giovedì 30 aprile 2009

Beehive hotel caffè

(foto da La Repubblica)

Immaginate che bellezza se ci fosse un ristorante dove decidere quanto, o quanto poco, mangiare; quanto, o quanto poco, pagare? Beh, questo posto esiste davvero: è il caffè diThe Beehive Hotel”, dove i clienti possono gustare, oltre al pranzo e alla cena, una prima colazione, un brunch (soltanto di domenica) o un aperitivo. Il cibo servito è biologico e la cucina è mediterranea, vegetariana e di stagione. Il bello è che non ci sono porzioni prestabilite, il cliente decide quanto mangiare, quanti soldi può spendere e il valore di ciò che ha mangiato.


(foto da La Repubblica)

Il Beehive cafè è gestito da una coppia americana che un bel giorno decide di lasciare Los Angeles per aprire a Roma un albergo ecologico ma con stile: design moderno a prezzi sostenibili. Ed ecco fatto! L'alloggio ideale per chi viaggia con un budget ridotto ma non vuole rinunciare allo stile. Steve e Linda trattano i loro ospiti come in casa propria: olio d'oliva biologico, carta iiciclata, internet gratis, tante zuppe di verdura e per di più a due passi dalla stazione Termini. La loro filosofia? "Nessuno dovrebbe mai, per la comodità o lo stile, essere costretto a rinunciare ai soldi o all'etica."
Che ne dite? Pensate che riusciranno a resistere alla crisi?

mercoledì 29 aprile 2009

Le pupe del Berlusca

(foto da internet)
Cercasi modella aspirante politica. Questo casting potrebbe risultare inverosimile se non ci trovassimo alle prese con la politica italiana, dove il premier-stratega sempre più imprevedibile dà l’ultimo colpo a effetto. Adesso ha deciso di passare al setaccio le modelle e le attrici italiane per fare le sue liste europee.
Elezioni europee noiose? Prima, adesso non più. A renderle più interessanti ci sono i volti e le scollature delle potenziali candidate che hanno esperienza come attrici e modelle, ovvero il curriculum ideale per una carriera in politica, secondo Silvio Berlusconi.
Il Times sintetizza: «Le bellezze di Berlusconi verso Bruxelles», o per dirla in altre parole è la «bellezza della democrazia».

(foto da internet)

Sarà organizzato un corso accelerato per dare alle potenziali candidate all'Europarlamento nozioni di storia e politica europea al quartier generale del Pdl , Nato, Bce e Fmi. Lezioni date dalla «crema» della politica italiana, tra cui il ministro degli Esteri Franco Frattini, il ministro della Difesa Ignazio La Russa e lo stesso Berlusconi che, si vocifera, abbia detto alle ragazze: «Dovrete studiare e prepararvi su tutti i lavori delle istituzioni europee e internazionali».
Eh sì, la debolezza di Berlusconi per le starlette sarà così esportata nel grigio mondo degli eurodeputati a Bruxelles e Strasburgo. Certo, al momento di preparare il loro curriculum, la casella esperienza politica rimarrà vuota, visto che l’attrice di "soap opera" Camilla Ferranti, l'ex star tv Eleonora Gaggioli, l'ex concorrente del Grande Fratello Angela Sozio, potranno essere saranno alla ribalta per la loro bellezza. Barbara Matera sembrebbe la più qualificata sulla carta, dato che possiede una laurea in scienze, ma è più nota per le sue apparizioni in Miss Italia e per la sua carriera tv. Angela «dai capelli color fiamma» era stata fotografata sulle ginocchia di Berlusconi, due anni fa, durante un week-end di relax in Sardegna con altre quattro donne, un gruppetto che il settimanale Oggi aveva definito «l'harem di Berlusconi».


(foto da internet)

«Voglio dare una nuova immagine del Popolo della Libertà. Voglio volti giovani, facce nuove», ha detto Berlusconi, e, sembra, che la sua eccentricità non abbia mai fine. Probabilmente queste donne «seguiranno le orme» di Mara Carfagna, valletta-modella diventata ministro per le Pari Opportunità, lanciata al mondo della politica dalle frasi di apprezzamento dette dal premier nei suoi confronti.
In questa matta Italia tutto è possibile!!!

martedì 28 aprile 2009

Il cohousing


(foto da internet)

