mercoledì 11 aprile 2012

Maschi imbranati



Perché gli uomini s’imbranano davanti a una donna e non succede il contrario? Lo spiega uno studio dell’Università olandese di Radboud pubblicato su Archives of Sexual Behaviour: quando un uomo incontra una donna per lui minimamente appetibile disperde buona parte delle sue risorse mentali a fantasticare se, come e quando potrebbe portarsela a letto e ciò compromette le sue performance cognitive perché gli fa sprecare un sacco di energie mentali nell’intento di farle buona impressione. Questa reazione, che nel linguaggio popolare viene definita da cascamorto, s’innesca anche se l’incontro non è reale, ma solo telefonico oppure virtuale via internet, su Facebook o su Twitter.
Se poi l’uomo sa già prima di doversi incontrare con una donna il calo di prestazioni cognitive si verifica addirittura prima dell’incontro e negli annali della cinematografia non si contano le scene alla Woody Allen di appuntamenti galanti in cui il protagonista raggiunge livelli di imbranataggine impensabili. E la cosa interessante è che questo fenomeno si verifica indipendentemente dal fatto che l’uomo sappia o meno se la donna che è destinato a incontrare è bella o brutta, cioè, in termini psicosociali, se sia o meno una partner adatta all’accoppiamento. Il semplice fatto che si tratti di una donna è sufficiente, un risultato che tutto sommato va ad alimentare tante vecchie battute su quello che davvero interessa agli uomini.
L'ESPERIMENTO - I ricercatori olandesi hanno confermato in laboratorio la serie di studi che avevano finora portato a queste conclusioni con un semplice esperimento fatto con studenti eterosessuali di entrambi i sessi. Un ragazzo veniva sottoposto al famoso test di Stroop, lo psicologo che l’ha inventato settant’anni fa per valutare la concentrazione: vengono presentati rapidamente cartoncini con le parole dei colori (rosso, verde, giallo, ecc.), ma fra il colore e la parola non c’è mai corrispondenza. Chi fa il test deve ripetere ad alta voce ciò che legge, ma se non sta più che attento le sue aree cerebrali visive e quelle del linguaggio vanno in conflitto e commette errori. In questo caso l’esame era reso ancor più difficile dalla velocità con cui le parole erano presentate perché ormai al posto dei cartoncini di Stroop si usa lo schermo di un computer.
ERRORI A RAFFICA - Nell’esperimento tutto filava liscio finché al ragazzo non veniva fatto credere che lo stava osservando una ragazza attraverso una webcam: da quel momento commetteva molti più errori di quando invece gli dicevano che l’osservatore era del suo stesso sesso. La stessa cosa succedeva anche se gli veniva solo detto che la sua prova sarebbe stata visionata da una ragazza che lui non poteva vedere: cominciava a sbagliare ancor prima dell’attivazione della webcam, che in realtà non era mai accesa in nessuna delle due prove, ma tanto bastava per mandarlo in confusione. E anche in questo caso, se gli veniva fatto credere che a osservarlo sarebbe stato un altro ragazzo non si metteva a sbagliare. Che le sue capacità fossero comunque integre veniva confermato dal fatto che se gli dicevano di fare il test senza nessun presunto osservatore non commetteva errori. Quando le stesse prove venivano fatte con una ragazza le sue prestazioni non subivano alcuna influenza sia se le dicevano che la stava osservando un ragazzo o una ragazza sia quando le facevano credere che uno dei due l’avrebbe osservata.
Le donne sembrano immuni a questo fenomeno perché hanno un atteggiamento mentale opposto a quello dei maschietti: il loro primo pensiero infatti è quello di approfondire la conoscenza del maschio che incontrano per decidere con calma se è davvero qualcuno di cui fidarsi, cosicché la loro concentrazione mentale addirittura aumenta. In qualche incontro anche la donna s’imbrana come i maschi, ma per lo più questo accade quando è stata colpita dal famoso colpo di fulmine che secondo un altro studio dell’Università di Syracuse pubblicato su Psychology & Sociology altera le aree cognitive cerebrali di maschi e femmine allo stesso modo nell’arco di 5 secondi esercitando un’azione neurochimica simile a quella indotta dalla cocaina.

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