lunedì 4 dicembre 2017

Oltre il congiuntivo



(foto da internet)


"Avreta? E già è femminile", dice il mitico Totò, nella famosa scena della lettera dettata a Peppino De Filippo, nel simpatico compendio di strafalcioni del film Totò, Peppino e la malafemmina di Camillo Mastrocinque

Il Dizionario Treccani, alla voce strafalcione, dice: strafalcione [der. di strafalciare]. - [errore grossolano, nel parlare o nello scrivere: dire uno s.; un compito pieno di s.] ≈ (fam.) castroneria, (pop.) marrone, (non com.) scorso, (fam.) sfarfallone, (fam.) sfondone, sproposito, svarione (...).
La palma degli strafalcioni, tra i politici italiani, spetta, in questi tempi, a Luigi Di Maioil leader del Movimento 5 stelle.



(foto da internet)

Di Maio, figlio di un'insegnante d'italiano e di latino, ha frequentato il liceo classico (!) ed è stato iscritto presso la facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Napoli senza tuttavia completare gli studi.
È, attualmente, vicepresidente della Camera dei deputati. 
Gli strafalcioni del pentastellato sono numerosi: l'ultimo svarione del Nostro fu quello nella trasmissione Che tempo fa, condotta da Fabio Fazio; il politico, in diretta, affermò di essere andato all'estero per incontrare i suoi alter ego! (sic) (per omologhi).





(foto da internet)

Sempre il buon Di Maio, tempo fa, si cimentò con un insidioso tweet, incentrato sul congiuntivo, sul suo account, che diceva (tema: cyberspionaggio): "Se c'è rischio che soggetti spiano massime istituzioni dello Stato...", che ricevette gli sfottò dal popolo della rete. Di Maio incassò le critiche, eliminò il tweet e ci riprovò: "Se c'è rischio che massime istituzioni dello Stato venissero spiate qual è il livello di sicurezza...".
Gli utenti di Twitter raddoppiarono la dose e si scatenarono: "Ritenta, sarai più fortunato", scrisse uno, mentre un altro si offrì per pagare al deputato un doposcuola di grammatica. 
A peggiorare la situazione ci fu anche un altro tentativo (e tre!) del Nostro di rimediare quanto sopra, questa volta su Facebook. Di Maio scrisse: "Se c'è il rischio che due soggetti spiassero le massime istituzioni dello Stato qual è il livello di sicurezza...". Un pastrocchio infinito.


(foto da internet)


Comunque, Di Maio non è nuovo a questi scivoloni grammaticali. Uno dei più noti fu quello che lo vide sul palco di un comizio organizzato con Grillo a Nettuno, in cui il deputato disse testualmente: "Come se domani presentassi venti esposti contro Renzi, lo iscrivessi nel registro degli indagati e verrei in questa piazza e urlerei Renzi è indagato". 
Oltre alla grammatica, Di Maio si è cimentato anche con la geografia e con la storia,  a settembre paragonò Renzi a Pinochet in Venezuela (sic) e recentemente dichiarò che la Russia si affaccia sul Mediterraneo...
Un altro pentastellato doc, Alessandro Di Battistadiplomato al liceo scientifico Farnesina della capitale, laureato al DAMS dell'Università degli Studi Roma Tre, ebbe dei seri problemi con l'imperativo (che in italiano, nella terza persona del singolare, si prende in prestito dal congiuntivo), alla Fantozzi, che snocciolò in alcuni talk show:  "mi facci finire" e "Lei non mi interrompi".  





(foto da internet)

Nel 2014 ancora un altro pentastellato, il portavoce alla Camera Davide Tripiedi, cominciò il suo intervento in aula con un "sarò breve e circonciso" (sic). A correggerlo -sbagliando pure lui!- intervenne Simone Baldelli, deputato di Forza Italia: "Coinciso (participio passato del verbo coincidere, ndr), quello è un'altra cosa". In due per cercar di tirar fuori il termine conciso, ma proprio no...
Ma gli strafalcioni sono davvero bipartisan: basti pensare alla famosa gaffe dell'ex ministro berlusconiano dell'Istruzione Mariastella Gelmini, che disse: "Alla costruzione del tunnel tra il Cern e i laboratori del Gran Sasso (circa 730 km di distanza, ndr), attraverso il quale si è svolto l'esperimento, l'Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro". 





(foto da internet)

E poi c'è Matteo Renzi, che, a quanto pare, fa fatica con le citazioni. Attribuì erroneamente a Jorge Luis Borges, durante l'intervento in occasione della sua visita in Argentina, un testo poetico anonimo (La amistad) e scivolò su Dante Alighieri di fronte al parlamento Ue: il famoso verso della Divina Commedia "fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza", si trasformò in una banale conoscenza
Strafalcione dell'ex premier anche sul latino: il  segretario democratico ospite in tv, volle citare Virgilio  "Amore omnia vincit",  e subito venne corretto dal direttore dal conduttore: "Amor..."
E ancora ricordiamo Clemente Mastella, che, nel 2008 in Senato, quando dichiarò che non avrebbe più votato la fiducia a Romano Prodi, lo fece recitando  i versi della poesia “Lentamente muore”, con tanto di attribuzione (sbagliata) al cileno Pablo Neruda. La poesia, ahimè, era della brasiliana Martha Medeiros.





(foto da internet)

E che dire di Maurizio Gasparri, anch'egli con la maturità classica in tasca, che su Twitter, e sulla candidatura di Giorgia Meloni a sindaco di Roma, confermò: "È vero che è figlia della storia di destra e proprio per quello a suo tempo le chiesimo la disponibilità". Chiesimo e via, quasi come il grande Totò...



(foto da internet)


In questi giorni il cantante-professore Lorenzo Baglioni ha lanciato una canzone intitolata Il congiuntivo (vedi>>),  che ha raggiunto, in un giorno, quasi un milioni di visualizzazioni.  Baglioni fa l'insegnante di matematica e, allo stesso tempo, calca le scene da cantante rap. 
Ha affermato: "Ogni secondo in Italia vengono sbagliati 79 congiuntivi. È ora di dire basta! Tutti insieme possiamo cambiare le cose: condividi il video".
Baglioni ha anche ottenuto il riconoscimento dell'Accademia della Crusca, e i suoi fan lo acclamano sui social: "Lorenzo Baglioni ministro dell'Istruzione". E richiedono: "una statua, un busto, un santuario a queste menti geniali che spiegano la scienza e la grammatica con la musica e col sorriso".
Giustissimo. Dove si deve firmare?

p.s. Il nostro blog chiuderà per il ponte dell'Immacolata sino a lunedì 11 dicembre. A presto.



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