domenica 10 maggio 2020

La vita è ciò che ti succede mentre sei impegnato a fare altri progetti




(foto da Flickr)



Cari chiodini vicini e lontani, siamo giunti alla fine di quest'anno accademico segnato dall'apparizione del coronavirus. 
La chiusura delle scuole, la sospensione delle attività didattiche, l'assenza di incontri, workshop e convegni, la nuova procedura di lezioni per via telematica, ha cambiato radicalmente la nostra maniera di intendere la scuola in senso lato. 
Abbiamo dovuto correre e, allo stesso tempo, allacciarci le scarpe. La pedagogia su cui avevamo costruito il nostro modo di essere docenti, il contatto e la relazione educativa con gli studenti, la dimensione socializzante del gruppo-classe, è andata in frantumi.
Ebbene, noi crediamo che l’insegnamento online, soluzione per una situazione d'emergenza come quella che stiamo vivendo, non può sostituire quello in presenza: il contatto diretto ne è pietra miliare insostituibile. 
Numerosi pedagogisti hanno sottolineato che è necessario distinguere tra didattica a distanza, da utilizzare come solo strumento straordinario, e didattica digitale, come metodologia che i docenti possono utilizzare per innovare metodi e pratiche.
Noi crediamo che l’insegnamento sia, in primo luogo, un iter fatto di relazione, socialità e sviluppo del senso critico: questo percorso non si può che farlo insieme.
Siamo certi che i nostri studenti avranno apprezzato e riconosciuto alla scuola -specialmente in un momento come questo- tutta la sua valenza e la sua dimensione pubblica e sociale.
Grazie per averci accompagnato in questo impervio cammino.
Buone vacanze!

venerdì 8 maggio 2020

C'è come un dolore nella stanza





C'è come un dolore nella stanza


C'è come un dolore nella stanza, ed
è superato in parte: ma vince il peso
degli oggetti, il loro significare
peso e perdita.

C'è come un rosso nell'albero, ma è
l'arancione della base della lampada
comprata in luoghi che non voglio ricordare
perché anch'essi pesano.

Come nulla posso sapere della tua fame
precise nel volere
sono le stilizzate fontane
può ben situarsi un rovescio d'un destino
di uomini separati per obliquo rumore.

(da Documento, Amelia Rosselli) 

mercoledì 6 maggio 2020

Ma dobbiamo continuare...







Ma dobbiamo continuare
come se
non avesse senso pensare
che s'appassisca il mare.

(Da "La ballata di Rudi", Elio Pagliarani)

domenica 3 maggio 2020

Città d'estate







Città d’estate

O città, città, i tuoi mattini
Dileguanti cavalli in un brumo di paglie d’oro,
Il vino viola versato dalle cupole ardenti!

Stille di sete fumano via
Nei fiati allegri folti di voli,
Struggente grembo dell’aria,
La guglia s’arrende al solco della rondine.

(da Il cuore zoppo, Alfredo Giuliani)

giovedì 30 aprile 2020

43.



43.

sugli spalti si accendono migliaia di fiammelle tutti ti guardano tutti guardano tutti la sua musica la sentivamo come nostra una rottura delle regole del gioco ma forse si rompeva già prima all’interno di ciascuno la sua voce irriducibile come la tua alla rassegnazione per tutto ciò che di disumano ti circonda passando tra i corpi inquieti percorrendo quasi di corsa tutto lo spazio tornando indietro se una nuova vocalità può esistere deve essere vissuta da tutti e non da uno solo con tanta rabbia dentro di me sale la rabbia sorda che mi hai svegliato tu un mondo che non ho alzandomi in piedi mi raggiungevano folate di vento e di musica che sembravano arrivare direttamente dal centro del cielo noi inadeguati senza armi senza trappole con le candeline accese ora si sta avvicinando un gran temporale lampi all’orizzonte sul mare e sulla linea del bosco.

(da BLACKOUT E ALTRO, Nanni Balestrini)

lunedì 27 aprile 2020

Occhiali




Occhiali


Mi sono riadattato agli occhiali (che la patente, a me, rende obbligati, ormai,
in un paio solo di giorni: vedo tutto più netto: (ma niente mi è, per questo,
diventato migliore, in verità: un semaforo è sempre un semaforo, un marciapiede
è un marciapiede: e io sono sempre io, così)
(quanto al doloroso senso di capogiro,
vaticinato, con l’emicrania, da un Istituto Ottico di corso Buenos Aires, al quale
mi sono rivolto, questa volta, l’ho sperimentato e l’ho superato): (l’oculista
affermava che, con il tempo, io mi ero costruito una mia rappresentazione arbitraria
della realtà, adesso destinata, con le lenti, a sfasciarsi di colpo):
e ho potuto
sperare, per un attimo, di potermi rifare, a poco prezzo, una vita e una vista)


(da Segnalibro, Edoardo Sanguineti)

venerdì 24 aprile 2020

Non andartene...




Non andartene...

Non andartene,
non lasciare
l'eclisse di te
nella mia stanza.
Chi ti cerca è il sole,
non ha pietà della tua assenza
il sole, ti trova anche nei luoghi
casuali
dove sei passata,
nei posti che hai lasciato
e in quelli dove sei
inavvertitamente andata
brucia
ed equipara
al nulla tutta quanta
la tua fervida giornata.
Eppure è stata,
è stata,
nessuna ora
sua è vanificata.

(da Su fondamenti invisibili, Mario Luzi)