lunedì 26 gennaio 2015

Viva la Grecia (anche quella di Calabria)!


(foto da internet)


To gadaro ce lo lico

Mia mera, asce purrì, ena gadàro evoscevvje charapimèno,
chorto chlorò sce ena mmali mesa sta vunà.
Ecì condà iche era rrìaci pu trèchonda èsteddhe
mia mùsica glicìa me to lìgo nerò frisco ce catharò.

L'asino e il lupo

In un prato d'erba tenera
su un piano tra due montagne.
Nelle vicinanze scorreva un ruscello,
producendo un allegro mormorio 
con la sua acqua fresca e limpida

Cari chiodini (vicini e lontani) il testo che vi proponiamo, con la versione in italiano, appartiene alla tradizione dei greci di Calabria
Tra l'VIII ed il VII secolo a. C. la Calabria conobbe la colonizzazione greca. Secondo alcuni studi, mercanti e navigatori greci avevano già visitato in epoca micenea (attorno al XIV/XII sec. a.C.) le coste calabresi, istituendo anche fattorie commerciali. Ciononostante, si pensa che i contatti non siano stati duraturi e che l'avvento dell'ellenismo in Calabria sia collegato alle migrazioni doriche e joniche, provocate dall'eccesso di popolazione e dalle conseguenze delle guerre fra le città greche. 



(foto da internet)

La Calabria rappresentò una delle mete più ambite del movimento migratorio diretto verso quella parte dell'Italia meridionale alla quale fu attribuita la denominazione di Magna Grecia. Ai coloni di Calcide di Eubea si deve la fondazione di Reggio, verso la fine del sec. VIII a.C. 
Gli Achei del Peloponneso fondarono, nel 709/708 a. C. circa, l'una dopo l'altra, Sibari e Crotone.
Locri, fondata verso il 675 a. C., trae origine dai Locresi che le diedero il nome. Reggio, Sibari, Crotone e Locri costituirono i capisaldi ed i centri propulsori dell'ellenismo in Calabria. All'interno della meravigliosa eredità culturale che la cultura ellenica ha lasciato in questi luoghi, esiste un fatto straordinario che lega attraverso una linea storico-linguistica le prime colonie greche agli ellenofoni dell’Aspromonte di oggi: la lingua greca.



(foto da internet)


Tutt'oggi sono notevoli le tracce di questa presenza linguistica e culturale nella toponomastica, nell'onomastica, nel cosmo etno-antropologico, nei dialetti romanzi di tutta la regione ma in particolare nel suo segmento centro-meridionale. I rapporti fra ellenofoni d'occidente e la madrepatria linguistica rimasero attivi fino al XVII secolo. Dal 1600 in poi, la presenza degli ellenofoni in Calabria iniziò un silenzio durato per secoli: probabilmente per le condizioni di marginalità della regione che si accentuarono fortemente già dal XIII secolo sino a divenire drammatiche con l'unificazione nazionale. 
Nell'ottocento la Calabria ellenofona si limitava all'Aspromonte jonico meridionale, e, molto probabilmente, alla locride. Il territorio impervio dell'Aspromonte, con il suo isolamento, garantì la permanenza di un'economia chiusa, sino a alla seconda guerra mondiale. Questo microcosmo autosufficiente consentì la resistenza dell'idioma. Scopriranno la presenza dei greci di Calabria alcuni folcloristi del XIX secolo tra cui Giuseppe Pitrè.


(foto da internet)

Il XX secolo portò con sé la crisi del cosiddetto grecanico per le enormi trasformazioni sociali ed economiche per le scelte antimeridionaliste dello stato unitario, l'emigrazione e lo spopolamento delle aree interne fecero il resto. Con l'avvento del fascismo, la lingua ed il mondo greco-calabro vennero identificati come tratti di arretratezza e di sottosviluppo da dimenticare al più presto. Da questo periodo in poi, il grecanico venne identificato dalle stesse popolazioni locali con il sottosviluppo economico e l'emarginazione sociale. Nonostante la situazione che abbiamo descritto, la Calabria ellenofona sopravvive: essa si estende lungo la vallata dell’Amendolea, del torrente Siderone e del San Pasquale.




(foto da internet)

Dominati dal versante sud dell’Aspromonte e solcati da contrafforti e burroni, i paesi grecanici sono posti a quasi 15 chilometri dalla costa, generalmente tutti su monti una volta inaccessibili. Costretti in limitati confini naturali i greci di Calabria continuano a dar prova della loro identità e della loro cultura: Bova, Roghudi, Chorìo di Roghudi, Gallicianò, Roccaforte, e in più i nuovi insediamenti migratori di Condofuri, Bova Marina, San Giorgio Extra, Modena, Melito Porto Salvo, segnano i confini attuali della grecità odierna.



(foto da internet)

Vi proponiamo alcune canzoni della tradizione culturale grecanica: Ela ela mu kondà [Vieni, vienimi vicino], I zoi [La vita], Mi mu peddise pedimmo [Non mi sgridare figlio mio].

Buon divertimento!!

(A Giuseppe, Giacomo e ai greci tutti, con affetto)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Non sapevo che in Italia si parlava il greco! Attenzione: alcuni link si ripetono.
Vicente

Gianpiero Pelegi ha detto...

Grazie Vicente. ADesso dovrebbero funzionare tutti. In italia si parlano diverse lingue. Controlla qui:
http://www.dejudicibus.it/dizionario/index.html?italialang

Anonimo ha detto...

Non capisco molto, ma mi piace la musica.
Santi

Anonimo ha detto...

Neanche io sapevo che in Italia si parlavano tante lingue!
Clemente