Comincia a far furore anche in Italia il cohousing, o meglio il vicinato elettivo. Il cohousing è una nuova concezione dell'abitare: meno egoismo e più condivisione di certi spazi comuni con persone che abbiamo scelto. Una specie di struttura sociologica che ricorda i paesi di una volta.
Il movimento è nato negli anni ’60 in Danimarca, grazie all’architetto scandinavo Jan Gudmand Hoyer. L'idea architettonica-sociologica sta avendo successo. La vita in cohousing è un po' più facile, specialmente nelle grandi città; il rispetto degli spazi privati è totale ma si condividono invece gli spazi di socialità. Il tutto favorisce la comunicazione, la socializzazione, la fiducia negli altri, allontanando l’isolamento e all’alienazione delle città.
Si costituiscono, in questo modo, dei veri e propri villaggi che permettono, oltre ai vantaggi sociali, di risparmiare sul prezzo delle case. Infatti, il prezzo di una casa progettata e costruita per il cohousing è molto competitivi rispetto a quelli del tradizionale mercato immobiliare, e in più, compreso nel prezzo, ci sono beni e servizi comuni che in qualunque appartamento di città non sono previsti: dalla lavanderia all’asilo nido, dalla palestra alla piscina, all’auto in car sharing, ai contratti collettivi per l’energia e il riscaldamento. Il cohousing significa anche condividere le spese arrivando a risparmiare, stando agli studi pubblicati, dal 12 al 15 per cento al mese per ogni famiglia.

(foto da internet)

Inoltre la filosofia del cohousing viene applicata fin dall'inizio del progetto. Ogni futuro cohouser partecipa alla progettazione del villaggio in cui vivrà. Sceglie, attraverso una community virtuale, il vicinato e, via via che il progetto prende forma, ne consolida la conoscenza.
Vedremo, un po' più avanti, se i cohouser nostrani e moderni ce la faranno.
Noi, nel frattempo, vi giriamo una domanda: vi piacerebbe abitare in questo modo?

lunedì 27 aprile 2009

Gli asparagi

(foto da internet)

Originario della Mesopotamia, come dimostrerebbe anche il loro nome (dal persiano asparag, che significa germoglio), gli asparagi appartengono, curiosamente, alla famiglia dei gigli e dei mughetti. Questa pianta erbacea si raccoglie in primavera, quando i germogli sono teneri e carnosi.

La grande diffusione e coltivazione di questo ortaggio ebbe inizio in Italia e in Francia solo nel '500, rimanendo però per lungo tempo un alimento di lusso.
In epoca rinascimentale gli asparagi erano considerati altamente afrodisiaci e banditi dalle tavole dei conventi. Al potere afrodisiaco degli asparagi sembra che ricorsero diversi uomini illustri:
Luigi XIV ne era così ghiotto, da far erigere a Versailles un obelisco in onore del giardiniere che riuscì a coltivarli tutto l’anno; si dice che Napoleone III li ritenesse così indispensabili nelle cene intime con donne avvenenti, da rimandare il convivio nel caso il cuoco non li avesse preparati.
Il periodo di raccolta comincia verso la fine di marzo per continuare fino a tutto giugno: un tempo si diceva che gli asparagi, come le rose, sono un prodotto tipico del mese di maggio, che resta forse quello in cui si presentano al meglio.

In base al colore si distinguono una ventina di qualità di asparagi: verdi (il tipo più comune e versatile), rosso-violacei (molto delicati, indicati per piatti ricercati), viola, bianchi (robusti e carnosi, diffusi soprattutto in Liguria e nell'Italia centrale). Fra quelli che si coltivano in Italia i più conosciuti e gustosi sono
l’asparago bianco di Bassano del Grappa, l’asparago verde di Altedo, l'asparago violetto di Albenga. Gustosi sono però anche quelli che i veneti chiamano "bruscandoli", ossia i sottili asparagi selvatici che in primavera si trovano nei campi, nei boschi, lungo le golene fluviali o i sentieri di tutta la penisola.

In Lombardia questo ortaggio è un ingrediente fondamentale della cucina di questa regione. La gastronomia lombarda predilige però gli asparagi verdi, non solo perché hanno un buon sapore, ma anche perché sono più facili da coltivare rispetto alla varietà bianca che viene ricoperta di terra, per impedire artificialmente la fotosintesi clorofilliana che gli conferirebbe il colore verde. L'asparago milanese ha la punta di colore verde chiaro, leggermente striato di violaceo. I milanesi lo cucinano rigorosamente "in piedi", lasciando che le punte cuociano solo a vapore. Tempo, tra i 12 e i 22 minuti a seconda della grossezza.

Siccome siamo in primavera e sulla tavola tornano a comparire gli asparagi, vi proponiamo alcune ricette

Ricette a base di asparagi verdi:

Primi piatti

Asparagi e pesce

Dolci

Ricette a base di asparagi bianchi:

Antipasti

Primi piatti

Secondi piatti


venerdì 24 aprile 2009

La legge antikebab



(foto da internet)


Fino a poco tempo fa non c’era visita a Milano che non meritasse una sosta da Luini, tempio sacro dello snack mordi e fuggi. Già nelle vicinanze si annusa un profumo di panzerotti fritti (ma, ovviamente, ci sono anche al forno, per chi è attento alla linea!). C’è sempre una fila di gente, composta (perché siamo a Milano) che attende fuori dal negozio.
Attenzione non è un piatto tipico milanese, bensì si tratta della più radicata tradizione pugliese che rivive a Milano grazie alla sapiente opera della famiglia Luini, nel cuore di Milano.
E cosa c'entra Luini con la nuova legge varata dal Consiglio Regionale, detta legge «anti-kebab»?Molto, visto che obiettivo fondamentale è quello di mettere fine «all'anarchia del take-away» e porre limiti contro l'inquinamento acustico. Kebaberie, gelaterie, pizzerie d'asporto, rosticcerie e piadinerie potrebbero subire una vera e propria rivoluzione di abitudini.


