venerdì 26 ottobre 2012

La vera pizza (?)

La vera pizza dovrebbe essere fatta così:


E fin qui va tutto bene. Il problema sorge, però, quando si deve attribuire a qualche pizzaiolo e/o ristorante il primato alla miglior pizza.
I lettori penseranno, quasi subito, a qualche locale di Napoli (o dintorni) che dovrebbe sfoggiare l'agognato titolo. 
Ebbene, no! A soffiare il primato alla città partenopea c'è, attenzione, nientemeno che una città del freddo Nord: Verona. Sì, Verona. Quella della «pasta e fasoi», della polenta, dei «risi e bisi» e delle nebbie. 
Lo "schiaffo" a Napoli arriva da San Bonifacio, paesino nella provincia che, a quanto pare, con la pizza ci sa fare. A decretarlo è il prestigioso Gambero Rosso, che ha assegnato i suoi «Tre Spicchi» 2013 alla pizzeria I tigli capitanata da Simone Padoan. 
A Napoli qualcuno probabilmente è caduto dalla sedia, alla notizia. E così, all’ombra del Vesuvio, è scoppiata la protesta. Per i maestri della pizza si può trattare solo di una cosa: cospirazione politica, altrimenti detto «razzismo culinario», secondo il quotidiano L’Arena
Nella fattispecie, questa pizza avrebbe una farcitura verde leghista. Detto fatto: si è passati subito al contrattacco ed è stata indetta un’iniziativa di protesta al «Sorbillo dei Tribunali», storico locale di Napoli. 
Il processo si è svolto alla presenza di cittadini e pizzaioli: una decisione «surreale e incredibile», hanno sentenziato in molti. Il signor Padoan, dal canto suo, ha reagito alla polemica ed ha affermato di non capire il motivo di tutte queste polemiche da parte dei suoi colleghi napoletani. Secondo il pizzaiolo veneto, infatti, sono già quattro anni che il suo locale viene indicato tra i migliori d’Italia. 
La rabbia passerà. Forse. E chissà se qualche chef napoletano non stia meditando la rivincita. Stavolta, a suon di lesso e pearà.
Chissà se il signor Padoan, come il compianto Aurelio Fierro, canticchia, soddisfatto, la famosa canzone ma tu vulive a pizza?!

1 commento:

Unknown ha detto...

Di fronte al piacere della buona cucina non c'è barriera goeografica, linguistica, sociale che tenga, questo è fuor di dubbio! Quindi non possiamo che tenere in considerazione la stima esperta del Gambero Rosso e fare i complimenti al signor Padoan e Co. Mangiare la pizza,però, in un vicolo del centro città o sul lungomare Caracciolo, non è solo una questione di gusto: è storia e poesia, è un momento unico ed inimitabile, rigorosamente nostrano. Non se ne abbiano a male, quindi,i nostri fratelli del Nord, ma questa è una delle meraviglie della Terra che non è possibile esportare. ;o)