(foto da www.lastampa.it)
C’è tutta la storia del ’900, condensata, rivisitata ma ben presente e viva: sono duecento le immagini contenute nel volume Le pubblicità di Natale che hanno fatto epoca, pubblicato da Interlinea nella collana Nativitas. Cartoline, volantini, illustrazioni promozionali e augurali che raccontano il Natale di Motta, Gilette, Tobler, raccolte adesso in un libro di oltre 200 immagini a colori ed esposte fino al 19 gennaio nella biblioteca palazzo negroni di Novara. Partono da fine ’800 e arrivano alla metà degli Anni 70: le ha raccolte il genovese Walter Fochesato: dalla sua enorme collezione sono stati selezionati, insieme all’editore Roberto Cicala, i pezzi più rappresentativi.
(foto da internet)
Walter Fochesato possiede una collezione tutta particolare: le pubblicità che hanno a che fare con il Natale; una raccolta, rigorosamente cartacea, che è un trionfo di alberi e palle, candele e lumini, renne o Babbi Natale e tutta la multiforme varietà che a partire più o meno dall’inizio del Novecento ha reso più colorate (e commerciali) le feste degli italiani. La collezione Fochesato diventa un libro, Le pubblicità di Natale che hanno fatto epoca, e per festeggiarlo, ecco in mostra le riviste, segnalibri, volantini, biglietti augurali, copertine che pubblicizzano davvero di tutto, dal formaggino Mio ai Baci Perugina, dalla mitica lettera 32 della Olivetti alle strenne Bompiani. Il viaggio attraversa i terreni fantasiosi di cartellonisti e artisti (c’è anche una pubblicità futurista di Fortunato Depero), pubblicitari, grafici, e tanti, tanti anonimi.
(foto da internet)
Dalle automobili all'opera lirica, dai grandi magazzini all'abbigliamento, l'evoluzione della comunicazione ha accompagnato il boom economico e ha lasciato il segno nella réclame natalizia. Panettoni, dischi, profumi, elettrodomestici, libri, dolciumi: Natale riesce sempre a rendere dolce e attraente l’attesa dei doni sotto l’albero. Un esperto di illustrazioni, dopo il successo di Auguri di buon Natale, dedicato alle cartoline d’auguri, ha selezionato le pubblicità più belle che hanno fatto epoca e spesso sono espressione d’arte. Per non dimenticare che è stata la pubblicità a imporre Babbo Natale tutto vestito di rosso con una bibita in mano. Infatti unica eccezione ad una rassegna tutta italiana sono le campagne natalizie della Coca Cola, perché si ritrova qui l’iconografia di Babbo Natale che ci ha portato ad identificare il nostro San Nicola con un omone canuto e barbuto, abbigliato in uno sgargiante costume rosso con bordi bianchi, rubicondo e goloso. La sua trasformazione era iniziata già da tempo, come testimoniano i disegni di Norman Rockwell, ma la definitiva consacrazione avvenne con la grande campagna promozionale della bevanda, basata sulle illustrazioni di Haddon Sundblom, durante la grande depressione degli Anni 30. Immagini che dall’America giunsero anche in Italia, insediandosi per sempre nella nostra memoria.
Un patrimonio condensato in un volume natalizio in cui si ritrovano le immagini dell’infanzia di chi ha qualche anno in più: «La scelta compiuta per questo libro - ha spiegato Cicala durante la presentazione - funziona per tutti: per gli appassionati d’arte, di industria, di lettura».
(foto da internet)
Lo conferma lo stesso Fochesato, fra i maggiori esperti di letteratura per l’infanzia e storia dell’illustrazione. Da molti anni è coordinatore redazionale del mensile Andersen. Insegna al dipartimento di Scienze della formazione dell’Università di Genova e Storia dell’illustrazione all’Accademia di belle arti di Macerata: «Attraverso queste materiali passa la nostra storia personale, ma anche politica, sociale ed economica». Lo racconta bene la copertina di una rivista degli Anni 40, opera di Lele Luzzati: dietro le figure di Maria e Giuseppe in primo piano si intravedono gli echi della guerra nel paesaggio di fondo. La realtà in queste immagini viene rispecchiata, filtrata, migliorata ma non ignorata: «Le copertine natalizie di Grand Hotel della fine degli Anni 40 di Giulio Bertoletti ci rimandano ad un’Italia ottimista a tutti i costi, ben diversa dalle condizioni difficili di quell’epoca».
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