lunedì 15 febbraio 2010

Tante Italie

(foto da internet)



Che l'Italia fosse un paese spaccato in due lo sapevamo. Che la crisi avesse accresciuto le disuguaglianze anche: i ricchi sono rimasti ricchi e i poveri sono ancora più poveri.
Si sa, c'è chi sta bene e chi sta peggio, ma la sorpresa è che i cittadini del Belpaese non sono affatto tutti uguali.
Quando si parla di qualità del welfare e costo per il bilancio pubblico, l'Italia emerge come un paese non solo spaccato, bensì frazionato, tanto da poter parlare di un'Italia dalle mille diversità. Ci sono regioni che spendono tanto e offrono buoni servizi pubblici e regioni che, pur investendo altrettanto, ottengono di gran lunga risultati minori. Ci sono poi quelle che ricevono dallo Stato una montagna di trasferimenti e altre che fanno i conti con un budget decismente più ristretto.
Questo è ciò che emerge dall'analisi della Ragioneria Generale sulla spesa statale regionalizzata. La prima regione della lista a ricevere fondi è il Lazio, che ottiene 34 miliardi, mentre l’ultima è la Valle d’Aosta, che si ferma ad uno e mezzo appena.






(foto da internet)

Si scopre così che i cittadini delle varie regioni, in termini di servizi pubblici essenziali (dalla scuola, alla sanità, alla sicurezza), "costano" allo Stato cifre estremamente diverse tra loro. In genere si può dire che "conviene" abitare in una regione a statuto speciale, ma non bisogna fare l'errore di considerare il livello di spesa un indice di qualità: nelle regioni del Sud per esempio l'istruzione ha un costo più elevato che altrove, eppure il tasso di abbandono scolastico è ancora molto elevato. Così è per la sanità: non è detto che le strutture più costose siano quelle che offrono le migliori performance.






(foto da internet)



Fra le amministrazioni più virtuose e quelle più spendaccione i gap sono molto elevati. Le graduatorie variano ulteriormente a seconda della voce di spesa: quanto alla Sanità, infatti, in testa alla lista della spesa c'è la Sicilia, con 439 euro procapite, seguita dal Lazio con 384 (di cui 30 se ne andrebbero però in ricerca e sviluppo), in Lombardia si scende a 110. Ma l'equazione "più mi sposto al Sud, più spendo" non regge: Campania e Calabria sono agli ultimi posti della classifica con rispettivamente 77 e 43 euro a persona.



(foto da internet)


Sorprese per quanto riguarda la scuola e la sicurezza. Un bambino alle elementari in Calabria costa 394 euro, nel Lazio 260 euro, in Lombardia 226, in Veneto, 240. La Campania spende per l'ordine pubblico 266 euro ad abitante, l'Emilia Romagna 171, la Sardegna 284, la Toscana 214. Difficile dire con certezza dove le scuole siano migliori e i cittadini si sentano più sicuri, resta il fatto che le differenze non sempre sono giustificate dalla qualità del servizio.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Le autonomie non sempre sono buone. Succede anche qui.
Vicente

Anonimo ha detto...

Penso lo stesso che Vicente.
Ci sono sempre delle classe!!
Encarna