venerdì 6 novembre 2009

Alda Merini (in memoriam)


(foro da internet)

Vorremmo ricordare, con questo post, la figura di Alda Merini, una delle più grandi poetesse del Novecento.
La Merini è stata una protagonista fondamentale della cultura italiana; ha dato voce alla sofferenza, alla pazzia e agli esclusi.
Ha scritto, quasi a riassunto della sua vita:

(Sono una piccola ape furibonda)
Mi piace cambiare colore
Mi piace cambiare di misura

La sua vita è stata un mettere insieme, in modo assai singolare, le regole borghesi e la trasgressione più marcata. La Merini aveva una personalità originale, audace e irriverente (nel 2004, come regalo per il suo compleanno, chiese un uomo caldo e le regalarono uno show dello spogliarellista Ghibly).
La sua esistenza è stata dolorosa, segnata dall'esperienza della follia e del disagio fisico ed economico, scandita dai frequenti ricoveri negli ospedali psichiatrici.
La sua poesia è intensa, emotiva, spesso erotica; ha tratti semplici, lineari, di pochi versi.
Alda Merini era nata a Milano nel marzo del 1931, ed aveva iniziato a comporre le prime liriche giovanissima, ad appena 16 anni.


(foto da internet)

La prima raccolta di poesie, intitolata La presenza di Orfeo, e pubblicata nel 1953, ebbe subito un grande successo di critica.
Nel 1953 sposò Ettore Carniti, proprietario di alcune panetterie a Milano, dal quale ebbe la prima figlia. Al pediatra della bambina dedicò i versi Tu sei Pietro, del 1961.
Dal 1965 sino al 1972, i ricoveri negli ospedali psichiatrici si fanno più frequenti. La sua opera è continuamente in bilico tra lucidità e follia che troveranno sintesi in quello che è considerato il suo capolavoro: La Terra Santa, che le è valso, nel 1993, il Premio Librex-Guggenheim Eugenio Montale per la Poesia.
Altre sue raccolte di versi sono Testamento, Vuoto d'amore, Ballate non pagate, Fiore di poesia 1951-1997, Superba è la notte, L'anima innamorata, Corpo d'amore, Un incontro con Gesù, Magnificat, Un incontro con Maria, La carne degli Angeli, Più bella della poesia è stata la mia vita, Clinica dell'abbandono e Folle, folle, folle d'amore per te.
Nella sua carriera artistica, Alda Merini si è cimentata anche con la prosa in L'altra verità. Diario di una diversa, Delirio amoroso, Il tormento delle figure, Le parole di Alda Merini, La pazza della porta accanto (con il quale vinse il Premio Latina 1995 e fu finalista al Premio Rapallo 1996), La vita facile, e con gli aforismi Aforismi e magie.
Nel 1996 era stata proposta per il Premio Nobel per la Letteratura dall'Academie Française, e la raccolta di adesioni continuava ancora oggi sul suo sito.




(foto da internet)

Ha vinto il Premio Viareggio e, nel 1997, le è stato assegnato il Premio Procida-Elsa Morante e nel 1999 il Premio della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Settore Poesia.
Era stata protagonista, negli ultimi anni della sua vita di una serie di apparizioni teatrali e anche di un documentario presentato alla mostra del Cinema di Venezia quest'anno, Alda Merini. Una donna sul palcoscenico, di Cosimo Damiano Damato.

Vi lasciamo con una canzone (testo>>), scritta da Roberto Vecchioni, dedicata ad Alda Merini.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

E' stata una grande poetessa. Si è spenta una voce importante della letteratura italiana.
Tiziana

Maurizio Spagna ha detto...

“Il desiderio dei miei lettori
È di contornarsi al più presto
In questi versi riservati
Ad Alda Merini”
Un Grazie attirato.

Commento introduttivo,
un tributo poetico:
“Ad un grande esempio di letteratura del Novecento, donna contemplatrice che ha raccontato le grandi sofferenze della vita e ricca di espressioni poetiche vissute nel profondo.”


HO SEMPRE VOLUTO...
...aspetta un attimo, un attimo
e non sparire poesia.
Per Alda Merini il tuo verso
è nella vita…

Annuisci Alda,
Ho sempre voluto poesia attorno a me
Tratti di sentiero
Che aggiungessero corpi di scrivanie
E lampade accese di protesta
Sull’infinito appoggio di un pensiero.

La tua camera ne era impicciata.

Ho sempre voluto foto
Copie di poesia attorno a me
Sedie foderate da calici piangenti
Schizzi di un vissuto amore
Strane facce di cassetti ammaccati
E muri
Figurati dall’ombra del mio seno.

La tua camera ne era impicciata.

Ho sempre voluto poesia dal vivo attorno a me
Musica sperduta nelle parole
Volti e braccia cascanti
Sopra un leggìo che pieghi
Si ripieghi e il certo che si spieghi!

La tua camera ne era impicciata.

Ho sempre voluto una camera vuota
Nuda e dalle quattro orecchie
Bianca e chiusa in una nuvola nera
Fumata
E corteggiata dalla tua poesia
Che ho sempre voluto
Un po’ mia.


©
Da “Il cuore degli Angeli”
di Maurizio Spagna
www.ilrotoversi.com
info@ilrotoversi.com
L’ideatore
paroliere, scrittore e poeta al leggìo-