venerdì 31 ottobre 2008

Fumetti in tv

(foto da internet)

Se vi chiedessero chi è Nick Carter, sicuramente alcuni di voi risponderebbero: “Lo so, lo so, è un cantante dei Backstreet Boys!”. È verissimo! Ma per tanti italiani (ben più anziani), non si tratta di un cantante, bensì di un investigatore privato, protagonista di “Gulp! Fumetti in tv”, un fumetto televisivo andato in onda durante gli anni ’70. Questo programma era una lettura attraverso la cinepresa di una storia a fumetti priva di animazione. Il detective Carter fu un personaggio multimediale fin dall’inizio: nacque a fumetti per la televisione e approdò sulla carta stampata soltanto successivamente! Il programma ebbe un successo senza precedenti. Sono rimaste nell’immaginario collettivo dei telespettatori italiani le frasi di alcuni personaggi del fumetto, come per esempio: "Ebbene sì maledetto Carter, hai vinto anche stavolta!” oppure “Dice il saggio: tutto è bene ciò che finisce bene”, “E l’ultimo chiuda la porta!”



Il personaggio nasce dalla matita di Bonvi che, dopo aver lavorato in pubblicità dà vita a Strumtruppen, la prima strip quotidiana italiana, una satira contro la vita militare e il nazismo. Apparsa nel 1968 su “Paese Sera” diventa nel giro di pochi anni un best-seller mondiale. Con questo fumetto succederà giusto l'opposto che con "Gulp. Fumetti in Tv" e dalla carta...
(foto da internet)
... approderà sullo schermo.


Nel '69 pubblica "Storie dallo Spazio Profondo", con i testi dell'amico Francesco Guccini. Fu Guccini a presentare Bonvi a Guido De Maria, che allora si occupava di pubblicità per Carosello, e nell'inverno '69-70, dal loro incontro nasce "Nick Carter", che andrà in onda su "Gulp!" nel 1972 e che proseguirà con oltre 80 avventure sulle pagine del "Corriere dei Ragazzi".
Il regista e autore del personaggio del detective Carter spiega in questo video la nascita del linguaggio di questi particolarissimi fumetti.

giovedì 30 ottobre 2008

Scusi, sale o scende?

(foto da internet)



Siamo arrivati a destinazione: a casa, al lavoro o in un ufficio pubblico. Ci pensiamo un po’ su. Sarà mica il caso di andare per le scale? Osserviamo la persona accanto a noi, e allora in batter d’occhio ci troviamo a chiedere o a rispondere: «Va su o giù?» «A che piano va?» E subito catapultati in ascensore, senza rendercene neanche conto.
Gli ascensori percorrono chilometri e chilometri -in altezza, e l'Italia detiene un primato, visto che ha più ascensori di qualsiasi altro paese al mondo: 850 mila, contro i 700 mila americani e i 610 mila cinesi. Incredibile ma vero. Probabilmente perché il Belpaese ha più palazzine e meno villette che il resto d'Europa. Anche se non va dimenticato il vero sport nazionale: la pigrizia, che addirittura lo fa montare anche nelle monofamiliari a due piani.
Comunque, dappertutto, scorrazza un sacco di gente, e sembra una delle poche industrie non affette dalla crisi. «L'11 settembre sembrava aver segnato la fine dei grattacieli, e quindi di un certo tipo di ascensori» conferma Luciano Mozzato, amministratore delegato di Otis Italia «e invece è tutto ripartito, e adesso è una gara a chi li fa più alti. In Cina stanno ultimando il grattacielo del Guanzhou Financial Center che monterà un ascensore con una corsa di 432 metri su 103 piani che sale e scende a 6-7 metri al secondo».