(foto da internet)


Volto del nuovo "mordi e fuggi" della Lombardia: saracinesce giù tassativamente non oltre l'una del mattino, posate e bicchieri usa e getta, divieto assoluto di consumare sui marciapiedi fuori dai locali. Pena sanzioni fino a 3 mila euro. Era un disegno di legge nato dietro la spinta della Lega, per arginare il «fenomeno kebab», e per combattere «gli assembramenti» sui marciapiedi, fuori dai ritrovi etnici. Ma sei mesi di revisioni hanno trasformato il progetto di legge «anti-kebab» in un provvedimento punitivo per tutti gli artigiani del fast food. Oltre seimila nella regione.
Dal Consiglio regionale arrivano alcune precisazioni: la legge non vieta di mangiare gelati, brioche, kebab o pizze davanti ai negozi, ma vieta ai laboratori artigianali di disporre sul marciapiede arredi esterni come tavolini e ombrelloni. Si precisa inoltre che le multe per inosservanza (dai 150 ai 1000 euro) non saranno applicate ai clienti, bensì agli esercenti. «Se un cliente mangia il gelato in piedi o seduto su una panchina pubblica all'esterno della gelateria può tranquillamente continuare a farlo. Se mangia il gelato al tavolino, sotto un gazebo o all'interno di dehors installati dal titolare della gelateria, allora è vietato».









Dall’opposizione un coro unanime: considerano la legge inutile e sbagliata, perché nata dalla volontà della Lega di bloccare e ridurre l'attività dei Kebab. Ma, in realtà, rischia di colpire tantissime attività artigianali, di lunga tradizione, come le gelaterie e le pizzerie di asporto. Inoltre si pongono vincoli agli artigiani in attività particolarmente gradite dai consumatori per la possibilità di potere disporre di prodotti da consumare freschi e per l'ottimo rapporto qualità/prezzo.
C'è qualcosa di paradossale nel fatto che una delle regioni più ricche e civili d'Europa, strizzando l'occhio alla propaganda "etnicista" della Lega e rispondendo alle richieste di aiuto di una parte del mondo del commercio, voti un provvedimento che finisce per dichiarare fuorilegge il cono gelato mangiato per strada.

Così facendo le strade perderanno vita e si puniranno proprio quegli immigrati-imprenditori. E di sicuro il coprifuoco anti-kebab non aumenterà la sicurezza delle città di notte.

giovedì 23 aprile 2009

I volatili del Beato Angelico


(Adorazione dei Magi. Beato Angelico)

Si è aperta in questi giorni, presso i Musei Capitolini di Roma, la mostra Beato Angelico. L'alba del Rinascimento, un'importante esposizione monografica del pittore fiorentino che trascorse gli ultimi dieci anni della sua vita proprio a Roma e le cui spoglie riposano presso la Chiesa di Santa Maria sopra Minerva. A Roma vengono esposte 49 opere rare e poco viste. La mostra propone il percorso artistico del Beato Angelico, dagli esordi tardo gotici alla maturità fiorentina fino al periodo romano. Il Beato Angelico, Fra' Giovanni da Fiesole -al secolo Guido di Pietro-, fu uno degli artisti più influenti della sua epoca ed è uno dei pittori più amati del Rinascimento. Frate domenicano di profonda fede, visse a Firenze ma viaggiò molto per poter eseguire i lavori che gli venivano commissionati. La sua opera più importante è la serie di tavole che dipinse nel monastero domenicano di San Marco a Firenze: indimenticabili immagini di estrema semplicità e delicata umanità.



(L'Annunciazione. Beato Angelico. Particolare)

Nel 1987, Antonio Tabucchi pubblicò un libro molto interessante che vi consigliamo di leggere: I volatili del Beato Angelico. In esso si trova un racconto eponimo il cui protagonista è, appunto, il Beato Angelico.
Fra’ Giovanni da Fiesole è al lavoro nell’orto del chiostro: all'improvviso cadono dal cielo delle creature che s’esprimono in un linguaggio che lui solo può comprendere e decifrare. Le creature alate sono goffe: non sanno camminare e volano a volo raso; si incastrano tra le fronde degli alberi e finiscono ingabbiate. Il frate spiega loro cosa sia la terra. E questi goffi uccelli, frutto forse della sua immaginazione, diventano i protagonisti dei suoi affreschi...
Il Museo del Prado mette a disposizione dei navigatori 15 capolavori tra i quali possiamo ammirare la pala L'Annunciazione del Beato Angelico. Se analizzate, con attenzione, i dettagli del dipinto potrete trovarvi i famosi volativi di cui sopra...
Buon divertimento!

