venerdì 29 gennaio 2010

Nino Ferrer (in memoriam)


(foto da internet)

Due coincidenze nel giro di pochi giorni: il centro Giacomo Leopardi ci ha mandato una cartolina per invitarci (ma l'invito è rivolto anche ai nostri studenti) alla conferenza
I cantanti italiani che hanno sfondato in Spagna, a cura del professor Pierlugi Mammi e che si terrà oggi, alle 19, presso il Museo di Belle Arti di Valencia; la seconda, legata con un filo della memoria alla prima, riguarda un cantante italo-francese di cui mi sono ricordato, per caso, ascoltando una vecchia canzone nel programma La ventana di Gemma Nierga, nello spazio curato da Ariel Rot e Jaime Urrutia. La canzone che mi accompagnò nel viaggio da Valencia a Sagunto, era una tango famosissimo di Nino Ferrer: Agata.
Nino Ferrer, al secolo Nino Agostino Arturo Maria Ferrari, nacque a Genova nel 1934 da padre italiano e madre francese. Visse i suoi primi anni di vita in Nuova Caledonia. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, la sua famiglia si trasferì a Parigi.
Nella città della Senna, Ferrer si laureò in etnologia e in archeologia alla Sorbona. Parallelamente ai suoi studi, si appassionò di pittura e di musica; cominciò a suonare il piano, la chitarra e il basso. Nel 1959 fece i suoi primi passi come suonatore jazz in diversi dischi accanto a Bill Coleman e Richard Bennett.
Compose le sue prime canzoni negli anni '60. Ebbe un grande successo in Italia a partire dal 1967.
Oltre al sopraccitato tango Agata, che riscosse un buon successo di pubblico anche in Spagna, Ferrer interpretò una canzone scritta da Pippo Baudo, Donna Rosa, e Al telefono.


(foto da internet)

Accanto a queste canzoni allegre e spensierato ne fanno spicco altre in cui in un testo apparentemente banale si accennano temi importanti, quali La pelle nera, assai nota per il celebre ritornello che all'epoca suscitò scalpore, e nella quale affronta il tema del razzismo, o Il re d'Inghilterra, una sorta di pamphlet contro tutte le guerre e infine Viva la campagna, un inno a favore della vita all'aria aperta contro lo stress cittadino.
Alla fine degli anni '60, Ferrer fu ospite fisso in tv, in trasmissioni popolari quali Settevoci con Pippo Baudo e Io Agata e tu con la Carrà. Nel 1970, la cua carriera artistica cambiò bruscamente di rotta: Ferrer rientrò a Parigi, allontanandosi volontariamente dalla musica.
In Francia continuò a dipingere e incise una decina di 33 giri in cui ritornò alle basi jazzistiche da lui sempre gradite, con successi quali Le sud e La Carmencita.
Nel 1977 si stabilì a Montcuq. In Italia fece rientro alla fine degli '80 per registrare molti suoi vecchi successi con nuovi arrangiamenti in un disco intitolato Che fine ha fatto Nino Ferrer. Schivo e riservato, trascorse gli ultimi anni della sua vita nella campagna francese. Qualche giorno dopo la morte della madre, che viveva insieme a lui, pose fine ai suoi giorni , ad appena 63 anni, sparandosi un colpo di fucile.
Ve lo ricordate?

5 commenti:

mafalda terribilis ha detto...

Grazie di questo ricordo, come hai fatto per Herbert Pagani.
Io rimasi colpita dal giorno del suicidio: 13 agosto, 2 giorni prima del suo compleanno e comunque in piena estate, solo nella "sua" campagna.
La sua canzone più bella per me è "Le Sud" che mi ricorda molto quella di Rino Gaetano "Ad esempio a me piace il sud"

Anonimo ha detto...

Sí! Agata era famosa anche qui.
Carles

Anonimo ha detto...

Lo ricordo, ma io ero piccola.
Trini

Anonimo ha detto...

Certo che lo ricordo. Era simpatico, ma non era tra i miei favoriti.
Tiziana

Gianpiero Pelegi ha detto...

Anche a me piace molto Le sud!