(foto da internet)


Se tutti ne fanno uso ed abuso, sarà che la claustrofobia, o ascensorofobia, è solo un mero ricordo? Eh no, proprio per coloro che al solo pensiero di essere intrappolati in un abitacolo opprimente cominciano a sudare, i produttori di ascensori dimostrano una tendenza ad ingrandire le cabine, ad usare colori chiari, una luce diffusa e, come no, lo specchio, che allarga gli spazi e offre un po’ di distrazione (non fa mai male dare uno sguardo alla propria persona!).
Tra le fantasie sessuali questa location è dappertutto un sempreverde, ma l’Italia anche in questo caso si distingue, infatti qui vengono fuori altre pulsioni: «Una nostra specialità sono gli atti vandalici» constata l'amministratore di Otis, che fatica a spiegarlo ai suoi colleghi stranieri, «quasi inesistenti negli altri paesi».





(foto da internet)


Ma, attenzione, l’ascensore è anche un momento di riflessione sul mondo: molta vita, immagini e metafore si consumano in questo marchingegno meccanico.
E che fare se ci rimaniamo intrappolati??? (guardate una scena di Così parlò Bellavista ed avrete un’idea di cosa può succedere in un condominio napoletano tra un signore partenopeo ed un milanese d’hoc!)

Se avete ancora dei dubbi perché non leggete Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio, romanzo di Amara Lakhous, scrittore algerino di adozione romana, che racconta, in bilico tra la commedia e il giallo, la convivenza tra diverse etnie. L’ascensore di un condominio romano di piazza Vittorio è visto come la mini-arena dove gli inquilini del palazzo - gente varia per quanto riguarda etnia, estrazione sociale, livello culturale e aspetti caratteriali - si incontrano, si criticano, si sparlano, fanno amicizia, come una sit-com, ovviamente all'italiana.

mercoledì 29 ottobre 2008

Halloween (a Quartell)


(foto da internet)

Cari chiodini piccini piccini della scuola Santa Anna di Quartell, siete pronti per festeggiare Halloween?
Abbiamo preparato per voi dei link molto divertenti che vi permetteranno di organizzare una magnifica festa.
Sapete che il termine inglese Halloween proviene da All Hallows, e cioè tutti i santi?
Infatti, secondo il calendario anglosassone, la notte tra il 31 ottobre e il 1º novembre gli spiriti e le streghe incontrano proprio i santi.
La festa si è diffusa un po' dappertutto ma, nella tradizione americana, i bambini vanno di casa in casa dicendo: trick or treat e cioè dolcetto o scherzetto. Anche voi andate in giro per il vostro paese a far paura alla gente?
Come sapete, il simbolo della festa è Jack o' lantern, una zucca svuotata con una faccia un po' cattiva e una candela all'interno.
Ma bando alle chiacchiere! Vi presentiamo i link che vi abbiamo preparato:

Non ci resta che augurarvi un felice e fantastico Halloween!!

Buon divertimento!!!

martedì 28 ottobre 2008

La città più bella


Qual è la città più bella del mondo? Lonely Planet ha stilato un elenco tenendo conto dell’indice di gradimento dei lettori delle guide e delle segnalazioni degli esperti che le compilano. La classifica mette all’angolo le metropoli più celebri New York, Parigi e Roma, Praga e Ámsterdam, Barcellona e Istanbul, per rilanciare invece alcune mete inattese, come Antwerp (ovvero Anversa), Città del Messico e Zurigo.



Ma non è l’unico ranking che snobba l’Italia. Infatti il settimanale britannico Monocle propone la graduatoria delle "25 città più vivibili" e ne viene fuori un risultato alquanto sorprendente: in testa alla classifica Copenaghen, seguita da Monaco di Baviera, Tokyo, Zurigo, Vienna, Helsinky e Stoccolma, Vancouver e Montreal, Sydney e Melbourne e, dulcis in fundo, Madrid e Barcellona.