mercoledì 22 aprile 2009

Trilussa

(foto da internet)

Sulla sponda destra del Tevere, giusto di fronte a ponte Sisto, si trova piazza Trilussa. Ad un lato della piazza si può ammirare una bellissima fontana commissionata da Paolo V Borghese agli architetti Van Santen (detto il Vasanzio) e Giovanni Fontana. Accanto alla fontana, è situato il monumento commemorativo che dà il nome alla piazza, dedicato al grande poeta romano Carlo Alberto Salustri, che scelse come pseudonimo un anagramma del proprio cognome: Trilussa. Poco conosciuto all’estero, ma molto apprezzato in Italia il poeta romano fu in vita una sorta di moderno Esopo che si serviva delle favole per criticare in modo arguto la corruzione dei politici, il fanatismo dei gerarchi, gli intrallazzi dei potenti dell’epoca in cui visse. La statua in bronzo fu realizzata dallo scultore Lorenzo Ferri e l'inaugurazione avvenne il 21 dicembre 1954. Vicino alla sua immagine è riportata una sua poesia, All'ombra, scelta, probabilmente, perché rispecchia in modo fedele il moralismo e l'arguzia aperta e cordiale, che nasconde un'ombra di disprezzo verso le vicende umane, caratteristici di questo grande personaggio:


(foto da internet)

La traduzione è questa: "Mentre mi leggo il solito giornale sdraiato all'ombra di un pagliaio vedo un porco e gli dico: - Addio, maiale vedo un asino e gli dico: - Addio, somaro! Forse queste bestie non mi capiranno ma provo almeno la soddisfazione di poter dire le cose come stanno senza paura di finire in prigione".

Nella cultura popolare, specialmente a Roma e dintorni, le opere di Trilussa sono diventate fonti di massime e detti, ma nessuno di questi ha superato la notorietà dei "polli di Trilussa", diventati celebri a livello matematico, e non solo, come la più proverbiale osservazione a proposito delle medie statistiche.

Sai ched'è la statistica? È 'na cosa
che serve pe fà un conto in generale
de la gente che nasce, che sta male,
che more, che va in carcere e che sposa.
Ma pè me la statistica curiosa
è dove c'entra la percentuale,
pè via che, lì, la media è sempre eguale
puro co' la persona bisognosa.
Me spiego: da li conti che se fanno
seconno le statistiche d'adesso
risurta che te tocca un pollo all'anno:
e, se nun entra nelle spese tue,
t'entra ne la statistica lo stesso
perch'è c'è un antro che ne magna due.

Traduzione:
Sai cos'è la statistica? È una cosa
che serve per fare un conto generale
della gente che nasce, che sta male,
che muore, che va in carcere e che si sposa.
Ma per me la statistica curiosa
è dove c'entra la percentuale,
per via che, lì, la media è sempre uguale
anche con le persone bisognose.
Mi spiego: dai conti che si fanno
secondo le statistiche d'adesso
risulta che ti tocca un pollo all'anno:
e, se non entra nelle spese tue,
t'entra nella statistica lo stesso
perchè c'è un altro che ne mangia due.

Il suo modo saggio ed ironico di raccontare il mondo che lo circondava, che non è cambiato più di tanto, lo rende una fonte alla quale attingono spesso e volentieri molti attori e non.
Vi invitiamo a godervi la lettura di alcuni suoi poemi da parte di diversi artisti italiani.
Buon divertimento!

Vittorio Gassman

Gigi Proietti

Renato Rascel


Andrea Bocelli

martedì 21 aprile 2009

Reporter per caso

(foto da internet)
Reporter per caso o per dispetto?
Leggete quello che ha fatto il sindaco di Venezia e giudicherete un po’ voi.
Per un giorno il filosofo Massimo Cacciari ha smesso i panni del sindaco e si è improvvisato fotografo. Senza violare le norme della par condicio ha immortalato le piazze storiche delle due maggiori città d'arte tricolori, Firenze e Roma, una governata dal centrosinistra, l’altra dal centrodestra. L’intenzione del sindaco era quella di dimostrare che il dilagare di vù cumprà, sudiciume e disservizi vari provocati dalla pressione dei turisti non sono una prerogativa lagunare.
Anzi, dal confronto, a suo giudizio, la Serenissima esce vincente. «Sono stato a Roma e a Firenze nei giorni di Pasqua e di Pasquetta e mi sono messo a fare degli scatti in giro», si è sfogato il sindaco-filosofo nel corso di una conferenza stampa sul decoro, sostenendo che: «non è vero che solo a Venezia c’è degrado, anzi le due città sono sicuramente più sporche della nostra. Anche lì ci sono venditori abusivi e maleducati che buttano immondizia ovunque. A Firenze ho fotografato Santa Maria del Fiore, il duomo, mentre a Roma sono stato in piazza Navona», ha insistito Cacciari. «Non me ne vorranno Alemanno e Domenici, ma tutti devono vedere in che stato sono».

