lunedì 17 maggio 2010

I luoghi del cuore

(foto da internet)



Antenne telefoniche selvagge, cartelloni pubblicitari che ostruiscono la vista di un paesaggio, scritte sui muri, costruzioni abusive. Il FAI (Fondo per l'ambiente italiano) e Intesa San Paolo ripropongono la quinta edizione di "I luoghi del cuore: cancelliamo insieme le brutture d'Italia", caratterizzata da un tono alquanto patriottico, visto che si avvicina l'anniversario dei 150 anni dell'Unità d'Italia.

Attenzione! Al centro della campagna non solo monumenti famosi o opere d'arte, ma i luoghi che più stanno a cuore, e sono deturpati da piccoli grandi brutture che ne offuscano la bellezza.


(foto da internet)





Lo slogan è "Segnala ciò che rovina". Fai e Intesa San Paolo segnaleranno le rovine più votate alle amministrazioni comunali affinché prendano provvedimenti. «Scheletri di cemento abbandonati, selve di cartelli e gazebi improvvisati nei centri storici, manifesti che deturpano il paesaggio, parcheggi abusivi, scritte su monumenti artistici, boschi di parabole e antenne televisive: sono solo alcuni esempi di come uno sviluppo non pensato e progettato con coerenza danneggi continuamente i luoghi in cui viviamo. E noi – scrive il Fai - finiamo per diventare due volte vittime: non solo perché il paesaggio che abbiamo negli occhi e nel cuore è pieno di queste ferite, ma anche perché talvolta finiamo addirittura per non accorgercene nemmeno più».





(foto da internet)


Sembra che il miglioramento dell'ambiente stia davvero a cuore agli italiani, visto che a rispondere sono stati migliaia di cittadini: una mobilitazione personale che diventa collettiva e va a incidere direttamente su ciò che circonda. Le risposte individuano un'Italia ferita in molteplici modi: non solo si sono evidenziate le brutture del Belpaese, ma i partecipanti hanno preso "possesso" dei luoghi, monumenti e paesaggi del censimento, interpretando la chiamata del FAI come un modo concreto per salvare i luoghi che amano e restituire loro l'integrità originaria. Quindi non solo cancellare gli elementi di disturbo, ma anche segnalare le urgenze che rischiano di compromettere la bellezza che circonda, una bellezza coniugata in tante diverse forme: castelli e chiese abbandonati, negozi storici che rischiano di scomparire, aree verdi condannate alla cementificazione, paesaggi rovinati da antenne abusive e da scheletri di costruzioni in disuso.










Sono già in molti i personaggi del mondo della cultura, delle istituzioni e dello spettacolo ad aver aderito alla campagna. C'è Beppe Grillo che chiede che sia rimossa la centrale a carbone sotto la Lanterna, simbolo della sua Genova. E poi Lucio Dalla che non sopporta parabole e condizionatori nei centri storici delle città; chi, invece, chiede di togliere le vecchie cabine, inutilizzate da anni, dal lungomare di Riccione e altri che vorrebbero che il Castello Sforzesco di Milano non fosse «illuminato come un lunapark». E non dimentichiamo i napoletani che vituperano contro la spazzatura che fa da adorno alla loro città.







Nella scorsa edizione, in testa ai luoghi segnalati dai cittadini, con 6.992 voti, il Castello della Colombaia di Trapani. Non una bruttura, anzi, un capolavoro le cui fondamenta risalgono addirittura ai Cartaginesi. Ma la "bruttura" sta nell'intrico burocratico che ritarda da anni il recupero e causa di conseguenza un degrado sempre più accentuato.
Al secondo posto 5.258 segnalazioni contro la possibile scomparsa della storica Libreria Bocca di Milano, che rischia di essere chiusa perché il nuovo contratto d'affitto - la libreria ha sede in Galleria Vittorio Emanuele - è insostenibile per un piccolo negozio "piccolo".













O la perplessità dei veneziani che quotidianamente vedono il bacino di San Marco offeso dalle gigantesche navi da crociera e dallo sfrecciare dei motoscafi. Lo stupore di chi vede una delle spiagge più belle d'Italia - la baia dei Turchi a Otranto - deturpata dallo scheletro di uno stabilimento balneare.

(foto da internet)



Il censimento, come spiega il FAI dimostra che «la sensibilità della gente è aumentata e che si è fatta largo nella mentalità degli italiani la consapevolezza che esistono beni di tutti, beni comuni di cui ciascuno è "comproprietario". L'aria, l'acqua, il paesaggio sono un patrimonio in pericolo che è dovere dei cittadini difendere a ogni costo, alleandosi con le istituzioni o esortandole a intervenire là dove invece latitano».

1 commento:

Anonimo ha detto...

Anche in Spagna ci sono molti posti orribili. Molti nella costa.
Sara