(foto da internet)
Dal Lazio il nostro viaggio prosegue verso sud, in Campania, alla volta di Sant'Agata de' Goti, in provincia di Benevento.
Il borgo fu dedicato a
Sant’Agata nel VI secolo dai Goti. Il paese si erge su una terrazza di tufo tra due
corsi d’acqua, affluenti del fiume Isclero che formano un intreccio di profondi
valloni. La pianta della città antica, che si sviluppa alle falde del monte
Maineto, è a semicerchio e misura 1 km di
lunghezza, sufficiente a contenere un patrimonio di palazzi storici, chiese,
elementi architettonici, epigrafi, sparsi sulla strada principale e nei
vicoletti che confluiscono dalla parte estrema del costone tufaceo alla
terrazza di Largo Torricella.
La visita inizia con la chiesa dell’Annunziata, fondata nel
1239: l’abside è duecentesco, ma l’edificio, rifatto nel Quattrocento, è nel
suo insieme gotico.
(foto da internet)
Da largo Annunziata si passa a una piazza irregolare che
prende tre nomi diversi, dove si trovano a destra i resti del castello eretto dai longobardi e ampliato dai normanni, e a sinistra la
chiesa romanica di San Menna, consacrata nel 1110 da Papa Pasquale II. Il suo tesoro più grande è il mosaico a figure geometriche che
riveste il pavimento del XII secolo.
Dal ponte sul torrente Martorano si possono ammirare le case
del centro storico quasi a precipizio sul torrente; riprendendo la via, si
raggiunge la chiesa di Sant’Angelo in Munculanis. Sorta su preesistenze romane, conserva l’ingresso originario con le
due colonne longobarde che sorreggono il campanile. Poco distante, si trova la
chiesa settecentesca di Santa Maria di Costantinopoli, con l’attiguo monastero
delle Redentoriste. La chiesa riporta
un’epigrafe funeraria romana del I secolo a.C., la prima di una serie di
testimonianze espresse in epigrafi o su cippi, visibili lungo tutto il percorso
urbano.
(foto da internet)
Procedendo per via Roma, dopo i portici ricavati sotto il
monastero delle suore di clausura del Santissimo Redentore, si incontra la
chiesa di San Francesco, consacrata nel 1282. La
perla della chiesa è il monumento funebre di Ludovico d’Artus, conte di
Sant’Agata, morto nel 1370: otto colonnine tortili binate sostengono il
sarcofago su cui giace il defunto, contornato da un baldacchino in stile gotico
retto a sua volta da due colonne tortili. Dal campanile della chiesa si possono ammirare i tetti del centro
storico e la città nel suo insieme.
(foto da internet)
Da assaggiare le mappatelle all’annurca, una pasta con ripieno formato da
mela annurca e altri ingredienti locali.
Buon viaggio!
Nessun commento:
Posta un commento