Insomma è proprio vero che non c’è niente di più soggettivo della percezione della bellezza! Niente di più soggettivo del gusto! Per questa ragione, non ci azzardiamo a chiedervi qual è il posto più bello che abbiate mai visto, ma vorremmo che ci raccontaste quale vi è piaciuto di più.

lunedì 27 ottobre 2008

Celentano irrompe sul web

(foto da internet)

Adriano Celentano, moderno profeta nazionale, irrompe su Internet con un video ambientalista, intitolato Sognando Chernobyl, che ripropone con forza e toni apocalittici temi a lui cari.
Il Molleggiato (così chiamato, per il suo dinoccolato modo di muovere le gambe mentre canta) ha scelto la rete per lanciare il primo dei due inediti del suo ultimo album in uscita il 28 novembre. Un best bi-tematico composto da un cd che raccoglie alcune delle sue più belle canzoni d'amore, e un altro con alcuni tra i brani più importanti che trattano temi sociali.
Le immagini del video - disastri ambientali, centrali nucleari, fiamme e incendi devastanti, gente che corre nelle strade per sfuggire a un'imminente fine del mondo - scorrono su musica e testo scritti da Celentano: un brano duro e volutamente difficile, anche nella sua forma musicale.
Il video, prodotto dal Clan Celentano, parte con le immagini di un sole coperto da minacciose nubi nere, sulle quali si staglia la figura di una sorta di Messia in cammino verso un immaginario orizzonte. Il testo è a metà tra un allarme e una preghiera, che confluisce in un ritornello dai toni poco rassicuranti: «Tutti quanti insieme salteremo in aria bum!».
(foto da internet)

Sullo sfondo di panorami desolati marciano, inquadrati, file di uomini che si muovono verso un futuro senza via d'uscite. Il mondo collasserà a causa dell'energia atomica e per «l'inevitabile scioglimento dei ghiacci»; luoghi come Venezia, città fantasma nel video, spariranno; il cancro sarà «portato nelle case dei cittadini».
L'ennesimo messaggio di Celentano è forte ed esplicito. Difficile sapere se servirà. Forse dovrebbe essere mostrato ai partecipanti dei prossimi vertici politici, europei e mondiali, nei quali si stabiliranno le tappe effettive della riduzioni delle emissioni nocive!
Dal video traspare tutta la preoccupazione di Celentano rispetto a una generalizzata mancanza di saggezza da parte di chi ha in mano i destini del mondo, perciò cita quindi il più grande disastro nucleare della storia, quello di Chernobyl, i cui figli sono «già sparsi per tutto il mondo».
La particolare durata di questo mini video-clip, di due minuti circa, è stata la scelta de Il ragazzo della via Gluck per non influenzare attraverso le immagini chi ascolterà il brano, che nella sua versione integrale è una suite di oltre dieci minuti.

venerdì 24 ottobre 2008

Totò docet!

(foto da internet)


In un vecchio film di Totò -Totò truffa '62 di Camillo Mastrocinque, del 1961- il principe della risata vendeva, con l'aiuto dell'indimenticabile Nino Taranto, la Fontava di Trevi al signor Decio Cavallo, uno sprovveduto italo-americano in vacanza a Roma (vedi>>)!
Sono passati quasi cinquant' anni e, dalla Germania, è giunto un truffatore internazionale il quale, oltre a due palazzi a Roma, aveva provato a vendere anche due centri commerciali ad un imprenditore del suo paese. Il truffatore in questione si chiama Wolfang Kroll ed è stato arrestato dalla polizia romana per truffa aggravata e uso di documenti falsi.



(foto da internet)

Che cosa aveva fatto di male? Ad un intermediario nel campo delle compravendite immobiliari di una società con sede a Monaco, Kroll aveva prima proposto il mandato in esclusiva per la vendita immobiliare di due centri commerciali: Porta di Roma e l' Auchan di Cesano Boscone (in provincia di Milano), ottenendo in cambio 650.000 euro.
Il passo successivo era stata l'esclusiva per la vendita di altri due immobili romani di vero prestigio: l'Ambasciata Americana e la sede della Fao!!!

Neanche Totò avrebbe potuto far di meglio...

giovedì 23 ottobre 2008

Esiste il "paese dei balocchi"?

Nel bel mezzo della campagna c’è un quartiere tutto colorato, le pareti delle case sono fiorite, le finestre rotonde come oblò e i lampioni sembrano alberi.

