mercoledì 8 dicembre 2010

Un Natale italiano

(foto da internet)


Il Natale 2010 ha già bussato alle porte. In Italia, l'arrivo del Natale è segnato soprattutto dai supermercati e dalle pubblicità che bombardano con i panettoni, poi arrivano le luci e gli addobbi natalizi, e infine, quest'anno con un po' di anticipo, anche il cinema festeggia il suo Natale con il solito cinepanettone, un genere cinematografico che ormai ha il suo ruolo nel cinema e nella società italiana.
Persino Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Ferrari e fondatore dell’associazione ItaliaFutura, nella trasmissione Che tempo che fa a proposito della crisi politica italiana ha risposto così: «Il governo? Un cinepanettone verso la fine. Il ricorso a elezioni anticipate cambierebbe poco, avremmo nuovi veleni, nuovi scontri. Tuttavia il film di questa legislatura è alle battute finali. È un cinepanettone che sta arrivando alla fine anche se abbiamo sempre gli stessi attori, anche se cambiano i nomi dei partiti. Dobbiamo stimolare la società ad occuparsi dei problemi dell'Italia, aiutare i giovani a venire fuori».

(foto da internet)



Dunque, vista la bufera che si sta abbattendo sulla politica italiana, a distrarre un po' arriva il cinepanettone, quest'anno con anticipo, come recita lo slogan di A Natale mi sposo, per la fame d'incassi: se al supermercato i panettoni sono presenti già da novembre, perché le sale non possono fare la stessa cosa?





È già pronta la commedia di Massimo Boldi, mentre dal 17 dicembre arrivano altri due titoli a uso e consumo natalizio: il classico Filmauro Natale in Sudafrica





e La banda dei Babbi Natale, con Aldo Giovanni & Giacomo, e sì proprio quelli di Chiedimi se sono felice.



Consumata la rottura con Christian De Sica, Boldi aveva finora evitato lo scontro diretto. A Natale mi sposo, invece, stacca il rivale di tre settimane, ed è un clone del cinepanettone vecchio stile. «Dopo 25 anni di sodalizio ho diritto anch' io al titolo natalizio», rivendica il comico milanese. Ambientato tra le nevi di Saint Moritz, gioca su equivoci goderecci e gag scatologiche. Il comico di A Natale mi sposo rivendica la sua comicità, ovviamente a discapito della politica: «Io faccio una comicità popolare, la vera volgarità è quella dei politici ..».



(foto da internet)



Sempre sotto le feste si fa un gran parlare del successo dei cinepanettoni natalizi e della loro volgarità. Aurelio De Laurentiis lo porta avanti da cinque lustri, si basa su comici che ruotano attorno al mattatore Christian De Sica (ma fino a qualche anno fa c’era la presenza fissa di Massimo Boldi), bellone più o meno vestite, volgarità assortite - soprattutto parolacce e battute grevi, allusioni sessuali esplicite e disavventure “scatologiche” (che hanno a che fare, cioè, con gli escrementi…) - ma anche tante gag, giochi di parole e meccanismi da commedia degli equivoci.


(foto da internet)


Il Natale era il pretesto per una fotografia sull' Italia e suoi costumi. Per Aurelio De Laurentiis sono continuati ad essere "instant movies" «capaci di raccontare per un quarto di secolo l' evolversi della società italiana». Mi fa ridere che si dia importanza sociologica a un normale prodotto industriale. Il cinepanettone è una piccola saga italiana popolare. Inutile prendersela seè volgareo fatto male. Fa soldi, ha un pubblico fedele. Dal punto di vista industriale è un'operazione molto sana».

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Odio il cinema panettone!!

Anonimo ha detto...

Ne ho visti tantissimi di film di natale, mi divertono sempre

http://casteldilama.hostzi.com/Storia.html