lunedì 19 dicembre 2016

Ferruccio Busoni (e altri)


(foto da internet)

Scriviamo volentieri un altro post a richiesta dopo la trsmissione del programma Salvados, di Jordi Évole, in cui venne intervistato il pianista James Rhodes. Nella puntata in questione, Rhodes interpretò la Ciaccona in Do minore di Bach, trascritta da Ferruccio Busonie parlò del valore salvifico della musica. 
Busoni nacque ad Empoli (Firenze) nel 1866. Fu avviato agli studi musicali dai genitori, entrambi musicisti -suo padre Ferdinando Busoni, apprezzato clarinettista, e sua madre Anna Weiss, triestina di origine bavarese, un'ottima pianista colta e sensibile-, divenendo compositore e pianista di grande fama. 
Busoni fu una figura complessa; fu giudicato frettolosamente un grandissimo pianista e un mediocre compositore.  Solo dopo la sua morte la critica si avvicinò con maggior serenità e rigore alle sue opere.


(foto da internet)

La sua immensa attività artistica è legata soprattutto alla monumentale trascrizione delle opere di Bach: l'edizione, nota sotto il nome di Bach-Busoni -pubblicata in sette volumi, venne terminata nel 1920, dopo oltre venti anni di duro lavoro-, possiede l'incredibile facoltà di trasformare il pianoforte in un'orchestra.   
Ferruccio Busoni apparve per la prima volta in pubblico, a Trieste, nel 1871, insieme con i genitori, che, consapevoli delle possibilità del ragazzo, non esitarono a sfruttare le sue singolari doti di virtuoso e lo avviarono a una intensa carriera concertistica. Nel 1874, si esibì per la prima volta come solista. Fin da giovanissimo iniziò a viaggiare e dall’Italia si trasferì a Vienna dove conobbe Brahms. Poi passò a Lipsia ed ebbe contatti con Tchajkovsky e in seguito, nel 1888, con Sibelius ad Helsinky. 


(foto da internet)

Nel 1890 si trasferì a Mosca, ed ottenne, per interessamento di Rubinstein, la cattedra di pianoforte nel conservatorio e vinse il premio Rubinstein con il Konzertstück op. 31 a, per pianoforte e orchestra. A Mosca conobbe Gerda Sjöstrand che divenne poco dopo sua moglie e fu preziosa collaboratrice nelle sue molteplici attività e gelosa custode della sua memoria.
Nel 1891 ricevette un invito dalla casa Steinway per recarsi negli Stati Uniti, dove rimase fino al 1894, quale insegnante di pianoforte nel New England Conservatory
Nel 1895 fece ritorno in Europa e si stabilì a Berlino, dove rimase fino al 1913. Alternò l'attività pianistica alla composizione e compose alcune tra le sue opere più significative, quali il Concerto in re maggiore per violino e orchestra,op. 35 a (1896-97) e il Concerto op. 39 per pianoforte, coro e orchestra. Nel 1905 iniziò la composizione della Turandot-Suite


(foto da internet)

Si cimentò anche con l'attività di librettista: volle realizzare un progetto di un'opera ispirata alla figura di Leonardo da Vinci in collaborazione con Gabriele D'Annunzio; tuttavia il connubio tra i due artisti non diede i risultati sperati e dopo un intenso scambio epistolare con il Vate, il musicista preferì rinunciare al progetto. 
A Berlino ricevette il riconoscimento della critica e di vere e proprie schiere di allievi che si rivolsero al maestro per essere iniziati ai valori più alti delle forme d'espressione musicale. Nel 1913 gli venne offerta la direzione del liceo musicale di Bologna che Busoni accolse con entusiasmo. 
Constatò, con certa amarezza, le condizioni della musica in Italia, chiusa entro i confini d'una tradizione teatrale dominata dalle figure di VerdiPuccini, Mascagni e Giordano. Il soggiorno a Bologna venne interrotto dallo scoppio della prima guerra mondiale, e Busoni decise di rifugiarsi in Svizzera. Nel 1915 si stabilì a Zurigo e vi rimase fino al 1920. Appartengono a quest'epoca il Rondò arlecchinesco op. 46 per orchestra e la Fantasia indiana per pianoforte e orchestra


(foto da internet)

Dopo la guerra manifestò il desiderio di tornare in Italia, ma la constatazione di non essere amato nel proprio paese lo spinse a recarsi, di nuovo, a Berlino, accettando la Meisterklasse di composizione presso l'Akademie der Künste. Dopo aver composto il Tanzwalzer op. 53 per orchestra e la Sonatina super Carmen, riprese l'attività di concertista e direttore d'orchestra attraverso l'Europa e nel 1922 si esibì anche a Roma. Morì a Berlino il 27 luglio 1924.
Torniamo al brano che che interpretò James Rhodes, nel programma Salvados. Si tratta della Ciaccona in Do minore di Bach trascritta da Busoni. La Ciaccona (Chacona o Chaconnedesigna un tipo di danza caratteristica spagnola, di origine cinquecentesca, nonché una forma musicale derivata dalla danza stessa.
Il termine fu successivamente applicato a qualsiasi opera in tempo moderato di 3/4, che consistesse, di solito, in alcune variazioni su di una linea di basso.



(foto da internet)

La Ciaccona di Bach venne composta originariamente per violino solo ed è l'ultimo movimento che chiude la Partita nº 2 (BWV 1004) (ascolta >>).
Vi proponiamo il brano trascritto da Busoni e interpretato al pianoforte da Rhodes (ascolta>>), e, in maniera magistrale, da Arturo Benedetti Michelangeli (ascolta>>).
Buon ascolto!




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