Ma chi può aver ideato un rione del genere? Gli “architetti” sono stati 700 bambini delle scuole materne di Correggio e Rio Saliceto - due comuni in provincia di Reggio Emilia che hanno disegnato un posto su misura per loro. La storia di Coriandoline, così si chiama il paese, inizia nel 1995, con un gruppo di pedagogisti ed insegnanti delle scuole materne che chiedono ai loro allievi: “Com’è la vostra casa ideale?” Per avere un’idea più precisa danno ai bambini delle casette di cartone affinché possano decorarle a loro piacimento. Il risultato? Fiori sul tetto e forchette sulle mura per pungere i cattivi, muri trasparenti per guardare cosa succede fuori, scivoli al posto delle scale, cassette della posta rotonde, strade serpente e uccelli lampione... Non c'è una casa uguale all'altra, sono tutte di forme e colori diversi, sparse su un prato come una manciata di coriandoli.

Il lavoro è partito nel 1995 dalla convinzione che le abitazioni oggi non rispondono alle esigenze delle famiglie e non tengono in nessuna considerazione le esigenze dei più piccoli. Dopo quattro anni di riflessioni, ricerca, laboratori e mostre, è stato pubblicato il Manifesto delle esigenze abitative dei bambini, in cui hanno trovato spazio le indicazioni dei bambini: emozioni, idee e stati d'animo, non classificabili attraverso normative tecniche.

Ne è scaturito un decalogo con le caratteristiche che i bambini richiedevano a una casa: trasparente, dura fuori, tranquilla, giocosa, morbida dentro, decorata, intima, grande, bambina, magica.

La sfida di costruire queste case è stata accettata, e insieme ad Andria hanno lavorato - oltre ai bambini, alle maestre e alle pedagogiste - architetti, paesaggisti, ingegneri, artigiani, scrittori, musicisti, università e l'artista Emanuele Luzzati.

Nel 2001 è stato presentato il progetto di massima, che ha vinto il prestigioso premio Peggy Guggenheim, per la scommessa poetica di leggere il mondo quotidiano attraverso gli occhi dei bambini e per aver valorizzato, nella concretezza del fare casa, sogni e progetti d'una migliore qualità della vita.

Alla fine il sogno si è avverato ed il Quartiere Coriandoli è stato inaugurato lo scorso 16 settembre a Correggio. Il risultato è "favoloso". Guardate pure...

E il vostro "paese dei balocchi", come sarebbe?




mercoledì 22 ottobre 2008

Un appello per Roberto Saviano

(foto da internet)


Roberto Saviano è minacciato di morte dalla camorra, per aver denunciato le sue azioni criminali in un libro Gomorra, tradotto e letto in tutto il mondo.

È minacciata la sua libertà, la sua autonomia di scrittore, la possibilità di incontrare la sua famiglia, di avere una vita sociale, di prendere parte alla vita pubblica, di muoversi nel suo Paese. Un giovane scrittore, colpevole di aver indagato il crimine organizzato svelando le sue tecniche e la sua struttura, è costretto a una vita clandestina, nascosta, mentre i capi della camorra dal carcere continuano a inviare messaggi di morte, intimandogli di non scrivere sul suo giornale, Repubblica, e di tacere. Lo Stato deve fare ogni sforzo per proteggerlo e per sconfiggere la camorra. Ma il caso Saviano non è soltanto un problema di polizia. È un problema di democrazia. La libertà nella sicurezza di Saviano riguarda noi tutti, come cittadini. Con questa firma vogliamo farcene carico, impegnando noi stessi mentre chiamiamo lo Stato alla sua responsabilità, perché è intollerabile che tutto questo possa accadere in Europa e nel 2008.
Firmato: Dario Fo/ Mikhail Gorbaciov/ Günther Grass/ Rita Levi Montalcini/ Orhan Pamuk/ Desmond Tutu


(foto da internet)

