mercoledì 14 dicembre 2011

Un ciulin che parla la rella


(foto da internet)




A Torino hanno pavimentato le vie del centro storico. Ad Aosta la piazza della città. E poi Francia, Austria, fino ad arrivare in America. Sono i «ciulin» di Graglia, un paese di 1600 abitanti sull’alta collina biellese della Valle Elvo. Nella professione di selciatori erano maestri riconosciuti fin dal’Ottocento. Si tratta di un’arte antica con le sue regole e addirittura la sua lingua: la «rella», indispensabile per non svelare i segreti del mestiere. Un idioma che non si poteva imparare sui libri, bensì solo lavorando. Sono passati più di duecento anni e della «rella» rimane un solo testimone.




(foto da internet)





Pierino Milano, 70 anni, custode solitario del dialetto più misterioso d'Italia, quello dei selciatori biellesi, abita in una baita (ovviamente in pietra) in frazione Castagneto di Muzzano, a due passi dal capoluogo della vallata. «Sono andato a lavorare come selciatore all'età di 23 anni con quelli di Graglia. Dovevamo realizzare la strada della piazza del municipio e subito mi sono accorto che questi si rivolgevano a me in una lingua mai sentita. Più chiedevo spiegazioni e più ridevano. Era la prima volta che sentivo parlare la rella». Pierino ha fatto di necessità virtù. Scherno dopo scherno, quelle parole tanto ostiche quanto divertenti gli sono entrate nel sangue fino a diventare la sua seconda lingua. «Una volta che la conosci non la dimentichi più - continua -. Lavorando in giro, la paura più grande era che ti rubassero il lavoro. Dovevamo avere un nostro codice». Sembra addirittura una lingua musicale: la strada diventa «carvera», (casa delle ruote), il vento è chiamato «fuilan» (ciò che porta via le foglie), fino al maiale, che diventa il «cardinal».

(foto da internet)

Una vita dura quella sulle montagne di Muzzano, dove le strade non sono asfaltate e dove la rete idrica è collegata da poco. meno male che ci sono ancora persone che vivono in montagna e che permettono che zone simili non si spopolino. Una volta erano 800, ora se ne contano sette. E tra queste ancora si può vantare un “ciulin” in grado di parlare la “rella”: un patrimonio davvero prezioso e da custodire gelosamente.

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