lunedì 5 dicembre 2011

C'era una volta...


(Andrea Satta. Foto da internet)

C'era una volta... un re, direte voi. Non esattamente. Nella favola in questione ci sono le mamme, ci sono i bambini e ci sono le fiabe che ogni lunedì vengono raccontate nell’ambulatorio di un dottore a Valmontone, nell'estrema periferia di Roma. Questa storia è stata pensata, scritta, e pubblicata da Andrea Satta articolista per l’Unità, il quale scrive e canta canzoni con i Têtes de Bois, ama andare in bicicletta e cura i bambini.

Andrea è un pediatra che ama profondamente i piccoli. Per guardarli negli occhi si siede per terra, invaghito da "quelli che spesso non arrivano a tre chili, fragili e con le manine rampicanti, che ruotano gli sguardi verso la luce". Ha pazienti di 35 paesi diversi, praticamente da tutto il mondo. Quando all’ambulatorio di Valmontone è arrivata una famiglia dall’Isola del Sud della Nuova Zelanda, hanno fatto una festa. Un altro giorno, una donna marocchina confessò ad Andrea: "Sono otto anni che sono qui ma non ho un’amica. Neppure Mohammed mio figlio ha amici. Le uniche persone che incontriamo le abbiamo conosciute qui da te, aspettando l’ora della visita".
E allora a questo "strano" dottore, che non porta il camice e culla i bambini con la febbre, è venuta l’idea di aprire l’ambulatorio al lunedì per incontrarsi. Ogni mamma porta un dolcetto, un piatto di cous-cous, quello che può. I bambini si mettono al centro e ascoltano. Oppure giocano tra loro. E ognuna di queste madri racconta una fiaba. Un po’ in italiano, un po’ in arabo mimando con le mani, oppure in rumeno, con le signore che aiutano chi è in Italia da poco tempo e si improvvisano traduttrici. O in brasiliano, pakistano, moldavo....

Questo pianeta di Andrea Satta è diventato un libro: si intitola Ci sarà una volta - Favole di mamme in ambulatorio (Infinito Edizioni, 130 pagine, 12 euro) con le illustrazioni belle e divertenti di Staino e due prefazioni: una di Dario Vergassola e un’altra (fiabesca) di Moni Ovadia che scrive: "Noi non sappiamo più raccontare, ma se con l’aiuto della fantasia dei nostri bimbi riafferriamo il bandolo del filo della narrazione, forse possiamo salvare la nostra comunità umana dai devastanti pericoli che incombono su di essa".


(foto da internet)


Sono quindi le mamme-narratrici, le quali, come i cantastorie d’Africa, tengono attiva la memoria più antica e intima di un popolo e la trasmettono agli altri. Storie che diventano grimaldelli garbati per rompere l’isolamento, il silenzio. Storie che arrivano da lontano ma contengono un insegnamento semplice. Storie-archetipo improbabili o mutuate da frammenti di storie vere dove maghi, streghe e bambini bravi parlano con pesci, gru, conigli o cammelli, uccellini o rane, leoni e bruchi. Un’esistenza parallela, animata e vivacissima, dove ognuno ha il suo posto e non ha paura di nulla, meno che mai degli altri.
All’ambulatorio di Valmontone non ci sono solo mamme che arrivano da luoghi lontani. Filomena, ad esempio, è nata a Bari. È sola anche lei: affetti distanti, catena di soccorso inesistente, la difficoltà di relazionarsi con una nuova comunità che ha un dialetto diverso, una mentalità differente. Per questo un lunedì si è presentata a dire la sua fiaba, quella che qualcuno le raccontava per addormentarsi da piccola. Scorrono le parole, si incrociano le storie. Ci sono i troll norvegesi di Tine e le pecorelle di Adriana, che arriva dalla Romania, c’è una fiaba scritta in urdu da Sharif che ha una moglie con il vestito colorato che si chiama Naheed e due piccolini: Ayesha e Zaheeb.

Il minimondo di Andrea Satta è così lieve e intenso che commuove e strappa sorrisi. E ha un suono cristallino, ritmato e saltellante. Il suono del canto del benvenuto. Perché, come dice il dottore che va in bici e suona con i Têtes de Bois, "conoscersi è la strada". Poi, il futuro viene da sé. E siccome questa è una bella storia d’amore i diritti d’autore di Ci sarà una volta sono destinati al Centro Pediatrico di Emergency per i bambini del campo profughi Mayo, in Sudan. Una bella storia. Con un lieto fine.
Meditate, gente, meditate...

1 commento:

Pilar ha detto...

Bellissimo il post d'oggi.
Quante iniziative possiamo prendere per che questo mondo sia più umano.
Cercherò il libro, deve essere molto carino.
I bambini vi aspettano!!!!!