I premi Nobel si mobilitano per Roberto Saviano e su Repubblica tutti aderiscono a quest'appello, con cui si chiede allo Stato di intervenire, di proteggere lo scrittore dalle minacce di morte dei Casalesi e sconfiggere la camorra. Chiedono di garantire "la libertà nella sicurezza" all’autore di Gomorra, che vive da clandestino, sotto scorta. Dopo la pubblicazione di Gomorra, Saviano è nel mirino della camorra: ha subito pesanti minacce, le ultime pochi giorni fa, quando informative e dichiarazioni di collaboratori di giustizia hanno rivelato l’esistenza di un piano per ucciderlo da parte del clan dei Casalesi.
Dal 13 ottobre del 2006 vive sotto scorta. Sempre alcuni giorni fa lo scrittore ha confessato il desiderio di poter tornare a una vita normale. «Andrò via dall'Italia, almeno per un periodo e poi si vedrà» ha confessato. «Voglio avere intorno i miei amici e poter ridere e non dover parlare di me, sempre di me come se fossi un malato terminale». L'intervista ha suscitato numerose prese di posizione, il presidente della Repubblica Napolitano e il premier Berlusconi hanno scritto a Repubblica per sostenere lo scrittore e assicurare il sostegno dello Stato, in tutta Italia sono scattate manifestazioni di solidarietà.
Vi proponiamo l'intervista del giornalista Enzo Biagi a Roberto Saviano:

martedì 21 ottobre 2008

Lectura Dantis (e il palo)

(foto da internet)


Non c'è niente da fare: le figure dei perdenti, nella letteratura e nel cinema, o addirittura nel mondo della canzone, hanno il loro fascino. E a volte la finzione si intreccia col reale. E' quel che successo in questi giorni a Palermo. Ma andiamo per ordine e rivisitiamo insieme alcune note figure di perdenti. Iniziamo dalla finzione.
In una vecchia canzone di Enzo Jannacci, intitolata Faceva il palo nella banda dell'Ortica (leggi il testo>>), si cantavano le gesta di una banda di malviventi dell'omonimo quartiere milanese e in particolare del loro palo. Il signore in questione era guercio; non ci vedeva da qui a lì. Con la banda al lavoro il nostro non si rendeva conto dell'arrivo dei carabinieri e faceva arrestare tutti i suoi complici. Oltretutto il palo veniva preso per un mendicante; la gente che passava gli dava l'elemosina mentre lui credeva, un po' arrabbiato, che fosse la sua parte del bottino che gli altri malviventi gli davano a rate!
Un'altra bellissima figura di perdente è quella di Gian dei Brughi. Ne Il barone rampante di Italo Calvino -un libro che vi consigliamo di leggere- il protagonista del romanzo, Cosimo Piovasco di Rondò, si interessa particolarmente alla figura di Gian dei Brughi, un brigante temuto in tutta la regione e vuole conoscerlo ad ogni prezzo. Un pomeriggio Cosimo stava leggendo su un noce Gil de Blas di Lesage (guarda l'anteprima alla fine del post) e vide il malvivente inseguito da due sbirri. Gli buttò una fune e riuscì ad ingannare i gendarmi arrampicandosi su un altro albero, distraendoli dal noce. Da quel giorno Cosimo e Gian dei Brughi divennero amici. Gian dei Brughi gli chiese di prestargli il libro che stava leggendo. Affascinato dalla lettura, il brigante fu preso da una tale frenesia per i libri che ben presto abbandonò i complici e la sua fama di malvivente. Un giorno due ex compagni di avventure vennero a proporgli un altro agguato, però Gian dei Brughi si mostrò remissivo. Gli presero il libro che stava leggendo e cominciarono a strapparlo. Gli promisero che gliel'avrebbero restituito solo se avesse accettato il loro piano. Questa fu l’ultima azione malvaggia di Gian dei Brughi: fu catturato ed impiccato. Subì la stessa fine del protagonista del libro che stava leggendo.
Un altro (vero) palo, alla ribalta in questi giorni, è il palermitano Fabrizio Tumminello, arrestato dalla polizia mentre con altri complici tentava di rubare una Mini. Ai poliziotti che gli mettevano le manette ha chiesto di non sequestrargli la copia della Divina Commedia che aveva con sé. Ha confessato che, dopo aver visto in tv la Lectura Dantis di Roberto Benigni si è innamorato dell'opera del sommo poeta al punto da portarsi sempre dietro il poema.
"Non lo lascio mai, mi tiene compagnia", ha affermato il nostro. La copia della Divina Commedia è stata ritrovata nel vano sottosella dello scooter di Tumminello, assieme ad alcuni cacciavite.
Ci chiediamo: quando è stato arrestato stava leggendo il XXV canto dell'Inferno?
E ancora: non vi pare che un topo d'auto come Fabrizio meriti la libertà?

