Nella psicologia tradizionale, il metodo utilizzato finora per curarle si è limitato a un' esposizione progressiva al contenuto fobico. Ad esempio, se la fobia riguarda i ragni, un possibile percorso potrebbe in un arco di tempo piu' o meno lungo e sotto la guida di un terapeuta iniziare con l'ascolto di presentazioni orali sulla vita e le abitudini dei ragni, passare poi alla visione di fotografie o filmati di ragni, successivamente di modellini di plastica di ragni (magari da toccare), per arrivare ad avvicinarsi a delle gabbie dove sono rinchiusi ragni vivi, fino ad avvicinarsi a ragni vivi liberi.
O almeno questa era la prassi fino a poco tempo fa. La nuova terapia si chiama realtà virtuale! Pare infatti che questa realtà simulata, finora scenario di storie fantastiche o di videogiochi da bar, inizi a trovare applicazioni sorprendenti come la creazione di ambientazioni virtuali che permettono di aiutare i pazienti affetti da queste patologie a vincere le proprie paure. Infatti la strategia migliore per superare queste paure irrazioneli è affrontarle. Ma questo il più delle volte è impossibile. In questi casi la l’ambiente virtuale offre la soluzione ideale: il paziente può confrontarsi con le proprie ansie fra le sicure pareti dello studio del suo psicoterapeuta.
In Italia queste tecniche sono in sperimentazione per curare disturbi alimentari: il progetto, chiamato Vrepar, è coordinato dall'Istituto auxologico italiano, sotto la direzione di Giuseppe Riva. Al paziente vengono mostrati cibi diversi ognuno col proprio apporto calorico. Una bilancia virtuale mostra i cambiamenti in peso a seconda del cibo scelto. Uno studio preliminare mostra un miglioramento significativo nell'apprezzamento del proprio aspetto fisico da parte dei soggetti esposti alla terapia. Ed è proprio grazie a quest'innovativa terapia che il professor Riva si è aggiudicato il prestigioso Laval Award come riconoscimento ai risultati scientifici ottenuti.
E' incredibile come si può usare internet.
RispondiEliminaCiao !
RispondiEliminaMai prima avevo sentito parlare dalla koumpounofobia; mi pare una fobia bizzarra.
saluti. Mercedes
Interessante, sì, molto interessante; ma per le persone affette di fobie il solo fatto di avvicinarsi benché virtualmente a uno di questi, mettiamo vermi, lo fa impazzire, solo a pensarci mi è venuta una minicrisi. Se lo psichiatra è bravo e anche tenero e ... forse...
RispondiEliminaComunque l'altro giorno alla rai c'è stata una donna con aviofobia e diceva che la ipnosi, terapia già vecchiotta l'aveva aiutata tantissimo a superare i suoi problemi perché oltre all'avvicinarsi all'oggetto della fobia è importante conoscerne l'origine (non dell'oggetto, ovviamente).
Baci, baci Cris
Mila
Non penso che sia così facile curare una fobia. La gente che la soffre lo passa veramente male.
RispondiEliminaAmparo Santaúrsula