lunedì 23 novembre 2009

Povera Italia!


Chi è Franco Battiato? Senz'ombra di dubbio uno degli artisti più importanti, raffinati e sorprendenti della scena italiana.
Nel 1981 ci deliziò con l’ironia tagliente di Bandiera Bianca, nel 1992 fu la volta della dolente indignazione di Povera Patria e nel 2009 è il turno della rabbia disillusa di Inneres Auge.
In ogni decennio Franco Battiato ci consegna una canzone invettiva, una perla caustica sul mondo in cui viviamo. Con Inneres Auge l’invettiva diventa dura come mai in passato. Su un tappeto elettronico Battiato sciorina un testo in cui se la prende con “il branco di lupi che scende dagli altipiani ululando”; con chi “organizza feste private con delle belle ragazze per allietare primari e servitori dello stato”. E si chiede “perché mai dovremmo pagare anche gli extra a dei rincoglioniti” e “che cosa possono le leggi dove conta solo il denaro”.
Chiaro e diretto, senza fronzoli. Mentre la ritmica elettronica scandisce il tempo, Battiato continua ad attaccare la classe politica italiana. Ma alla fine subentra l’occhio interiore, il cosiddetto Inneres Auge, che indica qual è la strada da seguire per innalzarsi dal marasma di istinti primordiali. Diventa fondamentale “leggere e studiare, ascoltando i grandi del passato”; e a quel punto basta “una sonata di Corelli” per meravigliarsi del creato.





Insomma, Io chi sono? Chi è? L'artista se lo continua a domandare e lo sta raccontando in un libro ancora inedito, con l'omonimo titolo: gli anni di formazione in Sicilia, l'arrivo a Milano, gli aneddoti sui primi concerti sperimentali, non tutti salutati da successo, fino ad arrivare all'oggi e all'invettiva contro la politica di Inneres Auge.
«Ho avuto un'infanzia fantastica, tribale devo dire: in casa era il dominio dei genitori, e poi fuori era tutto selvaggio, e quindi con quella saggezza che ha la vita in strada, vieni a sapere cose che in casa non verresti mai a sapere. Ho dei ricordi indelebili di quel periodo. Il profumo del mare, quando c'era, ora c'è il petrolio. I gelsomini e le zagare quando camminavi andando verso la piazza. Ho sempre considerato i profumi un linguaggio che va decodificato, interpretato. Oggi che ho una certa età, e sono alla fine del mio percorso, sta aumentando sempre di più, quello che prima era un fascino estetico e olfattivo, oggi è ancora di più una presenza, una conferma di esistenze superiori alla nostra».
A proposito di olfatto, il cantautore sottolinea che gli odori semantici sono nel gene di una perso­na e, quindi, alla sua bella terra non può non dedicarle una canzone in siciliano ovviamente:Veni l'autunnu

(xl.repubblica.it)

Qualche sera fa Battiato è stato ospite al Chiambretti Night, e il cantautore, sollecitato da Piero Chiambretti, è partito proprio dal binomio musica-politica: «La musica non si dovrebbe occupare di politica. Da cittadino però talvolta bisogna criticare chi ci governa. Io non sono politicamente impegnato, - spiega - lo sono umanamente. La vicenda Marrazzo? È l’arroganza che ti fa dimenticare che lavori per la gente che paga le tasse. Noi siamo considerati dei servi».




Eh, sì Povera Italia!!!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Povera Italia, sì, ma questo è un grande artista.
Clemente