mercoledì 10 febbraio 2010

Un mondo migliore


Riace dista soltanto sessantasei chilometri da Rosarno e sebbene i due municipi abbiano in comune regione, provincia e un paesaggio di aranceti e ulivi, qualcosa li rende diversi: il modo diametralmente opposto di ricevere gli immigrati. Ma dov'è la differenza?
Il comune di Rosarno è dominato dalla 'Ndrangheta, mentre quello di Riace è governato da Domenico Lucano, un sindaco che davanti allo sbarco di una folla di immigrati non pensa al modo di sbarazzarsene, bensì al modo di trasformare quest'emergenza in un'opportunità:
Nel 1998 un veliero carico di profughi curdi si arenò sulla nostra costa. Mi dissi che in quel naufragio c'era una simmetria che non andava sprecata. Uomini in cerca di case erano finiti in un luogo di case in cerca di uomini. Immigrati in fuga dalla guerra avevano trovato un posto svuotato dall'emigrazione. [...] All'inizio c'era un po' di diffidenza per la prima ondata di migranti che aiutammo: erano un centinaio di curdi turchi sfuggiti all'esercito di Ankara o iracheni scappati dai gas di Saddam. In pochi mesi trovai loro un rifugio. L'idea non è originale: in centro c'erano decine di case abbandonate, lasciate da chi era emigrato non "in AltItalia'', ma in un altro continente. Mi attaccai al telefono e i nostri concittadini emigrati in Venezuela, Argentina, Canada, Australia, non se la sentirono di negare un tetto a chi cercava la fortuna altrove, come avevano fatto loro decenni prima. Così è cominciato tutto.

E così il borgo fantasma si è trasformato in un luogo vivissimo, popolato da 1500 riacesi di nascita e da 220 provenienti da zone di guerra (Palestina, Irak, Somalia, Eritrea, Etiopia) . Oggi Riace, il cui nome era conosciuto ai più soprattutto al rinvenimento a pochi metri dalla sua spiaggia dei due famosi capolavori di bronzo, ha ben altro di cui sentirsi orgogliosa: è diventata un esempio di politiche di integrazione e di accoglienza unico nell’Italia di oggi. Trasformato in una legge regionale che si è guadagnata il plauso dell’Unhcr, l’organizzazione Onu che ha duramente criticato il respingimento dei clandestini in Libia.
Con la legge regionale abbiamo dato incentivi a quei progetti che includono i rifugiati. La Calabria è fatta per il 90% di montagne e colline, un territorio dunque che tende allo spopolamento. Con questa legge ristrutturiamo i borghi, diamo incentivi all’edilizia popolare, utilizzando i fondi europei.
ha spiegato il presidente della regione Agazio Loiero.

Il famoso regista tedesco Wim Wenders, che ha appena finito di girare il suo corto Il volo nei paesi calabresi di Caulonia e Badolato utilizzando la gente del posto, presente al Summit dei premi Nobel per la pace ha affermato:

La vera utopia non è la caduta del muro di Berlino ma quello che sta accadendo in alcuni paesi della Calabria: Il vero miracolo non è qui ma in Calabria, dove ho visto un mondo migliore, dove la gente è capace di superare il problema dello spopolamento con l'accoglienza.


Ma a quanto pare non tutti apprezzano le storie a lieto fine!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Un altro mondo è possibile.
Vicente

Anonimo ha detto...

Anche noi abbiamo problemi con la immigrazione: a Castelló ci sono molti rumeni. A volte convivere è complicato.
Luis