Quarant’anni dopo lo scioglimento dei Beatles, l’Osservatore Romano, il quotidiano della Santa Sede, riabilita i Fab Four. Il giornale del Vaticano ricorda li ricorda come degli scapestrati, dei musicisti disinibiti, spacconi ma anche come artefici di un’inestimabile eredità musicale. Dunque, perdonati!!!, in nome della dea musica.
Certo, non può non sorprendere l'atteggiamento, alquanto strano, del quotidiano che, negli ultimi mesi non è estraneo a "esplorazioni" nel mondo della cultura pop, da Elvis e Bruce Springsteen a Tex Willer.
Non erano solo canzonette come affermavano i detrattori? Si precisa nell'articolo: «Tutto vero! Che nessuno pensi ai Beatles come a dei geni assoluti della composizione e neppure, in fondo, come a dei virtuosi dei rispettivi strumenti. Ma resta il fatto - conclude l'articolo - che dopo 38 anni dallo scioglimento, le canzoni con il marchio Lennon-McCartney, hanno mostrato una straordinaria resistenza all'usura del tempo, divenendo fonte di ispirazione per più di una generazione di musicisti pop».
Da ricordare che alle origini del poco affetto delle alte gerarchie cattoliche - oltre ai valori musicali e generazionali rappresentati dai Beatles negli anni Sessanta - c'è soprattutto una dichiarazione di John Lennon. Il grande artista, in un'intervista off the record rilasciata nel 1966, pubblicata in seguito, definì nel 1966 il suo gruppo «più popolare di Gesù Cristo». Oggi, invece, l'Osservatore ha definito quella frase «solo una spacconata di un giovanottone della working class di soli 28 anni» e celebrato i Beatles e "l'eredità inestimabile" lasciata nel loro campo di espressione. «L’Osservatore Romano – dice Giovanni Maria Vian, direttore del quotidiano – commentò che in realtà non era nulla di scandaloso. Il fascino di Gesù era tale che attraeva anche questi nuovi eroi del tempo». Ma il "perdono"della Santa Sede non suscita l’entusiasmo di Ringo Starr.
In un’intervista l’ex Beatle commenta la presa di posizione del giornale e dichiara: «I couldn't care less», e cioè "non me me potrebbe fregare di meno". Il batterista, dunque, non si commuove alla notizia del "perdono" e, intervistato dalla Cnn, ha ricordato come all'epoca i vertici della Chiesa cattolica avessero definito i membri del gruppo «satanici o possibilmente satanici», e i conti non gli tornano: «Eravamo satanici e adesso ci perdonano?», ha commentato. «Credo che la Santa Sede abbia altre cose di cui parlare».
2 commenti:
Sono d'accordo. Il Vaticano deve pensare in molte altre cose!
Vicente
Di pedofilia, per esempio!
Isabel
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