lunedì 20 ottobre 2008

Mina versus Vanoni



Due donne lottano per lo stesso uomo. Una storia vecchia come il mondo. È anche l’argomento della canzone che ha unito due miti della canzone italiana per la prima volta (leggi post del 16 settembre).

Si tratta di un incontro virtuale, perché il pezzo di Andrea Mingardi viene registrato in sedi separate: Mina nella sua sala d’incisione di Lugano e Ornella Vanoni a Milano. Il brano si ispira ai grandi film di Hollywood che vede protagoniste due primedonne del calibro di Rita Hayworth (ascolta una versione italiana di Amado mio) e Marilyn Monroe (ascolta il tributo di Pasolini alla star) in un’accanita lotta per la conquista dell’amato, come afferma Mingardi:

«Sarà per la mia cultura hollywoodiana, fatto sta che ho immaginato che due grandi star, come succedeva una volta, partecipassero ad un film. Due grandi montagne che si avvicinano, due dee che scendono dall' Olimpo e si confrontano in una canzone» e, riferendosi alle due cantanti, aggiunge: «Loro due si possono considerare da sempre rivali e io le ho volute qui immaginare rivali nel desiderare lo stesso uomo. Questo amore per la stessa persona per un momento le avvicina ma poi alla fine quando si guardano negli occhi si dicono: "Di una cosa son sicura sai: amiche mai"».

Due tigri che si contendono la preda a suon di battute taglienti che riflettono appieno la personalità di queste due amiche-nemiche: la grinta incontrastata della tigre di Cremona ed il fascino perverso da pupa del boss della cantante della Mala.

Finalmente possiamo ascoltare questo attesissimo duello canoro.


Secondo voi chi vincerà?

venerdì 17 ottobre 2008

Pupazzi tra rabbia e sentimento




Roma esibisce una mostra di arte e di teatro di Dario Fo e Franca Rame, dal 15 ottobre 2008 all'11 gennaio 2009 alla Casa dei Teatri, nel Villino Corsini di Villa Pamphili.
C'è tutta la rabbia di chi, a ottant'anni suonati, continua a indignarsi per il volto "ignobile" del potere e il sentimento d'amore per il teatro e per la compagna di tutta una vita.

Pupazzi con rabbia e sentimento è la mostra di quadri, locandine, costumi, fondali per il teatro, usciti in quasi 60 anni di attività dall'estro inesauribile di un grande maestro e dal rapporto simbiotico con la sua musa ispiratrice.

La mostra racconta un Fo scrittore internazionale che, prima della , ha preferito raccontare con il colore tutto ciò che ci sarà nel suo teatro, infatti a detta sua «dopo tanto errare tra colori e forme, la pittura ci porta al teatro».
I suoi dipinti sono circondati da fondali di scena, arazzi, pupazzi in disequilibrio, abiti di scena della sartoria Pia Rame, da teatri per burattini e per le marionette della famiglia Rame.

L'esposizione è un percorso di vita tra arte e teatro della coppia di artisti, un viaggio a ritroso nel tempo attraverso più di 100 quadri per conoscere il Fo dei giorni nostri, pittore, scenografo, costumista, attore, regista, scrittore, premio Nobel per la letteratura 1997, ma anche il Fo giovane pittore degli anni '30-'40, allievo dell' Accademia di Brera, ambiente che gli consentì di conoscere artisti e intellettuali decisivi per le sue scelte future.


