mercoledì 22 dicembre 2010
Auguri di buone feste!
I Chiodini vi augurano buone feste con alcune canzoni natalizie.
Attenzione con i regali di Natale!
Ovviamente, non poteva mancare un po' di ironia!
E non poteva neanche mancare la sua grande voce!
Ci rivediamo lunedì 10 gennaio!
lunedì 20 dicembre 2010
Anche i turisti pagano le tasse ... a Roma
La conferma sull'introduzione della tassa di soggiorno per i turisti è arrivata dal sindaco Alemanno, che ha proposto questa misura, per ripianare il debito da 9,6 miliardi del Campidoglio «È giusto che i turisti contribuiscano alle spese del comune di Roma perché la loro presenza è uno dei motivi dello squilibrio di bilancio».
E voi che ne pensate?
venerdì 17 dicembre 2010
Auguri chiodini!
mercoledì 15 dicembre 2010
La più amata dagli italiani
C'era una volta uno spot che recitava così... Scavolini la cucina più amata dagli italiani. Oggi la frase non si riferisce solo ad una cucina. L'abbiamo letta uguale, accompagnata, però, da altre definizioni: «è la più amata dagli italiani, è come una bella donna, una brezza marina e vento fresco di montagna. È innovatrice, ma anche gelosa delle sue tradizioni, della sua identità nazionale».
Di Barcellona, la città più amata dagli italiani; la città non italiana più conosciuta dagli italiani; l'unica in Europa in cui gli italiani sono la comunità più numerosa.
Per il Belpaese Barcellona è sport e cultura: il Camp Nou contro il Museo Picasso, Montjüic contro la Sagrada Familia. Ma è soprattutto vita in strada, gente nei bar, chiacchiere nelle terrazas, tapas e pane con il pomodoro. Castelli umani e danze antiche, insomma sardanas contro flamenco.
(foto da internet)
Ecco il ritratto degli italiani in Catalogna: appartengono a una nuova classe, apparentemente invisibile, che si sta formando da circa vent'anni, una classe che non fa parte della borghesia italiana, che non rientra nell'esercito di precari, né in quello dei raccomandati per famiglia, politica, censo e appartenenza. È una strana compagine di quarantenni, trentenni, ventenni che ha abbandonato l'Italia appena finiti gli studi, o addirittura durante gli studi, fulminata sulla via dell'Erasmus dalla scoperta che la vita all'estero, in Europa, poteva essere tre volte più interessante, facile, appassionante che in Italia.
(foto da internet)
Non si tratta di emigrati nel vero senso della parola e nemmeno di una fuga di cervelli, ma di italiani, ragazzi e ragazze, uomini e donne che stanno all'estero in Europa «come se fossero in Italia». Persone che hanno scoperto che le complicazioni burocratiche, il clima fatiscente e ricattatorio dell'università italiana, lo strangolamento delle potenzialità giovanili è una malattia, almeno fino alla crisi, solo italiana e semplicemente, rapidamente, si sono messi in salvo con un'ora di aereo. E molti hanno scelto Barcellona, bella come Napoli, con quel clima mediterraneo che fa vivere meglio, ma, allo stesso tempo, urbe lavoratrice come Milano, però sicuramente più accessibile e meno cara.
(foto da internet)
E proprio vivendo fuori che si scopre di essere italiani a dispetto di tutto e tutti. Eh sì, se in Italia gli italiani sono individualisti e si guardano bene dal far gioco di squadra, all'estero si scoprono ad avere qualcosa di particolare che li distingue dagli altri, un'italianità che gli "altri", gli "stranieri" riconoscono subito e che, spesso, considerano una qualità e non solo un tic nervoso...
lunedì 13 dicembre 2010
El circo de las ilusiones
Sam Stourdzé, curatore della mostra, nel presentare ai media l'esposizione ha spiegato:
Spesso pensiamo allo stravagante universo di Fellini come frutto dell'immaginazione, ma di fatto il materiale di base su cui lavorava era la realtà, dalle riviste alle fotografie divorate fin dall'infanzia alla stampa.
Così come il mitico bagno di Anita Ekberg nella Fontana di Trevi, ispirato allo striptease di una ballerina libanese e attrice di serie B, Aiche Nanà, durante una serata al Rugantino di Roma nel 1958, che suscitò lo scandalo che per settimane tenne banco sulla stampa italiana, come testimonia la rivista Tempo, inclusa nella mostra, assieme alle foto dell'epoca.
Fellini è riuscito a portare su pellicola un immaginario visionario e allo stesso tempo significativo ed emozionante: questo suo mondo ora viene esplorato nel suo fascino immortale in questa mostra da non perdere!
venerdì 10 dicembre 2010
La Donna dello specchio
mercoledì 8 dicembre 2010
Un Natale italiano
Il Natale 2010 ha già bussato alle porte. In Italia, l'arrivo del Natale è segnato soprattutto dai supermercati e dalle pubblicità che bombardano con i panettoni, poi arrivano le luci e gli addobbi natalizi, e infine, quest'anno con un po' di anticipo, anche il cinema festeggia il suo Natale con il solito cinepanettone, un genere cinematografico che ormai ha il suo ruolo nel cinema e nella società italiana.
Dunque, vista la bufera che si sta abbattendo sulla politica italiana, a distrarre un po' arriva il cinepanettone, quest'anno con anticipo, come recita lo slogan di A Natale mi sposo, per la fame d'incassi: se al supermercato i panettoni sono presenti già da novembre, perché le sale non possono fare la stessa cosa?
