lunedì 11 aprile 2016

BARcollo ma non mollo (e altre insegne)




(foto da internet) 
Il calembour, prestito linguistico della lingua francese, è una freddura fondata su un gioco di parole, risultante per lo più dalla contrapposizione o dall’accostamento di parole omografe o polisemiche o dalla sostituzione, in una frase nota, di una parola con altra di suono simile ma di significato molto diverso. Ma facciamo un passo indietro negli anni: nel 1989, uscì in Italia la rivista satirica Cuore, un settimanale che all’inizio apparve come inserto del quotidiano L’Unità, per poi posteriormente staccarsene. Fu diretta, tra gli altri, da Michele Serra, e chiuse i battenti nel 1996.


(foto da internet) 

In essa c'era un piccolo spazio, intitolato Botteghe Oscure. Era una sezione fotografica, in cui venivano raccolte le immagini inviate dai lettori che fotografavano i negozi dai nomi più assurdi. Per chi non conoscesse bene Roma -e la storia della Repubblica italiana- va detto che via delle Botteghe Oscure è una via del centro della capitale che unisce Via dell'Aracoeli con Piazza Calcarari, a pochi passi da Piazza Venezia.
Deve il suo nome alle numerose attività commerciali e artigiane prive di finestre, quindi oscure (Ad Apothecas Obscuras), che durante il Medioevo avevano sede tra le rovine del Teatro di Balbo.
Nel dopoguerra diventò nota per la sede del Partito Comunista Italiano (il cosiddetto Bottegone) al numero civico 5.




(foto da internet)


Recentemente, la trasmissione di Radio Rai2 I provinciali, con Pif e Michele Astori, ha ripreso questo tema e ha chiesto agli ascoltatori di inviare le loro segnalazioni. 
Il risultato è un florilegio che spazia dal trash, al calembour geniale, dall’insegna incomprensibile fino al comico non voluto (guarda>>).
Si va dalla ditta Tarlo Magno, che si occupa di mobili e legno, ai latinisti (sic!) di Scarpe diem, negozio di calzature; e poi ancora Distinti salumi, rinomata salumeria, e la farmacia del dottor Moribondo
Buon divertimento!

Nessun commento: