venerdì 27 novembre 2015

C'è sedia e sedia





(foto da internet)
 
Vi parliamo di una sedia, non di una sedia qualunque, ma della chiavarina, creata nel lontano 1807 dall'ebanista di Chiavari (Genova) Giuseppe Gaetano Descalzi (detto Campanino poiché discendeva da una famiglia di campanari), che rielaborò alcuni modelli di sedie francesi riconducibili allo stile Impero, semplificandone l'apparato decorativo e riducendo le sezioni degli elementi strutturali.
La sedia ebbe successo e in breve tempo nacquero moltissime manifatture a Chiavari e nei comuni limitrofi.
La sua fortuna declinò per l'avvento delle austriache sedie Thonet, prodotte in serie, meno costose, e costituite di pochi elementi facilmente smontabili, e nella seconda metà del XX secolo, per la concorrenza della produzione industriale. Sopravvivono, tuttavia, alcune botteghe che producono ancora la sedia chiavarina con metodi e materiali tradizionali, tra cui i fratelli Levaggi, un geometra e un architetto che si sono messi in testa di rilanciare la sedia di Chiavari nel mondo. Con gusto,  tradizione, e innovazione. 

 

 (foto da internet)

La sedia di Chiavari prodotta dalla ditta Levaggi è un insieme perfetto di leggerezza e solidità, eleganza e funzionalità. Un gioco ad incastri, senza chiodi e metalli, di una ventina di pezzi perfettamente sagomati e calibrati, rinforzati da un seduta ottenuta da sottili filamenti di giunco- ma in origine si utilizzava il salice- intrecciati con un disegno di trama ad ordito direttamente sulla sedia già montata. 
La particolare leggerezza è ottenuta attraverso le sezioni strutturali: ciascun componente della sedia è infatti dimensionato in base alle sollecitazioni specifiche a cui è chiamato a rispondere. Il sistema di incastri messo a punto dal Campanino concorre alla robustezza della struttura.
I legni utilizzati sono il ciliegio selvatico e l'acero, a cui si aggiungono il faggio e talvolta il frassino, tutti provenienti dai boschi dell'entroterra, e che vengono sottosposti a lunga stagionatura.  

 

 (foto da internet)

La seduta viene realizzata con sottili strisce di salice palustre, intrecciata a mano in trama e ordito direttamente sul telaio della seggiola e annodata secondo il sistema ideato dallo stesso Descalzi.
Dal laboratorio escono una, massimo due sedie al giorno. Insieme ai fratelli Levaggi lavorano altri due collaboratori. 
Le nervature,  le fibre delle assi, il taglio, la levigatura, la scelta della dima da utilizzare per sagomare nuove forme, la foratura delle parti, l’assemblaggio, sono i passaggi, sempre uguali ma sempre diversi, richiedono sapienza, e una passione che non conosce né orari e né giorni festivi.
Le chiavarine dei fratelli Levaggi sono sempre più richieste ed esportate all’estero. In un mondo globalizzato, governato dalla legge del profitto, i signori Levaggi lavorano senza rivenditori, con un rapporto stretto, diretto e complice con chi desidera acquistare le loro sedie, garantendo la continuità di una tradizione artigianale di eccezionale qualità.
Meditate, gente, meditate!






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