mercoledì 9 marzo 2016

La moda delle parole nuove


(foto da internet)

Dopo "petaloso" della settimana scorsa, continua la corsa all'invenzione di parole nuove. Adesso è la volta di una signora che afferma che il suo nipotino ha coniato il verbo "cincinnare". Il neologismo non allude, però, al ritirarsi a curare il proprio orto dopo aver vinto una battaglia, come si dice che fece Lucio Quinzio Cincinnato. No, il "cincinnare" è il "tintinnare di cristalli, o vetri meno nobili, durante un "cin cin", rito che peraltro non manca mai di incuriosire i bambini. 
La cerimonia si chiama "brindisi" ma il fatto in sé del bicchiere contro bicchiere non ha un suo nome. Lo chiamiamo "cincinnare"? Perché no? Non sarà mica peggio di "petaloso"!



Dopo che l'Accademia della Crusca ha detto che sì, in fondo, "petaloso", anche se del tutto inventato da uno scolaro di Copparo, Ferrara, è una parola ben formata, ce lo si poteva aspettare. Non c'è bambino che non inventi parole e da allora ogni altro nuovo conio infantile è stato rivendicato da genitori, nonni, docenti che lo hanno ascoltato e annotato come possibile estensione del lessico nazionale, sempre all'insegna dello stesso principio: "Non sarà mica peggio di petaloso, che vi piace tanto!".


(foto da internet)

Sembra che all'incauta, ma si spera divertita Crusca, sia giunta la bellezza di cinquecento proposte di nuove parole alla settimana, dopo che aveva diffuso la sua autorevole expertise su "petaloso". Fra le nuove proposte la maggioranza è in "-oso": "smoggoso", per inquinato e dunque malsano; "profumoso", "dondoloso", "cernieroso". Ognuna si riferisce a realtà più o meno intuibili. Al proposito ci sono i precedenti, a loro modo autorevoli: ricordate "sciccosa" "comodosa", "scattosa" "risparmiosa" e quello di Antonio Banderas con "inzupposo".
(foto da internet)

Ma fra le invenzioni infantili sono comparsi anche "brontolite" e "sbrocchevole": lemmi a cui invano daremmo la caccia dentro alla riserva di un vocabolario, ma che pure possiamo comprendere anche fuori da un loro contesto qualsiasi. "-ite" è il suffisso delle infiammazioni, la "brontolite" sarà allora un ardente e fastidioso inconveniente per chi indulge al malcontento; "-evole" è un'inclinazione, e quindi "sbrocchevole" sarà chi "perde la brocca" presto e volentieri.




(foto da internet)

Il fatto è che l'invenzione linguistica raramente è assoluta. Il più delle volte si appoggia a pezzi di lingua preesistenti che sono nuovi solo nel loro montaggio e rivelano così facilmente il significato che si è loro voluto dare. Lo stesso "petaloso", da cui tutto è partito, deve la sua forza non tanto alla sua novità quanto al collaudato stato di servizio degli elementi da cui è composto. Notevole per la sua costruzione analogica è "paceggiare", inteso come azione opposta al "guerreggiare": in un'epoca (e in un'epica altrettanto meschina) in cui "guerra" si traduce in "peace keeping", un lemma come "paceggiare" svolgerebbe un'azione quasi chiarificatrice, se solo le parole in sé potessero svolgere mai una qualsiasi azione. Ma invece una parola, nuova o usata o desueta che sia, può ambire al massimo a farci esprimere e (sperabilmente) farci comprendere meglio. 

Però attenti, che questi non sembrerebbero sintomi di salute per la lingua italiana!!!

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