È già pronta la commedia di Massimo Boldi, mentre dal 17 dicembre arrivano altri due titoli a uso e consumo natalizio: il classico Filmauro Natale in Sudafrica
e La banda dei Babbi Natale, con Aldo Giovanni & Giacomo, e sì proprio quelli di Chiedimi se sono felice.
Consumata la rottura con Christian De Sica, Boldi aveva finora evitato lo scontro diretto. A Natale mi sposo, invece, stacca il rivale di tre settimane, ed è un clone del cinepanettone vecchio stile. «Dopo 25 anni di sodalizio ho diritto anch' io al titolo natalizio», rivendica il comico milanese. Ambientato tra le nevi di Saint Moritz, gioca su equivoci goderecci e gag scatologiche. Il comico di A Natale mi sposo rivendica la sua comicità, ovviamente a discapito della politica: «Io faccio una comicità popolare, la vera volgarità è quella dei politici ..».
Sempre sotto le feste si fa un gran parlare del successo dei cinepanettoni natalizi e della loro volgarità. Aurelio De Laurentiis lo porta avanti da cinque lustri, si basa su comici che ruotano attorno al mattatore Christian De Sica (ma fino a qualche anno fa c’era la presenza fissa di Massimo Boldi), bellone più o meno vestite, volgarità assortite - soprattutto parolacce e battute grevi, allusioni sessuali esplicite e disavventure “scatologiche” (che hanno a che fare, cioè, con gli escrementi…) - ma anche tante gag, giochi di parole e meccanismi da commedia degli equivoci.
Il Natale era il pretesto per una fotografia sull' Italia e suoi costumi. Per Aurelio De Laurentiis sono continuati ad essere "instant movies" «capaci di raccontare per un quarto di secolo l' evolversi della società italiana». Mi fa ridere che si dia importanza sociologica a un normale prodotto industriale. Il cinepanettone è una piccola saga italiana popolare. Inutile prendersela seè volgareo fatto male. Fa soldi, ha un pubblico fedele. Dal punto di vista industriale è un'operazione molto sana».
lunedì 6 dicembre 2010
Questioni di cuore
Neanche la loro vita sentimentale è un granchè: Aldo passa il tempo a cercare di mollare l'insopportabile e isterica fidanzata Silvana, innamorandosi continuamente di altre donne; Giovanni invece è concentrato solo sul lavoro fino a quando non incontra, innamorandosene perdutamente, l'hostess Marina; Giacomo resta solo immaginandosi di incontrare l'amore perfetto.
Ed infine, anche l'amicizia consolidata dei tre sembra precipitare rapidamente verso una disastrosa, ma non per questo meno divertente, conclusione.
Commedia divertente e piacevole, cosparsa di gag azzeccate, che merita sicuramente una visione.
Trama:
Alberto ed Angelo hanno un infarto. Nella sala rianimazione dell’ospedale, dove entrambi vengono ricoverati, avviene l’incontro tra due tipi opposti, che la malattia e la paura della morte rendono più disponibili e percettivi. Nasce così una profonda amicizia, cementata dall’esperienza comune di essere stati entrambi al cospetto della morte. Usciti dall’ospedale, la vita appare cambiata e i due diventano indispensabili l’uno all’altro. Alberto, che è rimasto solo, si trasferisce a vivere con Angelo e la sua famiglia: la bella moglie Rossana e i due figli…
Liberamente tratto da Una questione di cuore di Umberto Contarello, si tratta di un film commovente che fa sorridere ed emoziona nel contempo.
Speriamo che vi piacciano!
mercoledì 1 dicembre 2010
Mario Monicelli Addio!
Un volo dal quinto piano dell'ospedale San Giovanni di Roma. Scompare così Mario Monicelli, ultimo grande maestro del cinema italiano. Il regista si è ucciso lanciandosi, intorno alle 21 di lunedì scorso, dal reparto di urologia dell'ospedale San Giovanni di Roma, dove era ricoverato dalla domenica. Il cineasta aveva 95 anni e soffriva di un tumore alla prostata.
Viareggino, classe 1915, Monicelli è considerato uno dei padri della commedia all'italiana. Negli ultimi anni di vita gli è toccato l'ingrato compito di commentare la morte di numerosi e cari colleghi. Lo ha fatto con arguzia e cinismo e senza sentimentalismi. La vena caustica e amarognola delle sue opere, l'aveva di recente riservata alle sue uscite pubbliche. Aveva preso parte al Viola Day di febbraio e al primo No B day nel dicembre scorso a Piazza San Giovanni. E aveva incitato i giovani a tenere duro: «Viva voi, viva la vostra forza, viva la classe operaia, viva il lavoro. Dobbiamo costruire una Repubblica in cui ci sia giustizia, uguaglianza, e diritto al lavoro, che sono cose diverse dalla libertà».
L'Italia era per lui «una penisola alla deriva».
La notizia, in diretta, l'ha data Fabio Fazio durante la trasmissione Vieni via con me (Programma condotto con Roberto Saviano su Rai Tre).
Monicelli ha inventato la commedia all'italiana nel '58 con I soliti ignoti e ne ha dichiarato la fine vent'anni dopo con Il borghese piccolo piccolo. In mezzo ha fabbricata l'unica epica di cui disponiamo, tragicomica, amorale, ma grande. Da parte sua, era quanto di più lontano dai suoi personaggi si potesse immaginare. Anti retorico, moralista, sempre a schiena dritta, con un profondo credo nei suoi valori laici, socialisti, libertari, antropologicamente antifascista.
È paradossale che un anti italiano così fieramente minoritario abbia ottenuto un tale immenso successo. Frutto, secondo Monicelli, anche di un significativo fraintendimento. «Ho quasi sempre descritto personaggi mostruosi. All'estero si stupiscono che gli italiani li trovino tanto simpatici».