(foto da internet)
Altro che se non gliene vorranno, la polemica irrompe. Il sindaco della capitale immediatamente attacca: «Mi sembra davvero di cattivo gusto che un collega venga con la macchina fotografica a Roma per dimostrare che non è lui che sta peggio. Un comportamento del genere non sta né in cielo né in terra, a me non sarebbe mai venuto in mente». E continua il suo vice, Mauro Cutrufo: «Evidentemente a Venezia hanno tempo da perdere». Alemanno propone: «Anziché farci le pulci a vicenda, non sarebbe più utile studiare insieme delle best practice per migliorare i servizi delle nostre città?».


(foto da internet)
Identica reazione sul fronte toscano. «Vado spesso con mia moglie a Venezia, ma non mi sono mai sognato di fare foto ai vù cumprà o alla spazzatura», s’inalbera l’assessore fiorentino al Decoro, Graziano Cioni, balzato agli onori delle cronache per la sua battaglia contro i lavavetri. «Di certo lì ho visto molti più ambulanti abusivi che a Firenze, anzi i senegalesi si davano il cambio con i vigili, non c'è proprio bisogno di fare paragoni. Le città d’arte hanno tutte gli stessi problemi e questo Cacciari dovrebbe saperlo».

Anche alcuni concittadini del sindaco 007 gli si sono ribellati: «Se il sindaco vuol fare il fotografo», consigliano i commercianti di piazza San Marco, «vada in giro per Venezia anziché andarsene altrove: per documentare il degrado non gli basteranno i rullini».


(foto da internet)
In questa strana Italia, tra polemiche alquanto mortificanti, sembrano molto lontani i tempi in cui alcuni cantautori rendevano tributo alle città di Firenze, Roma o Venezia, goielli del Belpaese.

E sicuramente non è colpa dei vù cumprà!!!

mercoledì 8 aprile 2009

Rof



(Foto da internet)

Rof sta per reglament orgànic i funcional ed è un documento che regola il funzionamento delle scuole della nostra Regione. La Conselleria d’Educació ha presentato una bozza ai sindacati in cui appaiono dei punti conflittuali che vorremmo segnalarvi:

1) viene imposto un tetto massimo di alunni per classe molto elevato, in contraddizione con la qualità dell'insegnamento delle lingue (35 alunni in una classe di L2!);
2) si esige un numero minimo molto elevato di iscritti per poter aprire un gruppo. Si sancisce, di fatto, la forte diminuzione dell'offerta di alcune lingue (tra cui l'italiano);
3) viene prevista la possibilità di sopprimere i gruppi di un determinato livello se in un centro non si raggiunge il numero minimo stabilito d'iscritti;
4) viene stabilito un doppio calendario (settembre e gennaio) d'iscrizione che sancirà l'esistenza di due gruppi all'interno della stessa classe;
5) viene stabilita la continuità della FIS (Fitxa Individual de Seguiment), che stabilisce una discriminazione tra alunni privatisti e alunni frequentanti;
7) viene stabilito il diritto di riserva di iscrizione, nei corsi di lingua inglese, per gli insegnanti di Primaria e Secondaria. Il testo prevede che, nel caso in cui un si richieda la preiscrizione, gli studenti che abbiano ottenuto un posto dovranno necessariamente cederlo agli insegnanti sopraccitati.


(foto da internet)

L'Eoi Sagunt ha previsto il seguente calendario di proteste contro il Rof presentato dalla Conselleria d'Educació:

lunedì 6 aprile, ore 19: 5 minuti di silenzio (atrio Eoi);
martedì 7 aprile, ore 19: 5 minuti di protesta rumorosa (atrio Eoi);
mercoledì 8 aprile, ore 19: catena umana attorno alla scuola;
mercoledì 22 e giovedì 23 aprile: lezione nei corridoi e nell'atrio della scuola;
martedì 28 aprile: sciopero generale a difesa dell'insegnamento pubblico.

Per dirla con Beppe Grillo, loro non molleranno mai (ma gli conviene?). Noi neppure...

