lunedì 18 ottobre 2010

Venerdì cinema



Un altro venerdì all'insegna del cinema italiano all' EOI di Sagunt. Continuano le proiezioni del ciclo Il cinema italiano del terzo millennio. Approfittiamo dell'occasione per segnalarvi dell'errore nel post in cui annunciavamo questa attività: Riprendimi, Lezioni di cioccolato e La giusta distanza si proietteranno soltanto alle 19:00.

Mio fratello è figlio unico, regia di Daniele Luchetti, uscito nei cinema ad aprile 2007, si ispira al romanzo Il fasciocomunista - Vita scriteriata di Accio Benassi, scritto dal recente vincitore del Premio Strega: Antonio Pennacchi. Il titolo del libro è già tutto un programma! Il film racconta la storia di Accio e Manrico Benassi, due fratelli che non hanno nulla in comune. O meglio, in comune hanno soltanto un profondo affetto reciproco e l’amore che provano per la stessa ragazza. Il loro dramma personale e familiare si snoda fra le lotte politiche dell’Italia degli anni '60. Un film consigliabile sotto tutti punti di vista, ma soprattutto per l'interpretazione memorabile di Elio Germano, vincitore ex aequo con Javier Bardem del premio come migliore interprete maschile del Festival di Cannes 2010, per la sua interpretazione in La nostra vita, film diretto anche da Daniele Luchetti.



Il titolo del film, diverso da quello del romanzo da cui è tratto, è un omaggio all’omonima canzone di Rino Gaetano.


Generazione 1000 euro si ispira ad un inchiesta de El Pais, intitolata La generación de los mil euros. Il film racconta la storia di Claudio, un ventisettenne emiliano, laureato in matematica, che lavora a Milano. Il suo lavoro gli piace, ma il suo stipendio di 1.028 euro netti al mese senza tredicesima non gli permette certo di fare programmi per il futuro. Una storia, purtroppo, comune a molti giovani, che costituiscono una vera e propria generazione di precari, di laureati con ottimi voti, di ragazzi pieni di sogni nel cassetto, costretti a dover convinvere con contratti di 6 mesi, quasi mai rinnovati. Un film decisamente sorprendente, con una sceneggiatura brillante che descrive con cinica precisione la situazione paradossale in cui si trovano oggi i "dottori" dei nostri giorni; ogni volta più disoccupati e poveri.

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