mercoledì 19 maggio 2010

Fra i migliori ristoranti del mondo



Ferrán Adrià ha ceduto dopo quattro anni consecutivi lo scettro come miglior chef del mondo all'allievo rivale René Redzepi. Redzepi, trentaduenne chef del ristorante danese Noma, gestisce il miglior ristorante del mondo secondo la classifica stilata dalla rivista inglese Restaurant Magazine che, in partnership con l'italiana S. Pellegrino, ogni anno pubblica una graduatoria dei primi 50 ristoranti del mondo sulla base delle valutazioni di 800 esperti internazionali di gastronomia.



Nella lista anche cinque ristoranti italiani, con in testa L'Osteria Francescana di Massimo Bottura, al sesto posto tra i migliori posti di tutto il pianeta. L’Osteria Francescana nasce a metà degli anni ’90, nel cuore di Modena e inizia il suo lungo e complicato percorso con una provocazione: applicare una tecnica di avanguardia alle materie prime della regione. Bottura sostiene:
Nella mia cucina – che amo definire “in punta di piedi” - la tecnica serve per nobilitare la materia prima. Cerco di interpretare i prodotti del territorio rispettandoli ed esaltandoli, come nel mio piatto “Cinque stagionature di Parmigiano-Reggiano in consistenze e temperature". (...) Diversi sono i piatti che mi rappresentano. Il croccantino di foie gras con cuore di aceto balsamico tradizionale ricoperto di mandorle di Noto e nocciole è uno dei miei cavalli di battaglia. E’ divertente il contrasto: l’austerità e il rigore della materia, il gioco delle forme, la piacevolezza di mangiare un classico con le mani come un gelato. E, tra le ultime creazioni, il bollito…non bollito. Ho ricostruito la tradizione emiliana per eccellenza – i bolliti – cercando di salvaguardare al massimo le proteine, le vitamine, le qualità organolettiche della carne. I bolliti non toccano l’acqua, la cottura sottovuoto a bassa temperatura ne mantiene intatto il gusto e il colore della carne rimane vivo, sbalorditivo.

Massimo Bottura ammette che, pur avendo avuto la fortuna di incontrare grandissimi maestri come Ducasse, Adrià e Coigny, la vera passione gli è stata trasmessa dalla sua famiglia che sin da piccolo lo ha abituato ai sapori buoni, portandolo a pranzo da Gualtiero Marchesi, da Peppino Cantarelli, da George Coigny. Inoltre sostiene che secondo lui le etichette non hanno senso, in quanto la cucina può essere solo di due tipi: buona o cattiva.

E per finire, vi invitiamo ad una cena virtuale nel miglior ristorante d'Italia. Buon appetito!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Tomo nota. Gracias.
X. M.