P.s. il blog chiuderà per le vacanze di Pasqua. Torneremo online martedì 21 aprile.

martedì 7 aprile 2009

Denunciato per aver annunciato il terremoto

Un terribile terremoto ha colpito la zona che circonda L'Aquila poco prima delle 3.30. Tra le vittime parecchi bambini. Oltre 100.500 i feriti.
Ma la cosa peggiore è che qualcuno aveva previsto il seismo. Eppure non è stato ascoltato. Anzi, il capo della Protezione Civile ha definito Giampaolo Giuliani, tecnico di ricerca del Laboratorio Nazionale del Gran Sasso che aveva messo in guardia dall'arrivo del sisma, "un imbecille". In un' intervista ad una emittente televisiva locale Giuliani aveva parlato del suo lavoro e della messa a punto di uno strumento chiamato "Precursore sismico," che permetterebbe di rilevare con un anticipo di 6-24 ore l'arrivo di un terremoto e che sarebbe basato sull'esame del comportamento del Radon all'interno del terreno.

Ma si è scontrato appunto contro l'indifferenza del responsabile della Protezione Civile. "E' impossibile fare previsioni", aveva affermato poco prima della tragedia Guido Bertolaso. E ripete la stessa affermazione anche dopo quella che lui stesso definisce "la peggiore catestrofe del millennio". "Il sisma non era assolutamente prevedibile, mentre il sistema dei soccorsi è stato tempestivo (...) C'è gente che si diverte a spargere notizie infondate ed allarmi" aveva affermato il 31 marzo.
Profondamente addolorato Giampaolo Giuliani ritiene che qualcuno gli debba delle scuse e che alcune persone avranno sulla coscienza quanto accaduto. Consapevole della gravità della situazione, si è visto con le mani legate perché non solo le sue previsioni erano state ignorate ma si era visto arrivare un avviso di garanzia per aver detto che ci sarebbe stato un terremoto. Il tecnico, che vive all'Aquila, ha vissuto la situazione in modo particolarmente drammatico: alla paura e al dolore si aggiungeva la rabbia di sapere che tutto questo avrebbe potuto avere delle conseguenze meno gravi.
Le dichiarazioni del Cavaliere non si sono fatte aspettare: "Non è il momento di dare luogo a discussioni. Adesso bisogna reagire con i fatti e con l'azione. Quando avremo sistemato tutte le cose, si potrà cominciare a discutere sulla prevedibilità o meno di questi terremoti".
Anche voi pensate che non sia momento per le discussioni?

lunedì 6 aprile 2009

Dolce stil web

(foto da internet)
Il web, e più in generale, tutto il mondo digitale, sta imponendo il suo linguaggio con un lessico, a volte, poco famigliare, fatto di inglese, spagnolo, tecnichese, frasi idiomatiche, slang, acronimi, etc. Anche chi non usa il mouse sa cosa sia, se non si sapesse cosa fosse un pin, il bancomat non cacciarebbe fuori le banconote, e il telefonino rimarrebbe spento.
Chi non ha mai usato una frase del genere: «Ti mando una mail con allegato. Lo zippo perché è ingombrante»?

(foto da internet)

Non serve il computer per chattare, inviare un sms o scaricare la suoneria.
Zippare, chattare, o blobbare sono parole al tempo di internet, raccontate nel Dolce stil web, (Sperling&Kupfer, in uscita il 7 aprile), libro di Pino Bruno, giornalista scientifico, il quale svela i misteri di quello slang della rete di cui nessuno può fare più a meno e che è un misto di simboli e di neologismi. Parola dopo parola, si scopriranno le storie, le circostanze o i ragionamenti che si nascondono dietro a termini come uploadare o craccare. Che significato ha sniffer (un software in grado di intercettare e controllare i dati che viaggiano su una rete telematica) o il deep linking, che è il linkare in profondità o in modo scorretto.
Nel tredicesimo secolo il Dolce Stil Novo riuscì nel tentativo di svincolare la lingua italiana dal volgare e far decollare lo stile della scrittura, anche con l’invenzione di metafore e simbolismi.
Come sarà il Dolce stil Web?
Per il momento lo aspettiamo in libreria!

venerdì 3 aprile 2009

Il Trap

(foto da internet)


