lunedì 11 gennaio 2010

Una guida Michelin nei tempi di crisi

(foto da internet)


Non poteva mancare l'appuntamento tristemente fisso di Dove, la "guida Michelin dei poveri", con l'aggravante che in tempi di crisi gli indigenti sono sempre più in aumento e si sta intaccando la classe media che, fino a poco tempo fa, era impensabile potesse servirsi di questo vademecum.
Ci sono tante storie difficili e, spesso, drammatiche raccontate dalla Comunità di Sant'Egidio nella presentazione della ventesima edizione della guida "Dove mangiare, dormire, lavarsi".
Nato nel 1990 e da allora ripubblicato puntualmente ogni anno, il libro contiene tutti i riferimenti utili per i senza fissa dimora che vivono in città, o per chi semplicemente non sa più come far fronte ai bisogni essenziali: 28 mense, 33 dormitori, 24 ambulatori specializzati, 106 centri di ascolto. Ma anche centri di avviamento al lavoro, sportelli informativi per i migranti e per i rifugiati politici. 205 pagine e 750 indirizzi in tutto, 22 in più rispetto all’edizione dell’anno scorso.
Sono sedicimila le copie stampate, distribuite gratuitamente nelle parrocchie, nei centri della Comunità di Sant'Egidio e direttamente in strada, insieme al cibo e alle coperte portate dai volontari delle associazioni che offrono il loro servizio. E il "Dove" non è ormai un'esperienza limitata alla realtà romana: la "guida Michelin dei poveri", come viene spesso definita, viene pubblicata quest'anno anche a Milano, Napoli, Genova, Barcellona e Buenos Aires. «Senza questo elenco di indirizzi – spiega Mario Marazziti, portavoce di Sant'Egidio – la vita di molte persone sarebbe molto più dura, a volte impossibile».


(foto da internet)


Ma la presentazione del vademecum è anche un'occasione per fare il punto sulla povertà in generale. L'Italia ospita un milione di poveri assoluti, ovvero uomini, donne e bambini che hanno difficoltà a sfamarsi. Esistono poi i "poveri relativi", persone che consumano meno della metà della media nazionale: sono 8 milioni e sono in costante aumento, a causa della crisi economica. Il cosiddetto "nuovo povero", messo ai margini dalla perdita del potere d'acquisto di salari e pensioni, ha nella maggior parte dei casi il volto di un anziano solo, che non riesce a far fronte alle spese sanitarie. Ma a rischio indigenza sono anche i giovani: il 22% dei ragazzi italiani non studia, né cerca un'occupazione. In tutta Europa li chiamano Neet, Not Employed Educated or Trained. Hanno perso la fiducia a causa di esperienze di lavoro negative, e ora vivono senza prospettive.


(foto da internet)


Poi ci sono gli stranieri: il centro Genti di Pace della Comunità di Sant'Egidio: dopo l'esplosione dell'Est Europa nel recente passato, oggi i numeri parlano di Africa. A seguire Bangladesh e Romania. Senza dimenticare i casi di disagio sociale estremo, nei campi rom e nelle carceri, dove finiscono soprattutto i poveri. Ma anche molti migranti regolari residenti da anni a Roma, che pagano le tasse e possiedono un conto in banca, vivono in condizioni sempre più difficili.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

leggete qui: http://www.repubblica.it/cronaca/2010/01/11/news/osservatore_accusa_razzismo-1908659/
ciao
Luis

Anonimo ha detto...

Non solo in Italia succede: guardate che succede a Vic!!
Santi

Bibiana ha detto...

Al meno in Italia c'è questa guida, in Spagna ciascuno si cerca la vita, e anche il numero di poveri cresce e cresce. Sono tempi veramente difficile.