«Tutto comincia da dove si nasce», e, per lui, nato in un modo alquanto bizzarro, i luoghi della sua infanzia sono "paesi delle meraviglie" che gli hanno scatenato le fantasie più pazze e hanno determinato ogni sua scelta futura. Così come decisivo è stato l’incontro, nel 1951, con Franca Rame, compagna di vita e di lavoro alla quale è dedicata un'intera sezione del percorso. L'incontro Fo/Rame viene raccontato, nella mostra, tra fotografie di scena, manifesti e locandine, disegnati dallo stesso Fo, e dalla rassegna video degli spettacoli più celebri.

giovedì 16 ottobre 2008

Alla ricerca di Bianca


(foto da internet)


Lo confessiamo: ci piacciono i gialli. Tutti gli anni, a scuola, cerchiamo di inserire, tra i libri di lettura, qualche buon noir tutto italiano. 
Oggi, però, vogliamo presentarvi una campagna pubblicitaria che ci è piaciuta molto: quella della Fujitsu Siemens Computers che cerca di lanciare il suo nuovo portatile, l’Amilo Serio 3000.
La pubblicita è tutta centrata su un giallo interattivo in cui il lettore-utente viene invitato ad andare alla ricerca di una misteriosa donna di nome Bianca, impersonando il ruolo del detective privato!!
Il tutto porterà, chiaramente, a scoprire le bontà del nuovo notebook della Fujitsu ma, cammin facendo, (ri)percorreremo le tracce che l’affascinante Bianca ha lasciato dietro a sé nelle reti sociali più famose: Facebook, Youtube, ecc...
Il gioco è collegato ad un concorso dove potrete vincere dei premi quindicinali messi in palio dalla Fujitsu e all’estrazione del gordo finale: l’Amilo Pi 3540 (of course).

Volete scoprire il commissario Montalbano, o l’avvocato Guerrieri, che c’è in voi? Cliccate qui>>.

Buon divertimento!!

mercoledì 15 ottobre 2008

Guardo le nuvole lassù

(foto da internet)

Insieme a te non ci sto più, guardo le nuvole lassù... è l’inizio di un capolavoro della musica leggera italiana, frutto della collaborazione fra Paolo Conte, che ne compose la musica, e Vito Pallavicini, autore delle parole. Insieme il famoso musicista ed il (purtroppo) meno famoso paroliere scrissero brani memorabili come Azzurro e Tripoli 69. Eppure il successo di queste canzoni è dovuto in gran parte alle meravigliose parole che accompagnano le melodie: Cerco un po’ d’Africa in giardino, fra l’oleandro e il baobab...; Io trascino negli occhi dei torrenti d’acqua chiara dove io berrò, io cerco boschi per me e vallate col sole più caldo di te...

Insieme a te non ci sto più (guarda>>)
, portata al successo da Caterina Caselli nel 1968, è considerata dalla cantante la canzone preferita del suo repertorio. Si tratta di un brano molto apprezzato anche da numerosi artisti italiani che ne hanno fatto diverse versioni:

Caterina Caselli e gli Avion Travel



Giusy Ferreri (o forse Amy?)

Franco Battiato

Il brano è presente anche in numerosi film come come per esempio Bianca e La stanza del figlio (guarda>>), di Nanni Moretti; Tu la conosci Claudia?, Manuale d'amore e Arrivederci amore, ciao( guarda>>), che riprende nel titolo il ritornello della canzone.

E a voi, quale interpretazione piace di più?

martedì 14 ottobre 2008

Et voilà una perla al cioccolato!



(foto da internet)


A una festa, a casa propria, in auto, o a lezione … ci invade quel leggero languorino... e sempre, o, il più delle volte, pensiamo a un Ferrero Rocher

Il cioccolatino più famoso che ci sia, un vero e proprio piacere divino, è stato lanciato sul mercato nel 1982 e da allora quant’acqua è passata sotto i ponti…, ma a dispetto di tutto e tutti, con quella perfetta armonia di ingredienti, (nocciola, wafer e ... tanta bontà) continua a soddisfare la voglia di buono!!!








