lunedì 23 ottobre 2017

Dantemania?



(foto da internet)


Media aetate, bona deerta fruge, in obscura silva me inveni... Inizia così la Divina Commedia di Dante Alighieri, rigorosamente in latino (ricorderete il celeberrimo Nel mezzo del cammin di nostra vita (...)),  che Antonio Bonelli84 anni suonati,  medico in pensione, con la passione per le lettere classiche, ha tradotto dal volgare illustre di Dante. L'opera (Dantis Alagherii Comoedia / latina translatio Antonii Bonelliè stata pubblicata dal Centro Tipografico Livornese
Bonelli, con un passato da chierichetto, nei tempi in cui bisognava saper rispondere in latino a buona parte della liturgia,  frequentò il liceo classico Zaccaria di Milano e lavorò come chirurgo presso l'unità di pediatria dell'Ospedale dei Bambini di Milano e, durante tutta la sua vita, ha coltivato la passione per la lingua di Virgilio.






(foto da internet)

Comunque, non è la prima volta che La Divina Commedia viene tradotta in latino. Bisogna risalire ai primi del ’400, quando un francescano sammarinese, Giovanni Bertoldi da Serravalle, si lanciò nell'ardua impresa. Posteriormente, nel corso del XIX secolo, si cimentarono, con la traduzione del capolavoro di Dante, l’abate Gaetano Dalla Piazza, e poi il letterato Giuseppe Pasquali Marinelli
Antonio Bonelli ha dichiarato di aver iniziato il lavoro per gioco, solo per passare il tempo. L'impresa, però, è durata ben tre anni, con un lavoro costante di sei ore giornaliere.
Le difficoltà più importanti nella traduzione sono state la metrica e alcuni neologismi usati da Dante. Per la metrica, Bonelli ha adottato un latino di tipo liceale, con una prosa piana, disposta in terzine. Per quel che riguarda i neologismi utilizzati da Dante (ad esempio, indonna, inluia, ecc.), l'autore ha preferito giocare lo stesso gioco del sommo poeta, e li ha lasciati pari pari; e quindi s’inluia è diventato inluit 






(foto da internet)

Oltre all'impresa di Antonio Bonelli, dobbiamo segnalare anche il lavoro certosino svolto da Antonia Rendesi, casalinga residente a Sieci (Firenze), che per amore nei confronti di Dante Alighieri ha trascritto a mano tutta la Divina Commedia!! 
Il suo immane lavoro viene esposto, sino al 24 novembre p.v., presso il Museo Casa di Dante a Firenze
Per portare a termine la impresa ci sono voluti 5 anni, 15 penne, matite a iosa e 15 pergamene, ciascuna di 100x70 cm. 





(foto da internet)

Grazie a una grande forza di volontà,  pazienza e dedizione, la signora Rendesiautodidatta appassionata di Dante, dedicò cinque anni della sua vita a un lavoro arduo da amanuense, sino ad arrivare al verso finale l’amor che move il sole e l’altre stelle.
In un'epoca come la nostra in cui lo sforzo, la motivazione, la volontà, la passione e la dedizione sembrano ormai parole vuote, ci paiono degni di encomio questi due lavori.
Complimenti!

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