lunedì 2 dicembre 2013

Luoghi d'Italia (XIV)


(foto da internet)

Dal Molise al Lazio, alla volta di Campodimele, in provincia di Latina.
Il nome del borgo deriva dal latino Campus Mellis, e cioè campo di miele, perché un tempo c'era un'abbondante produzione di miele. Il paese si snoda sui monti Aurunci, nel cuore di una fitta selva, roccaforte naturale di pastori e boscaioli, arroccato e con una struttura architettonica circolare e compatta, il cui punto più alto è costituito dal campanile della chiesa parrocchiale. Le abitazioni degradano verso il basso determinando una struttura a forma di cono di cui la cinta muraria costituisce la base. 


(foto da internet)

Campodimele si caratterizza per un tessuto urbano tipicamente medioevale, con piazzette su cui si affacciano abitazioni che mantengono volumi omogenei, ricche di incanto, sorte su viuzze dove il colore bianco e grigio dei selciati, è in armonia con la forma e i materiali delle facciate. L'antico frantoio, la piazza con l'olmo secolare, il belvedere, la pietra delle case fanno pensare al piccolo e semplice mondo di una volta. 
La migliore visione del borgo è quella aerea perché fa risaltare la forma circolare della struttura medievale con le mura intervallate da dodici torri. La cinta muraria con le torri è tutelata dai Beni Culturali ed ha la caratteristica di essere abitata. La fortificazione è sorta nel secolo XI come baluardo e punto d'avvistamento della sottostante strada della Valle del Liri



(foto da internet)

Se si percorre il camminamento esterno alle mura, si può godere di una visione completa dei monti del pre-Appennino. Il suddetto percorso pedonale, dopo i lavori di restauro, è stato via dell'amore
In paese si può visitare la chiesa parrocchiale dedicata a San Michele Arcangelo, sorta nel secolo XI. Vi si trova un quadro firmato da Gabriele da Feltre nel 1578. 
Antichissimo è il convento dell'anacoreta Sant'Onofrio, costruito nel secolo XI dai Benedettini per volontà dell'abate Desiderio, poi eletto Papa Vittore III nel 1087. 
Notevole è pure la cappella rurale della Madonna delle Grazie, risalente al XIII secolo e situata a mezza costa, in località Taverna. È costruita in pietra viva e, dopo il restauro conservativo, è tornata alle sue caratteristiche originarie. 
I prodotti tipici del borgo provengono da un'agricoltura povera, come le gustosissime cicerchie e favette, che sembrano essere alla base della longevità degli abitanti di Campodimele. 
Il prodotto simbolo è la cicerchia - una leguminosa apprezzata già in tempi remoti in Medio Oriente - lo scalogno, le lumache, le olive locali, il capretto dei monti Aurunci. 



(foto da internet)

Il piatto della tradizione è laina e cicerchie, una pasta fatta in casa con sola farina e acqua, senza aggiunta di uova, condita con le cicerchie cotte con sugo di pomodoro, cipolla, aglio, brodo, e servita con ricotta essiccata di capra. 
Famosa è anche la zuppa di cicerchie, un piatto semplice e sano, tipico di Campodimele. Preparazione: si mettono in ammollo le cicerchie la sera prima, l'indomani si lessano a fuoco lento per circa un'ora insieme a prosciutto, aglio e scalogno, e infine se ne versa il contenuto sulle fette di pane aggiungendo mezzo cucchiaio di olio d´oliva per piatto.
Buon viaggio!

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