Quest'anno Carla Fracci compirà 84 anni. Da più di sessant’anni calca le scene mondiali. È stata prima ballerina, stella e diva. Carla Fracci è stata insignita di ogni medaglia, di ogni onorificenza, ha ricevuto milioni di mazzi di fiori e ha lavorato con i più grandi artisti, musicisti e registi del mondo.
Una fama che le fa piacere, quella che illumina il suo nome, ma che non l’ha cambiata, da quella figlia di umili che era e che ancora è. Non l’ha spersonalizzata, non l’ha distrutta, come è successo a tanti altri.
Al contrario, Carla Fracci è riuscita ad attraversare la storia rimanendo fedele a se stessa, alle sue origini, a quegli insegnamenti lontani che hanno segnato i suoi primi passi.
(foto da internet)
Una fama che le fa piacere, quella che illumina il suo nome, ma che non l’ha cambiata, da quella figlia di umili che era e che ancora è. Non l’ha spersonalizzata, non l’ha distrutta, come è successo a tanti altri.
Al contrario, Carla Fracci è riuscita ad attraversare la storia rimanendo fedele a se stessa, alle sue origini, a quegli insegnamenti lontani che hanno segnato i suoi primi passi.
La Fracci e suo marito Beppe Menegatti hanno sempre appoggiato il lavoro dei giovani che fanno parte della loro compagnia: li hanno aiutati ad allestire spettacoli e animazioni magari con pochissimi soldi. Ma nella loro vita non c’è solo l’arte. E quando il mondo da fuori chiama, Carla Fracci e Beppe Menegatti non si tirano mai indietro, soprattutto quando il mondo chiama per la pace (la Fracci è ambasciatrice per l’Unesco), quando chiama per i diritti dei più deboli, quando chiama per difendere e promuovere la cultura nelle scuole.
La Fracci è nata a Milano il 20 agosto 1936. Il padre faceva il tranviere e aveva la passione per il tango. La portava spesso nelle balere a guardare ballare.
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Entrò alla Scala per un caso fortuito: un amico di famiglia, professore d'orchestra del teatro milanese, suggerì ai genitori di iscriverla alla scuola di ballo. Quando, piccolina e fragile, si presentò agli esami di ammissione, i commissari non la presero molto in considerazione, ma il suo viso dolce suscitò tenerezza in una maestra presente all'audizione e Carla venne ammessa. Si diplomò nel 1954 ed entrò a far parte del Corpo di Ballo nel 1955.
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Dopo il passo d'addio al termine della scuola, avvenne il classico colpo di fortuna. Alla Scala si rappresentava Cenerentola e Violette Verdy, prima ballerina dell'Opéra di Parigi, rinunciò ad alcune recite. Carla Fracci venne chiamata in palcoscenico per provare la parte e venne scelta come sostituta. Il debutto trionfale avvenne il 31 dicembre 1955. Da quel momento iniziò la sua luminosa carriera. Nel 1958 divenne prima ballerina della Scala e nello stesso anno avvenne il grande incontro con il coreografo John Cranko che la volle come Giulietta nella sua nuova versione di Romeo e Giulietta per la Fenice di Venezia. Successivamente, nel 1959, interpretò al Royal Festival Hall di Londra per la prima volta Giselle: personaggio con il quale la ballerina milanese si affermò in tutto il mondo. Seguì un lungo elenco di eroine del balletto: Aurora, Gelsomina, Odile/Odette, Swanilda, magistralmente da lei interpretate e che, grazie alla sua straordinaria sensibilità, la consacrarono come la ballerina-interprete per eccellenza.
La Fracci danzò in Italia e all'estero con partner d'eccezione: Rudolph Nureyev, Milhorad Miskovich e tanti tanti altri.
Nel 1988 diventò direttrice del Corpo di Ballo del San Carlo di Napoli e successivamente dell'Arena di Verona e del Teatro alla Scala. Dal 1995 al 1997 diresse il corpo di ballo dell'Arena di Verona. Dal 1994 è membro dell'Accademia di Belle Arti di Brera. Dal 1995 è anche presidente di Altritalia Ambiente, associazione ambientalista.
Nel 1988 diventò direttrice del Corpo di Ballo del San Carlo di Napoli e successivamente dell'Arena di Verona e del Teatro alla Scala. Dal 1995 al 1997 diresse il corpo di ballo dell'Arena di Verona. Dal 1994 è membro dell'Accademia di Belle Arti di Brera. Dal 1995 è anche presidente di Altritalia Ambiente, associazione ambientalista.
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Nel 2002, lanciò una vera e propria sfida a se stessa: vestì, in quella stagione, i panni maschili di Amleto sul palcoscenico del Teatro dell'Opera a Roma, in un balletto ispirato all'omonimo dramma shakespeariano: interpretò un ruolo maschile, unica donna attorniata da una compagnia di uomini.
Attualmente è la direttrice del Corpo di Ballo dell'Opera di Roma.
Dal giugno 2009 al 2014 è stata Assessore alla Cultura della Provincia di Firenze. È stata Ambasciatrice di Expo Milano 2015 e, nel dicembre 2013, Arnoldo Mondadori Editore pubblicò la sua autobiografia Passo dopo passo a cura di Enrico Rotelli.
Carla Fracci, la piccolina che non sarebbe mai potuta diventare una ballerina, con il suo spiccato spirito di sacrificio, è diventata un mito della danza: un esempio per tutti i giovani allievi.
Il grande poeta Eugenio Montale le dedicò dei bellissimi versi: La danzatrice stanca>>.
Debuttò nel cinema, nel 1981 con La vera storia della signora delle camelie, di Bolognini, e nel piccolo schermo, nel 1982, con l'interpretazione di Giuseppina Strepponi, nello sceneggiato televisivo Verdi.
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