mercoledì 9 aprile 2014

Piante al telefono




(foto da internet)

Il green conquista anche le metropoli. E dopo i terrazzi-giardino e le scuole-natura che spuntano qua e là, in Italia arriva il momento delle mini-serre da marciapiede. E la sede che si presta ai piccoli angoli bucolici è la cabina telefonica.
Piante al Telefono è il progetto che mira a far spuntare mini oasi urbane in città riqualificando oltre le cabine e il marciapiede in cui si trovano, la partecipazione della collettività. E così, chiunque voglia dare un tocco di natura a quelle che sono state il simbolo della comunicazione anni ’70 – ’80, può contribuire con acqua, innaffiatoi, porta vasi o concimi particolari.


(foto da internet)

In Italia sono ben novantamila i telefoni pubblici in disuso e in attesa di essere rimossi, di cui 3.650 solo nel comune di Roma. Da qui l'idea della giovane designer Silvia Minenti di dar vita a un movimento virale che, partendo dalla Capitale si possa diffondere in tutto il paese con l'obiettivo di creare e mappare una vera e propria rete di "serre urbane", in grado di stimolare e riattivare quel senso di comunità ormai perduto. Partecipare al progetto è semplice: si può adottare una delle vecchie cabine telefoniche su cui è affisso dal 2011 il cartello "Questa cabina sarà rimossa" e renderlo da piccolo spazio polveroso e inquietante, un simbolo di comunità green al servizio di tutti i cittadini. Mini-orti urbani di piante aromatiche di cui prendersi cura ma di cui poter anche usufruire.
La retata inaugurale di "Piante al Telefono" è avvenuta a Roma nel quartiere Prati dove un gruppo di volontari ha messo in atto il primo intervento di "riqualificazione green" della cabina che si trova in viale Mazzini. Al suo interno salvia, basilico, rosmarino e lavanda.




(foto da internet)

Chiunque può usufruire delle piante o aggiungerne altre, purché se ne abbia cura in maniera collettiva, diffondendo e moltiplicando il numero di queste nuove serre. L'obiettivo principale del progetto è ricreare quella rete collaborativa che legava gli abitanti di uno stesso quartiere e che la logica consumistica ha ormai cancellato. 
Al momento il progetto riguarda solo Roma, ma gli organizzatori auspicano a una mappatura che arrivi alle città italiane in poco tempo. 

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