Ci scervelliamo su come definire il Belpaese, e, nel mese di settembre, dopo l'elezione di Miss Italia, ci azzardiamo a definire il nostro paese come una bella (o, a seconda dei gusti bellissima) ragazza, con, probabilmente, qualche lieve difettuccio fisico. Attenzione, però, non guardatela con gli occhi del cronista, forse un po' esausto, perché le cose vanno di male in peggio, ma con quelli dello storico (o, perché no) del politico.
Eh, sì, ci sono le doppie o addirittura triple vite, (Pirandello docet: Uno, nessuno e centomila). Chi sbaglia è umano: tutti hanno la stessa propensione al peccato, la stessa fragilità. Regna, però, un senso di noia: è andata in quella maniera, e nulla lascia pensare che cambierà. Ma, la barca va, allora lasciala andare: è l'Italia allegra, ospitale, un po' corrotta, fedele alle alleanze, che non ha mai finito una guerra con lo stesso alleato.
Ci soffermiamo sull'aggettivo ospitale. Per gli antichi greci era una regola di convivenza civile, un dovere rituale. Non ci sono mai state leggi scritte: le famiglie erano regolate da norme orali condivise da tutti. L'ospitalità ha da sempre rappresentato un legame durevole di solidarietà. Si era obbligati a concedere ospitalità prima ancora di sapere l'identità dello straniero.
Però, pensiamo. che le cose attualmente non vanno per niente così, e, allora, immediatamente, cominciamo a canticchiare Aggiungi un posto a tavola, ricordando un modo di fare spettacolo e di vivere un po' più sobrio.
Si tratta del classico musical italiano, in cui Johnny Dorelli, personaggio a cavallo della grande mela e Milano, che arriva nella televisione italiana nel lontano 1957 con il Musichiere, viene consacrato come attore teatrale importante, con l'interpretazione di Don Silvestro.
Don Silvestro, parroco di un immaginario paese di montagna, riceve una telefonata del Padreterno in persona che gli comunica l'intenzione di mandare sulla terra il secondo diluvio universale. Come un novello Noè, riceve l'incarico di costruire un'arca di legno, per mettere in salvo dal diluvio tutti gli abitanti e gli animali del paese. Per portare a termine il suo compito, il curato avrà bisogno dell'aiuto dei compaesani, che non subito gli crederanno, ma saranno convinti da un miracolo 'in diretta'... Alla fine il diluvio viene scongiurato proprio da Don Silvestro, che convince Dio che è meglio lasciar perdere. Nel gran finale si mangia e si brinda attorno ad una tavola circolare, sulla quale scende una colomba bianca che va ad occupare un posto rimasto vuoto...
In ultimo due parole su Il Musichiere. Il programma consisteva in un gioco: l’orchestra suggeriva alcune note del brano da indovinare e i due concorrenti, dotati di regolamentari scarpe da ginnastica, scattavano dalle sedie a dondolo per suonare la campana e acquisire così il diritto di rispondere al quiz canoro. Il vincitore depositava metà del premio nella “cassaforte musicale”, per riaggiudicarselo (insieme al diritto di ripresentarsi la settimana successiva) soDuelo nel caso in cui avesse indovinato il motivo misterioso emesso da una cigolante saracinesca.
È entrato nella storia sacra della tv, diventando un fenomeno di costume: un esempio è il neologismo nientepopodimenoche o la sua sigla storica Domenica è sempre Domenica.
(foto da internet)
Insomma, un'epoca molto diversa dall'attuale! E cosa penserebbe la Lega se guardasse questo musical?
2 commenti:
Attenzione: ci sono parti che si ripetono in questo post. Non conosco questo cantante, ma è simpatico.
Maria
"Nientepopodimeno" `made of Mario Riva: la foto di Jhonny Dorelli non quadra molto..
E, a proposito di Aggiungi un posto a tavola" sárà disponibile su qualche siti di Iternet, da dove si possa scaricarla? Mi piacerebbe che i miei figli la rivedessero con me.
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