mercoledì 13 aprile 2011

Che temp' e munnezza!

(foto da internet)



Pino Daniele cantava Napoli e alla sua città natale dedicò una delle più belle canzoni sulla città partenopea. Era il lontano 1978, Berlusconi non esisteva politicamente e l’Italia non era un paese così sgangherato, ma la realtà della città simbolo del Sud Italia non è mai stata facile.



Adesso è Roberto Saviano colui che ha il compito di spiegare cosa succede con i rifiuti della città di cui Goethe scrisse meraviglie.





Ma i napoletani, a dispetto di tutto e di tutti, insistono con il loro fatalismo e, visto che la situazione non migliora, hanno deciso di riderci sopra ed hanno inventato un nuovo programma: Che temp' e munnezza! (lIl termine munnezza è una parola del dialetto napoletano che significa "spazzatura", ma è anche un sinonimo di "schifo"). La sigla è quella delle previsioni del meteo, la cartina geografica pure, non manca la bacchetta e neanche il sorriso smagliante. Ma, se ci si sofferma sull’abbigliamento, un vestito collage di sacchetti per l’immondizia e degli occhiali da brutto anatroccolo, ci si sente un po’ smarriti, e se poi si aggiungono le precisissime previsioni fatte dalla «Munnezzina» (storpiatura in tutti i sensi delle più famose ed avvenenti «meteorine»), il risultato è a dir poco scioccante.




Insomma un vero e proprio bollettino «munnezzologico» in onda ogni venerdì sera su Tela A, un’emittente privata napoletana. Un bollettino con tutti i crismi, prodotto da un fantomatico «Centro munnezza meteo», in grado di segnalare le zone dove la concentrazione di immondizia è maggiore e anche di spiegare, questa volta in maniera scherzosa, il perché di quell’accumulo. Preoccupiamoci dunque per l’aumento delle «precipitazioni di indifferenziato e di umido», e speriamo nelle «schiarite previste nella zona orientale di Napoli», anche se il «miglioramento» è causato da uno «spostamento non autorizzato di rifiuti misti, per cambio di stagione».


(foto da internet)

L'autore della striscia televisiva risponde al nome di Gianni Simioli e rivela come è nata l’idea: «Una sera al telefono per fissare un appuntamento di lavoro, ci siamo chiesti se ci fosse spazio per parcheggiare le auto, vista l’ingombrante presenza dei sacchetti. Quando mi ha detto: “Puoi venire, c’è spazio per la macchina”, la riflessione è stata immediata». E così gira in auto la città e prende appunti, segnando le zone impraticabili e redigendo le previsioni lette poi, in video, da sua sorella Loredana - la «munnezzina» o la «sacchettina» che dir si voglia, ma anche «Miss Munnezza» con tanto di fascia - nei tre minuti in cui si condensa la striscia.




(foto da internet)



E dopo i rifiuti nel presepe, le poesie dello spazzino-poeta che attacca sui cassonetti versi in vernacolo che si chiudono sempre con «Cchiù ammore pe’ chesta città» («Più amore per questa città»), il Munnezza-day (hanno sfilato in migliaia per urlare tutta la loro indignazione verso un’emergenza lunga 17 anni), ci mancava solo il meteo dell’immondizia. «Allora - conclude Simioli - se questo è lo scenario, perché non riderci su, magari lanciando anche, implicitamente, un allarme sulla situazione che stiamo vivendo?».

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