lunedì 16 dicembre 2013

Luoghi d'Italia (XVI)


(foto da internet)

A Juanvi Santa Isabel, in memoriam

Il nostro viaggio ci porta ancora verso sud, in Basilicata, alla volta di Venosa (Venòse, in dialetto lucano), in provincia di Potenza.
l Romani, nel 291 a.C., strapparono ai Sanniti il dominio della cittadina e ne fecero una colonia. Il toponimo, di origine incerta, viene attribuito a Venere,  dea dell’amore, all’abbondanza e bontà dei suoi vini (vinosa), oppure nelle vene d’acqua di cui è ricca o, ancora, nel clima ventilato (ventosa).
Venosa è famosa per aver dato i natali a Quinto Orazio Flacco, uno dei più grandi poeti dell'epoca antica. 



(foto da internet)

La visita inizia dal  Parco Archeologico, con le terme romane, i resti di domus private e l’anfiteatro. Gli scavi hanno inoltre riportato alla luce una domus patrizia del I secolo d.C. detta Casa di Orazio, le Catacombe ebraiche con una serie di ipogei scoperti nel 1853 (la presenza di una forte comunità ebraica è attestata da numerose testimonianze epigrafiche e artistiche) e un sito paleolitico risalente a un intervallo di tempo compreso tra 600 mila e 300 mila anni fa.
Notevole è anche il Castello aragonese edificato a partire dal 1470 da Pirro del Balzo che veglia ancora sul borgo antico. 



(foto da internet)


Splendida è la Chiesa Incompiuta della Trinità che seduce per il suo non-finito, vero simbolo di Venosa. La rovina è un luogo di raro incanto: non è facile trovare testimonianze di vita romana, ebraica e normanna in un luogo così piccolo, tenute assieme dalla massiccia ma bella architettura benedettina.
Il complesso dell’abbazia della SS. Trinità, di cui l’Incompiuta fa parte, ha origine nel V secolo, con la Chiesa Vecchia impiantata sui resti di un tempio romano, alla quale si aggiunge nel 942, per opera dei Longobardi, il primo nucleo di un monastero benedettino successivamente ampliato dai Normanni.



(foto da internet)


Il ricco patrimonio di chiese del borgo comprende ancora la Cattedrale di S. Andrea, a tre navate, iniziata a metà Cinquecento, la chiesa seicentesca di San Filippo Neri e quella dedicata a San Rocco per aver liberato la città dalla peste nel 1503.
Venosa è ricca di artistiche fontane, tra le quali spiccano per bellezza l’angioina (1228), quella di Messer Oto (1313) e la quattrocentesca fontana di San Marco.
Il borgo vanta splendidi esempi di edilizia civile: tra i migliori, Palazzo Calvino, del XVIII secolo, con la sua elegante facciata e il Palazzo del Balì, iniziato nel XIV secolo, sede dell’ordine religioso dei Cavalieri di Malta.



(foto da internet)

Il prodotto tipico del posto è l’Aglianico del Vulture, un vino rosso celebrato già da Orazio: misurato col cervello e bevuto con il cuore.
Da assaggiare gli strascinati, una pasta fatta in casa con sugo e cacio ricotta grattugiato e le lagane e ceci, delle tagliatelle miste a ceci cotti nella caratteristica pignata.
Buon viaggio!



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