lunedì 7 maggio 2012

La buzzicona




Quando Anna Longhi, romana, attrice caratterista nel cinema e in tv, il 13 maggio dello scorso anno se n’è andata, Gigi Proietti, l’ha ricordata così: «Sfido qualcuno a trovare chi non abbia avuto voglia di dare un morso al panozzo che Anna, la buzzicona, divora di gusto con suo marito, Alberto Sordi, alla fine delle Vacanze intelligenti, episodio del film Dove vai in vacanza del 1978. Seduti per terra, disgustati dagli snob e dagli intellettuali fra i quali annegano i figli, i due celebrano il rito di Trimalcione, la sana abbuffata alla romana in barba a quelli che muoiono di fame fra verdure lesse e gamberi al vapore». Ancora: «E proprio Sordi l’ha beatamente condannata, Anna, al ruolo della consorte troppo in carne, un vagone di simpatia capace di ogni schiettezza capitolina».

A un anno da quella scomparsa, il Teatro Vittoria ha preparato un omaggio in memoria di una figura alla quale tutti i romani sono affezionati. Domani sera, sul palcoscenico della sala di piazza Santa Maria Liberatrice, ci sarà Stefano Dradone con il suo E’ vero!, spettacolo di cui è autore e interprete. Il recital tocca, con quella di domani, le centoventi repliche, a dimostrazione dice Dragone «del gradimento che il pubblico continua a dimostrare a una donna capace di rappresentare sullo schermo il prototipo della romana di buona forchetta e buoni sentimenti». Sono due ore di viaggio, dalla comicità al dramma e viceversa, in cui, attraverso «la buzzicona», l’attore tratta «argomenti come il rispetto della donna, la solidarietà, l’ambiente, la terza età».

Continua Proietti: «Con Sordi, che la volle anche nei due film del Tassinaro, Anna la trasteverina ha fissato il personaggio, un tipo romano assoluto contro il quale puoi andare a sbattere tutti i giorni, al mercato, per la strada, in un negozio. La matrona del popolo, a Roma, è una che si fa amare. Pensiamo alla sorella di Aldo Fabrizi, la sora Lella, alle sue ricette, alle sue raccomandazioni di chioccia disinibita. Anna Longhi, più giovane di lei, ne ha ricalcato le orme. O meglio, ha accettato di perpetuare il ruolo (a Roma è una costante) della Giunone senza fronzoli, all’apparenza paciosa, un po’ indolente, che però ti sega in due con una battuta».

Longhi, nel cinema, ha fatto anche tanto altro. Ha lavorato con Mike Newell e Anthony Minghella, con Lina Wertmuller, Pupi Avati, Vincenzo Salemme. Roma però la ricorda Proietti ha ragione come «buzzicona», termine che nell’Urbe è più tenero che offensivo, seduta su una sedia troppo alta per le sue gambotte e scambiata, alla Biennale d’Arte di Venezia, per una scultura contemporanea. La ricorda con la famosa mezza pagnotta in mano, accanto a Sordi, mentre si risarcisce di eleganti digiuni patiti per sembrare alla moda. I romani adorano la mamma, che nel fondo, senza saperlo, associano a Cibele dalle grandi cosce e dalle cento mammelle, mutatis mutandis all’abbondante Anna che l’ha incarnata, metaforicamente e non.

Proprio interpretando la sora Lella nel film Una milanese a Roma, scritto e diretto da Diego Febbraro, Longhi ripercorse tutti gli itinerari della mitica sorella di Fabrizi, il mercato di Campo de’ Fiori, piazza della Cancelleria, via Aurelio Saffi a Trastevere, fino al famoso ristorante dell’Isola Tiberina. «La Sora Lella stava bene - scherzava - recito anch’io, ma a me me pagano poco. Comunque so’ felice, la sora Lella la conoscevo bene, una signora. Te diceva tutto in faccia come fanno le romane pure. Cucinava alla grande, coda alla vaccinara, matriciana e pasta e patate. E che crostatine...».
«Buzzico’, ce mancherai», conclude Proietti.

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