Il Trap è il Trap e basta. Mercoledì scorso la nazionale italiana di calcio ha giocato contro la nazionale irlandese una gara valida per le qualificazioni per il mondiale del 2010 in Sudafrica. Sulla panchina della squadra irlandese c’è, da tempo, un italiano: il Trap, appunto.
Trap sta per Trapattoni, classe 1939, 70 anni suonati, detto semplicemente Gioan o Gioanin, bandiera del nostro calcio.
Mediano del Milan di Nereo Rocco, come allenatore ha vinto di tutto. Un giorno ha deciso di andarsene all’estero: ha allenato in Germania, in Austria, in Portogallo, sino ad approdare in Irlanda.
Il Trap è anche (e soprattutto) un fenomeno culturale. Le sue battute lo hanno reso famoso in tutto il mondo.
Il Nostro comunica in qualsiasi lingua. Anzi, il Trap ha la sua propria lingua: una specie di esperanto apprezzato nel mondo. Oltre alla lingua, il Trap fa sfoggio anche di una filosofia propria: il trapattonese, ovvero una lingua-labirinto, a volte dialettale, che è anche un'affermazione di sé e uno stile di vita. Un esempio? Eccolo: non compriamo uno qualunque per fare del qualunquismo. O ancora: sia chiaro che questo discorso resta circonciso tra noi. Non ne avete abbastanza? Continuiamo: quando ti abitui allo zucchero non accetti più il sale. Il Trap è un acerrimo difensore del contropiede, ed ecco allora la perla: il nostro caso è prosa, non poesia.
Il Trap prima di una partita: una sfida ostica, ma anche agnostica. E il Trap dopo la partita: abbiamo ritrovato il filo elettrico conduttore.
Il Trap nel massimo pensiero filosofico: tante volte il tocco delle campane è bene sentirli tutti. In genere c'è il din don dan nelle campane, no? Sentire magari il solito rintocco din din din va a finire che non si sente il don dan, quindi c'è un'altra musica. Io ho voluto chiarire alcuni concetti...


(Foto da internet)

Oltre al pensiero trapattoniano, Gioan è famoso anche per altre cose: uno show che spopolò su You tube -e che i tifosi intitolarono il monologo di Strunz-, il rito dell'aspersione dell'acqua santa davanti alla panchina o ancora al suo marchio di riconoscimento: il fischio con i mignoli in bocca.
Vi lasciamo con il notissimo monologo di Strunz. Nel 1998, il Trap è sulla panchina del Bayern. Nel monologo inveisce contro Strunz, un giocatore assai bizzoso. Senza tentennare il Trap usa la lingua di Goethe. La traduzione, diventata persino un rap, è questa:
"Uno allenatore non è un idiota. Questi giochi, come due o tre giocatori erano deboli come una vuoto bottiglia. Strunz! Strunz! è due anni qua, ha dieci partite giocato, è sempre infortunato. Cosa permettiamo? Strunz. Hanno molto simpatico compagni, mettete in dubbio i compagni! Devono mostrare adesso io voglio, sabato questi giocatori devono mostrarmi e i suoi fans devono da soli lo partita vincere. Io sono stanco adesso il padre di questi giocatori. Uno è Mario, uno, un altro è Mehmet. Strunz al contrario è uguale. Io sono terminato".
Il Trap: unico. Irripetibile. Fantastico.



giovedì 2 aprile 2009

Un nobel mancato


Proprio martedì scorso, dopo aver letto un racconto di Alberto Moravia intitolato Non approfondire, un'alunna esclamò: "Così è un piacere fare comprensioni scritte!" Sorprendentemente, perché è pressoché impossibile che gli alunni di una classe siano d'accordo su qualcosa, i suoi compagni concordarono con lei che il racconto era stato piacevole da leggere e che avrebbero voluto leggerne altri di questo autore.
Curiosamente, giusto il giorno dopo, un quotidiano pubblica un articolo che svela la ragione per cui allo scrittore romano è stato ripetutamente negato il Nobel: la sua opera non è dotata di quella tendenza idealistica necessaria, a quanto pare, per ricevere il prestigioso premio.
Infatti secondo gli accademici svedesi "Gli indifferenti e La ciociara rivelano un tratto spiacevole, troppo attento al tema erotico". Non contenti giudicano Moravia autore di romanzi "da voyeur", privi di "tensione idealista", alcuni dei quali addirittura "insignificanti".
Il nome di Moravia apparve nel 1949 per prima volta nella rosa dei candidati meritevoli di essere presi in considerazione per il prestigioso riconoscimento letterario internazionale. o scrittore aveva gia' pubblicato altri due romanzi significativi della sua produzione, La romana e Agostino, ma non ancora tradotti in svedese. Da allora il giudizio sul romanziere romano fu sostanzialmente positivo, ma i giurati di Stoccolma decisero di rinviare l'eventuale assegnazione del premio a Moravia ad un anno successivo, che pero' non arrivo' mai. A svelare i retroscena di quwto mancato riconoscimento è il libro La letteratura italiana e il premio Nobel. Storia critica e documenti di Enrico Tiozzo , docente di letteratura italiana all'Universita' di Goteborg, che per la prima volta presenta tutte le carte inedite dell'Accademia di Svezia relative alle candidature italiane al prestigioso riconoscimento dal 1901 al 1957.

Poco idealista e troppo erotico? A noi, invece, Moravia piace. E a voi?



mercoledì 1 aprile 2009

Ecco il primo aprile!

(foto da internet)
Il primo aprile, non c'è bisogno di dirlo, è il giorno dedicato agli scherzi. Tutto è ammesso, scherzi ad amici, parenti, professori, colleghi d'ufficio, etc...

