mercoledì 20 marzo 2013

Un'agricoltura giovane e green

 (foto da internet)

Il cibo è, assieme alla moda e al design, uno dei pilastri dell'export italiano. E l'export è, a sua volta, una delle poche voci in crescita di un bilancio nazionale in profonda sofferenza. È normale dunque che l'attenzione si concentri sugli exploit del vino, del milione di ettari coltivati in modo biologico e dei 249 prodotti tipici. Ma se ci si fermasse qui non si capirebbe perché l'Italia è il secondo paese manifatturiero d'Europa e si perderebbero di vista le radici tecnico scientifiche che da secoli costituiscono l'altra faccia della creazione del bello: l'attenzione all'uso delle risorse, all'innovazione, alla ricerca. E invece, a sorpresa, salta fuori il volto di un'agricoltura che non solo vince la scommessa sulla qualità, ma cresce legandosi ad antichi saperi nel settore della meccanica.

(foto da internet)

Un settore, quello agricolo, su cui è rimasta attaccata un'immagine vecchia: la fuga dai campi, l'abbandono. Questo fenomeno è stato vero per decenni, ma oggi i numeri raccontano un'altra storia. In parte per il maggiore appeal dell'agricoltura di qualità, in parte per la crisi che ha chiuso altre porte, nel 2012 è stato registrato in campo agricolo il più elevato aumento nel numero di lavoratori dipendenti: un incremento del 3,6% a fronte di un andamento generale del mercato del lavoro segnato dal continuo e drammatico aumento dei livelli di disoccupazione.

(foto da internet)

Anche la tendenza all'invecchiamento si è invertita: un lavoratore dipendente su quattro assunti in agricoltura ha meno di 40 anni e ben 57 mila imprese sono condotte da giovani con meno di 35 anni, secondo i dati di  Coldiretti. Inoltre quasi un'azienda su tre è condotta da una donna. "Cresce anche il numero delle aziende che investono in tecnologie verdi e processi sostenibili", aggiunge Domenico Sturabotti, direttore di Symbola. "Tra il 2009 e il 2011 il 54,9% delle imprese  ha dichiarato di aver ridotto l'utilizzo di energia ed acqua e il 22% di aver ridotto sensibilmente l'uso di fitofarmaci e fertilizzanti".

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