martedì 14 febbraio 2012

Le donne al palio



La Contrada dell'Oca a Siena,  dopo un’affollatissima assemblea nella sede cittadina, ha deciso che dal 29 aprile 2012, festa della patrona Santa Caterina, le ocaiole avranno diritto di parola, di voto, di elezione negli organi dirigenti, come in tutte le altre Contrade. Una rivoluzione. Solo una prova di civiltà e fin troppo tardiva, sarà il commento dei più, fuori Siena.
Da Milano, da Roma, ma anche dalla vicina Firenze tutto ciò sembrerà assurdo, antico, antiquato. Al pari di quei club londinesi come l’Oxford and Cambridge University club, riservato a professori e laureati delle due prestigiose università, esclusivamente di sesso maschile.
La Contrada dell’Oca ha però deciso di far entrare di pieno diritto  la forza e la passione verso il loro Palio, la loro Contrada, il loro rione, di 62 donne le quali, qualche anno fa, iniziarono una durissima guerra. Tra una battaglia e l’altra, nel 2008 il referendum voluto dai dirigenti della Contrada. Ma i fedelissimi alla tradizione vinsero sulle “suffragette”. I no alla parità furono 393, compresi i voti di 134 donne. Con le ribelli si schierò anche Aceto, al secolo Andrea Decortes, il più famoso fantino della storia, che per l’Oca ha vinto il Palio ben cinque volte. E poi si decise di passare alle vie legali: le donne andarono di fronte a un giudice civile e chiesero il rispetto dei loro diritti.

Ma il magistrato non si era pronunciato nel merito. Aveva osservato che sarebbe stata necessaria una base più larga o un mandato da parte della (centenaria) Società delle donne, abilitata a parlare a nome di tutte. È stata, invece, disse il giudice, «azionata da singole associate, una pretesa collettiva». E così ancora avanti con la battaglia in tribunale, fino alla nuova sentenza che era attesa nei prossimi giorni. Alla fine, niente più giudici e niente più sentenze. La Contrada ha deciso per conto suo, con un documento votato a grande maggioranza, di non fare più nessuna distinzione tra uomini e donne.


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