venerdì 22 gennaio 2010

La dolce vita compie 50 anni



(foto da internet)

Il capolavoro di Fellini compie 50 anni; uscì, infatti, nel febbraio del 1960. Stroncato dalla chiesa cattolica e difeso dalla sinistra italiana, La dolce vita
conobbe, però, anche la critica feroce di due grandi intellettuali italiani, quali Pasolini e Calvino che stroncarono senza mezzi termini il film.
E se i critici cinematografici videro ne La dolce vita lo specchio in cui si fissava l'entrata dell'Italia nella modernità, l'inizio del consumismo, una certa aria di dissolutezza; un paese che stava cominciando a cambiare il proprio volto, abbandonando i personaggi cari al neoralismo, Pasolini, Calvino e la chiesa, invece, suscitarono forti polemiche attorno al film.
La prima nazionale si tenne il 5 febbraio del 1960 al cinema Capitol di Milano. La proiezione finì male: sputi e fischi, diretti a Fellini e a Mastroianni, salutarono la pellicola.
L’Osservatore romano pubblicò due articoli durissimi intitolati La sconcia vita e Basta! In parlamento ci furono interpellazioni di parlamentari preoccupati che il film potesse gettare un’ombra calunniosa sulla popolazione romana.

(foto da internet)

La sinistra italiana
fece blocco: i comunisti ne rivendicarono il valore di denuncia e i socialisti lo usarono per un manifesto elettorale: mostrava operai con lo slogan
Loro non fanno la dolce vita.
In questo clima,
Pier Paolo Pasolini espresse la posizione più sorprendente. Un circolo romano, organizzò un dibattito al Teatro dei Servi con Alberto Moravia sulla pellicola. Pasolini lesse la famosa relazione intitolata
Per me si tratta d’un film cattolico:
"L’ideologia di Fellini s’identifica con un’ideologia di tipo cattolico: l’unica problematica ravvisabile alla lettera, o quasi, nella
Dolce vita è il rapporto non dialettico tra peccato e innocenza: dico non dialettico perché regolato dalla grazia[...] Soltanto delle goffe persone senza anima - come quelle che redigono l’organo del Vaticano - soltanto i clerico fascisti romani, soltanto i moralistici capitalisti milanesi, possono essere così ciechi da non capire che con
La dolce vita si trovano davanti al più alto e al più assoluto prodotto del cattolicesimo di questi ultimi anni".
Anche Italo Calvino parlò di film cattolico, in un’intervista sulla rivista Cinema Nuovo affermò:
"La dolce vita è un esempio di film ideologico. Proprio in Italia, dove il romanzo di dibattito ideologico cattolico non ha mai attecchito, il film ideologico perfetto ci viene da parte cattolica. Ma è importante il fatto che sia cattolico? Mah, io non direi che significhi molto. Una perfetta macchinetta narrativa a sfondo ideologico si può costruire come puro prodotto artigianale al servizio delle ideologie più diverse".

Il fronte cattolico era, però, tutt'altro che compatto. Alcuni cardinali si erano compromessi approvando il film e in particolare si distinsero i gesuiti: la loro rivista, Civiltà cattolica, interpretò La dolce vita proprio in chiave pasoliniana: la Ciangottini (l'adolescente Paola) che appare a Marcello sulla spiaggia, nella scena finale, altro non è se non l’immagine della grazia divina.
Il film, comè noto, vinse la Palma d'oro al 13º Festival di Cannes, ebbe un grandissimo successo di pubblico e battè ogni record di incassi, entrando nel costume e persino nel linguaggio.
Buon compleanno!

5 commenti:

Mariló ha detto...

Meraviglioso film e mitica la scena quando Anita Ekberg esce dalla fontana !!!

Anonimo ha detto...

Questo è un film mitico. L'ho visto 4 o 5 volte.
Vicente

Ada ha detto...

Ho visto questo film il fine di settimana scorso... Mi pare un film un po senza senso, mà è vero che questa scena è mítica e Anita Ekberg bellíssima!!!

Anonimo ha detto...

Concordo con Pasolini, ma resta un film eccezionale.
Tiziana

Anonimo ha detto...

Adoro questo film e Mastroianni.
Sara