Le origini del pesce d'aprile non sono note, anche se sono state ipotizzate diverse teorie. Con molta probabilità è collegato all'equinozio di primavera. Prima dell'adozione del Calendario Gregoriano nel 1582, era considerato Capodanno da diverse culture, dall’antica Roma all’ India. In Francia, in questo giorno, c’era la tradizione di consegnare, per corrispondenza, dei pacchi regalo vuoti e il nome che venne data alla strana usanza fu poisson d'avril, per l'appunto pesce d'aprile.
Lo scherzo più strampalato fu quello di Orson Welles. Per il 1 aprile 1938 il regista americano progettò uno speciale programma radiofonico. A causa di problemi tecnici, però, non fu possibile mandarlo in onda. Ma Welles non si arrese e qualche mese dopo, finalmente la radio trasmise "La Guerra dei Mondi": radiocronaca dello sbarco dei marziani. Tra la popolazione fu subito panico: i centralini radiofonici delle stazioni di polizia e dei giornali vennero invasi da centinaia di telefonate. Gli americani volevano capire cosa stesse succedendo. Qualcuno tirò fuori la maschera anti-gas della prima guerra mondiale; tutti scappavano terrorizzati nelle strade prendendo d’assalto autobus e treni. Ci fu persino chi affermò di averli visti davvero quei marziani. La cronaca della radio si trasformò in una realtà da incubo. L’indomani tornò la calma, ma per le strade si contavano danni per milioni di dollari. Anche se il giorno prima non era il 1 aprile, il programma fu comunque una bella beffa per gli americani.


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In Italia l’uso di festeggiare il pesce d’aprile, che risale al periodo a cavallo tra il 1840 e il 1860, fu importato dalla Francia a ragione delle relazioni commerciali che intercorrevano con la Città di Genova. In un primo momento l'usanza attecchì solo tra i ceti medio-alti, poi si diffuse anche tra il resto della popolazione. È tradizione appendere un pesce di carta dietro la schiena del malcapitato o, peggio ancora, mandarlo alla ricerca di oggetti impossibili, facendolo correre incessantemente come uno "sciocco".

La bravata più antica di cui si ha notizia è quella del maestro Buoncompagno da Firenze. Sul finire del XIII secolo questo simpatico personaggio informò il popolo bolognese che il 1 aprile avrebbe sorvolato la città usando un congegno di sua invenzione. Tra la popolazione la curiosità era tanta che tutti, nel giorno stabilito, si recarono al Monte di Santa Maria per assistere allo strepitoso spettacolo. Puntuale, Buoncompagno si presentò all’appuntamento con un paio di enormi ali ma... un improvviso vento sfavorevole impedì il volo!
Quella che doveva essere una simulazione del volo d’uccello in realtà era un goliardico pesce d’aprile.

Nel marzo 1878 la Gazzetta d’Italia annunciò un’altra strana notizia. Il 1 aprile, nel parco delle Cascine, i fiorentini avrebbero potuto assistere alla cremazione di un mahrajà. La curiosità per una cerimonia del tutto sconosciuta in quell’epoca attirò una grande folla. Iniziò l’attesa, passarono le ore, ma non arrivò nessun carro funebre con la salma dell’indiano da cremare. Poi, all’improvviso, tra i cespugli, si fece strada un gruppo di ragazzi che gridavano: “Pesci d’Arno fritti!”.


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Allora, fiato alle trombe e via agli scherzi del pesce d’aprile! Non fatevi trovare impreparati!
Vi possiamo suggerire alcuni scherzetti innocui:
-Vi svegliate e scoprite che piove? Non rattristatevi! Basta prendere tanti chicchi di riso e metterli dentro l’ombrello chiuso di qualcuno. Accompagnatelo al portone e attendete che apra l’ombrello, vedrete che succederà!
-Oppure se volete aggiungere un pizzico di malizia: avete una cena con amici? Infilatevi nella casa ospite per scambiare i contenitori di zucchero e sale, non sarà una cena deliziosa ma di certo il cuoco si sentirà uno sciocco finché non scoprirà che è tutta colpa vostra!
-Un altro suggerimento piccolino: mandate qualcuno (meglio se questo qualcuno tiene molto al vostro giudizio) a fare una commissione importante. Attenzione, il prescelto, però, non sa che il prodotto scelto non esiste, è introvabile, oppure è sbagliato l’indirizzo! Sarà molto divertente attendere e scoprire quanto tempo è stato in giro a cercare invano qualcosa di inventato prima di scoprire che… è il primo aprile!

Sbizzarritevi pure quanto volete, il 1° di aprile tutto è permesso!
Ma fate attenzione a non "abboccare"... il tranello potrebbe essere in agguato, proprio dietro l’angolo! Un solo istante di distrazione ed è fatta: nel giro di un attimo potreste ritrovarvi da beffeggiatori a vittime beffeggiate!

Buon divertimento a tutti!
Anche il nostro sempre più onnipotente premier sta preparando un bel pesce d'aprile ai danni della Sardegna!