lunedì 18 aprile 2016

Merda (e altro)


 (foto da internet)


In italiano ci sono alcuni modi di dire con il vocabolo merda:

essere nella merda: significa avere un grosso problema;
fare una figura di merda: significa fare una figuraccia; spalare merda: vuol dire fare un lavoro faticoso e 
valere meno di una merda: significa essere di poco valore. 
Il termine in questione proviene latino mĕrda e viene usato anche come espressione di indignazione, collera o anche di netto rifiuto: merda! (per influsso del francese merde!). 
Lasciamo un momento la linguistica e parliamo di 5 VIE Art + Design, un’Associazione culturale no-profit che ha come obbiettivo il rilancio del centro storico di Milano. L’Associazione porta avanti un'azione di coordinamento tra i diversi attori presenti nell'area.
5VIE Art+Design è un progetto di marketing territoriale e culturale che raccoglie risorse ed energie dedicate al rilancio del centro storico del capoluogo lombardo, attraverso nuove modalità di partnership pubblico-privato per una pianificazione strategica delle politiche urbane e territoriali.



(foto da internet)
5VIE ha l’obiettivo di promuovere il rilancio della zona tramite nuove strategie di comunicazione e di sviluppo sostenibile capaci di stimolare la partecipazione attiva della comunità e dei professionisti che la vivono, sostenere e sviluppare un forte network per mettere a sistema competenze  e opportunità nel rispetto della molteplicità di attori che animano l'area.
5VIE è stato inaugurato durante la cosiddetta Design Week 2014 con grandissimo successo, forte partecipazione di pubblico e grande riscontro di stampa nazionale ed internazionale. 
Nell'edizione di quest'anno, 5VIE ha ospitato una mostra al Siam (la Società d’Incoraggiamento d’Arti e Mestieri) molto interessante: “The shit Evolution. The Primordial Products of the Shit Museum”.  


(foto da internet)
Così, su due piedi, potrebbe colpire il lettore/visitatore, ma direttamente dal Museo della Merda di Castelbosco in provincia di Piacenza, si può visitare un efficiente progetto frutto del dialogo tra il proprietario di un’azienda che produce Grana Padano, Gianantonio Locatelli, e l’architetto Luca Cipelletti, che cura questa mostra milanese. 
Lo stabilimento di Castelbosco ospita 2.500 bovini di razza selezionata che producono quotidianamente 300 quintali circa di latte e 1.000 di sterco. Una quantità di merda la cui gestione ha trasformato in un progetto ecologico e industriale avveniristico.



(foto da internet)

Dallo  sterco si ricava metano, concime per i campi, materia grezza per intonaco e mattoni con sistemi di nuova concezione che oltre a ridurre l'inquinamento atmosferico e la distribuzione di nitrati nel terreno, seguono un principio che ridisegna il ciclo della natura in un circolo virtuoso. Dando alla merda il valore che ha e restituendo ad agricoltura e allevamento l'importanza di sempre.
Il Museo della Merda è un’agenzia per il cambiamento, un istituto di ricerca e di raccolta di fatti, documenti e informazioni sugli escrementi nella cultura, nella tecnologia, nella scienza e nella storia: sintesi del circolo più virtuoso che ci sia, il massimo di innovazione, sostenibilità, sfruttamento e al tempo stesso esaltazione della natura. 
La mostra milanese dedicata alla merda è ubicata nel sotterraneo del palazzo rinascimentale di una scuola che ha precisamente lo scopo di unire tecnologia, ecologia e cultura. 





(foto da internet)

Il Museo della merda di Castelbosco contestualizza, nella  mostra, una sua prima collezione di prodotti: mattonelle, piatti, brocche e vasi che utilizzano lo sterco. Vi si presenta anche una serie di video che combinano alcune sequenze cinematografiche a tema –Il fantasma della libertà di Luis Buñuel– a spezzoni che Henrik Blomqvist ha ripreso sul funzionamento dello stabilimento piacentino. Un circolo fra arte, natura, progetto, rifiuto e riuso.
Allora, come si direbbe a teatro, tanta merda!







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