venerdì 6 dicembre 2013

Cravatta addio?



(foto da internet)

Dopo ben 4000 anni di vita, sembra proprio che l’era della cravatta stia per finire.
Infatti, l’accessorio più inutile, scomodo e duraturo, è in crisi Chiudono i negozi specializzati e i giovani la ignorano. 
Gli affari non vanno bene, la concorrenza dei centri commerciali di abbigliamento è spietata, ma la vera ragione della chiusura è un’altra: la cravatta non la porta più nessuno e sembra proprio che la cravatta abbia fatto il suo tempo. 
Anche il premier Cameron non se la mette più nemmeno quando deve incontrare Obama... 
In Italia si porta ancora in determinati lavori, in Parlamento, ma le speranze di un'inversione di tendenza  sono assai scarse.
Per sapere che cosa i giovani pensano della cravatta, basta guardare quei bambini inglesi che sono obbligati a indossarla con l’uniforme scolastica: la portano sulla schiena, o annodata con il più insolente dei nodi, o nascosta dentro la camicia. 
Alcune grandi ditte come Amazon, Google, Microsoft, eBay, hanno liberato da tempo i dipendenti dall’obbligo della cravatta e anche gli uffici più tradizionalisti hanno adottato il casual Friday, il venerdì in cui ci si può vestire come si vuole. 



(foto da internet)

Se la moda o l’abbigliamento avessero qualcosa di razionale, bisognerebbe ammettere che non ci sono molte ragioni per portare una cravatta e che pochi accessori sono più scomodi. Eppure gli uomini la indossano da quattrocento anni, da quando i mercenari croati di Luigi XIV sfilarono per Parigi con i loro foulard annodati al collo, subito adottati dal re e dalla corte con il nome di sciarpa croatta, e da lì in cravate


(foto da internet)

Nel corso dei secoli, la cravatta è diventata il modo migliore per farsi un’idea di una persona quando la si incontra. Se è allentata sul collo, se è troppo corta, se il nodo è malfatto, se non c’entra nulla con il resto dell’abbigliamento,  se è sporca, abbiamo una sensazione di disordine e di inaffidabilità, un avviso a essere diffidenti. 
Va agli inglesi il merito di farne il capo più significativo di un uomo elegante. Ai sudditi di Sua Maestà va l'onore di aver trasformato un pezzo di stoffa di circa 150 cm di lunghezza in un capolavoro: quasi tutti i nodi (vedi>>)  della cravatta hanno nomi inglesi, dal semplice Four In Hand ai sette passaggi del St. Andrew, fino agli otto dell’ingombrante e impossibile Windsor. Negli Anni '20 era considerato un accessorio casual e lo si indossava per giocare a golf, cavalcare o scalare montagne. O per sottolineare l’appartenenza a un club o a un reparto militare. 



(foto da internet)

E che dire poi della cravatta a farfalla, chiamata anche, un po' altezzosamente, papillon? Un simbolo attribuito ai futuristi, agli anarchici e ai rivoluzionari in genere, componente essenziale nella tenuta in smoking o frac. Nell'immaginario collettivo resta ancora il capo che contraddistingueva, molto tempo fa, un architetto, un artista o un professore universitario?

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