(foto da internet)
La Cappella Sistina prende il nome da Papa Sisto IV della Rovere (pontefice dal 1471 al 1484) che fece ristrutturare l'antica Cappella Magna tra il 1477 e il 1480.
La decorazione quattrocentesca delle pareti comprende: i finti tendaggi, le Storie di Mosè, di Cristo e i ritratti dei Pontefici. Fu eseguita da un'équipe di pittori costituita inizialmente da Pietro Perugino, Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio, Cosimo Rosselli, coadiuvati dalle rispettive botteghe e da alcuni più stretti collaboratori tra i quali spiccano Biagio di Antonio, Bartolomeo della Gatta e Luca Signorelli.
Giulio II della Rovere (pontefice dal 1503 al 1513), nipote di Sisto IV, decise di modificarne in parte la decorazione, affidando nel 1508 l'incarico a Michelangelo Buonarroti, il quale dipinse la volta e, sulla parte alta delle pareti, le lunette. Nell'ottobre 1512 il lavoro era compiuto e il giorno di Ognissanti (1° novembre) Giulio II inaugurò la Sistina con una messa solenne. Nei nove riquadri centrali sono raffigurate le Storie della Genesi, dalla Creazione alla Caduta dell'uomo, al Diluvio e al successivo rinascere dell'umanità con la famiglia di Noè.
Presso Rizzoli, è stato pubblicato un libro interessante scritto da Doliner Roy e da Blech Benjamin, intitolato I segreti della Cappella Sistina, nel quale la creazione dell'opera d'arte più famosa dell'umanità viene messa in questione. Perché? Secondo questa tesi, Doliner e Blech portano alla luce un nuovo messaggio del genio del Buonarroti, un ribelle in lotta perenne contro un potere ipocrita e autoritario. Il risultato è un racconto incalzante, ma anche un'indagine storica condotta con rigore e passione che prende spunto dalla scoperta di un chirurgo ebreo dell'Indiana, Frank Mershberger, il quale notò, per primo, che la celebre raffigurazione di Dio nel pannello della Creazione della Cappella Sistina aveva la forma della sezione destra di un cervello umano. E negli anni trascorsi da questa rivelazione, gli studi sull'affresco hanno portato a scoperte ancora più inquietanti. Perché l'albero del Bene e del Male è un fico, e non un melo? Perché il serpente tentatore ha cosce e braccia, come descritto nei testi ebraici? Stimolati da queste e altre "coincidenze", i due autori, uno storico dell'arte e un esperto di Talmud, uniscono le loro forze per dimostrare che le immagini dell'affresco collocato nel cuore della cristianità non sono affatto la summa del pensiero cristiano. Con un codice che fa largo uso della simbologia ebraica e neoplatonica, il grande artista volle infatti esprimere un violento attacco alla corruzione della Chiesa, una nuova concezione della sessualità e l'idea della fratellanza universale tra le religioni.
Mentre leggete il libro, vi consigliamo di fare un tour virtuale nella Cappella Sistina (click qui>>).
Buon divertimento!
2 commenti:
Comprerò il libro. Ciao
Sara
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ciao e buona giornata!
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