lunedì 9 dicembre 2013

Luoghi d'Italia (XV)


(foto da internet)

Dal Lazio il nostro viaggio prosegue verso sud, in Campania, alla volta di Sant'Agata de' Goti, in provincia di Benevento.
Il borgo fu dedicato a Sant’Agata nel VI secolo dai Goti. Il paese si erge su una terrazza di tufo tra due corsi d’acqua, affluenti del fiume Isclero che formano un intreccio di profondi valloni. La pianta della città antica, che si sviluppa alle falde del monte Maineto, è a semicerchio e misura 1 km di lunghezza, sufficiente a contenere un patrimonio di palazzi storici, chiese, elementi architettonici, epigrafi, sparsi sulla strada principale e nei vicoletti che confluiscono dalla parte estrema del costone tufaceo alla terrazza di Largo Torricella.
La visita inizia con la chiesa dell’Annunziata, fondata nel 1239: l’abside è duecentesco, ma l’edificio, rifatto nel Quattrocento, è nel suo insieme gotico. 




(foto da internet)

Da largo Annunziata si passa a una piazza irregolare che prende tre nomi diversi, dove si trovano a destra i resti del castello eretto dai longobardi e ampliato dai normanni, e a sinistra la chiesa romanica di San Menna, consacrata nel 1110 da Papa Pasquale II. Il suo tesoro più grande è il mosaico a figure geometriche che riveste il pavimento del XII secolo.
Dal ponte sul torrente Martorano si possono ammirare le case del centro storico quasi a precipizio sul torrente; riprendendo la via, si raggiunge la chiesa di Sant’Angelo in Munculanis. Sorta su preesistenze romane, conserva l’ingresso originario con le due colonne longobarde che sorreggono il campanile. Poco distante, si trova la chiesa settecentesca di Santa Maria di Costantinopoli, con l’attiguo monastero delle Redentoriste. La chiesa riporta un’epigrafe funeraria romana del I secolo a.C., la prima di una serie di testimonianze espresse in epigrafi o su cippi, visibili lungo tutto il percorso urbano. 


(foto da internet)

Procedendo per via Roma, dopo i portici ricavati sotto il monastero delle suore di clausura del Santissimo Redentore, si incontra la chiesa di San Francesco, consacrata nel 1282. La perla della chiesa è il monumento funebre di Ludovico d’Artus, conte di Sant’Agata, morto nel 1370: otto colonnine tortili binate sostengono il sarcofago su cui giace il defunto, contornato da un baldacchino in stile gotico retto a sua volta da due colonne tortili. Dal campanile della chiesa si possono ammirare i tetti del centro storico e la città nel suo insieme.



(foto da internet)

I prodotti tipici del territorio sono il vino Falanghina, il bianco Dop di Sant’Agata de’ Goti, la mela Annurca, una delle varietà più pregiate dell’intera Campania e l’olio extravergine di oliva. Si produce anche vino Aglianico di buona qualità.
Da assaggiare le mappatelle all’annurca, una pasta con ripieno formato da mela annurca e altri ingredienti locali.
Buon viaggio!

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