il più grande di tutti: quattro piani, 17 mila metri quadrati di superficie, 23 luoghi di ristoro, 8 aree di produzione a vista. E poi sale riunioni, un centro congressi e 40 aule dedicate alla didattica per sapere tutto sulla cultura, la storia e le caratteristiche dei prodotti in esposizione. Per chi vorrà, poi, ci sarà l’opportunità di partecipare ai corsi di educazione e godimento alimentare, rivolti a bambini e pensionati, per “imparare a cucinare bene una buga da 3 euro al chilo contro i 30 euro al chilo del branzino. Preparare “piatti ricchi con ingredienti poveri” è il titolo scelto per le lezioni. Fondamentale, nella filosofia di Farinetti, è capire cosa si mangia. “E come nell’amore, dove se conosci il o la partner godi di più, così avviene nel cibo. Se conosci ciò che mangi e bevi, godi il doppio”.

(foto da internet)

Eataly di Roma è “una Disneyworld della bellezza italiana”, come l’ha definita il suo fondatore, e appena si entra nell’immenso spazio circondato da enormi vetrate con vista sulla piramide Cestia, l’effetto è quello di trovarsi in un luogo dove trionfa il meglio dell’Italia e dell’italianità: dall’arte alla musica, fino all’ironia, con l’esposizione di 100 vignette satiriche originali (dal 1861 al 2012) sulla politica italiana intrecciata al cibo. Non c’è da stupirsi se girando tra gli spazi espositivi, il pastificio e il grande forno a legna, il birrificio e l’officina di tostatura del caffè interamente a vista, la cioccolateria e la gelateria, capiterà di ascoltare in sottofondo un’ouverture di Rossini o un successo di Lucio Dalla. Agli amanti dell’arte, poi, sarà gradito pranzare al Ristorante Italia in compagnia di quattro opere autentiche di Amedeo Modigliani, tra sculture e matite su carta.

(foto da internet)

Nell’Air Terminal Ostiense, struttura realizzata per i Mondiali di calcio del 1990 su progetto di Julio Lafuente e successivamente abbandonata al degrado e alla desolazione prima dell’arrivo di Farinetti che le ha ridato vita, il cibo di grande qualità (e di stagione) viene esposto, messo in vendita e, per che no, anche cucinato. Si tratta di un’esperienza unica in cui l’integrazione totale tra mercato, ristorazione e didattica trova perfetto compimento.

Tutto è curato nel minimo dettaglio (dalle lampade azzurre del ristorantino del pesce all’atmosfera vagamente Belle Époque della caffetteria): nulla è lasciato al caso e all’improvvisazione: il cliente (“che non ha sempre ragione”, come spiega il primo punto della politica perseguita da Eataly) deve sentirsi bene, trovare l’armonia e imparare di più su ciò che mangia. Da sempre Eataly offre particolare spazio ai prodotti della regione che la ospita, ma non è nella filosofia di Farinetti la lode del chilometro zero, anche perché “senza la circolazione delle merci il mondo si ferma”.