(foto da internet)


Adesso in quest’autunno caldo (sotto tutti i punti di vista!!!), la Ferrero regala un’altra perla dai mille piaceri: Ferrero Rondnoir!!!, una raffinata specialità: una cialda fragrante ricoperta di granella con puro cioccolato fondente, un ripieno cremoso con al centro una perla di “dark chocolate”. Un vero cuore di puro cioccolato racchiuso in uno scrigno di sensazioni, che, sembrerebbero, perfettamente armoniche come le note di una partitura musicale.
Et voilà!!! Non ve lo possiamo offrire, ma allertate vostri sensi!!!

mercoledì 8 ottobre 2008

U pestu a zeneise

(foto da internet)


U pestu a zeneise, la ricetta che vi presentiamo oggi non è un piatto ceco, come potrebbe sembrare a prima vista. In realtà si tratta di una ricetta italiana al cento per cento, popolarissima anche fuori dall’Italia: il pesto alla genovese. Nella sua semplicità, è una ricetta geniale, gustosa e facile da preparare... O forse no? Se cerchiamo su internet, la cosa non è poi così semplice: le teorie sugli ingredienti da usare e sul procedimento da seguire sono molteplici. Quale sarà la ricetta giusta? Soltanto una cosa è certa: per ottenere un risultato come si deve bisogna usare soltano ingredienti freschi e di prima qualità! Il problema viene quando dobbiamo decidere quali! Bisogna metterci i fagiolini? e le patate? Ci mettiamo la panna oppure no? Meglio la ricetta tradizionale del pesto preparato nel mortaio di marmo oppure quella più moderna in cui si usa il mixer?





I pinoli li tostiamo? È assolutamente necessario che il basilico sia genovese D.O.P. o servono anche quelli di altre varietà? A prescindere da questo, bisogna lavarlo oppure no?

I liguri assicurano che la vera ricetta sia questa! E questo è il compito che vi proponiamo per il lungo fine settimana senza Chiodo Sc(hi)accia Chiodo: preparare un pesto alla genovese coi fiocchi. Noi torneremo lunedì prossimo. Non mancate all’appuntamento e ricordatevi di scriverci quale pesto avete preparato e come vi è venuto.

Buon appetito e buon fine settimana!

martedì 7 ottobre 2008

La bibbia giorno e notte

(foto da internet)



Partendo da un’originale iniziativa di un gruppo di amici di Limoges appassionati della Bibbia, iniziativa ripetuta poi in altre città francesi e a Mantova, gli autori hanno rivisitato l’idea per Rai Vaticano, creando un progetto che ha trovato piena ed immediata adesione da parte di Rai Uno e Rai Educational.

La Bibbia è il libro della Parola, del continuo dialogo tra Dio e l’uomo. E allora, domenica 5 ottobre, con i primi versetti della Genesi, Benedetto XVI ha dato il via alla staffetta di La Bibbia giorno e notte, la più lunga diretta televisiva mai realizzata dalla Rai per la lettura integrale di Antico e Nuovo Testamento, che la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme a Roma ospiterà fino alle 13.25 di sabato 11 ottobre. Una maratona da 139 ore che è stata aperta dal Papa e verrà conclusa dal segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone. «La parola di Dio - aveva preannunciato il Papa all’Angelus di a San Pietro - potrà così entrare nelle case per accompagnarsi alla vita delle famiglie e delle singole persone: un seme che, se bene accolto, non mancherà di portare frutti abbondanti».


(foto da internet)


Il testo (73 libri per un totale di 1.141 brani e 800 mila parole) impegnerà 1.250 tra lettori e gruppi di lettori per un totale di oltre 2000 persone da più di 50 Paesi del mondo. L’incipit della lettura è stato in italiano e in ebraico: il primo libro della Genesi è stato declamato prima dal Papa e poi dal rabbino capo di Roma. L’inizio del Vangelo di Giovanni sarà invece letto in greco. E la maratona si concluderà con il XXII capitolo dell'Apocalisse. Una manifestazione molto articolata, che vedrà alternarsi al leggìo, collocato davanti all'altare della basilica, oltre 1.200 persone di ogni categoria sociale e appartenenza religiosa: uomini di chiesa ma anche operai, studenti, sportivi e politici. E moltissimi volti conosciuti. I brani dureranno dai 4 agli 8 minuti e la lettura verrà interrotta ogni 90 minuti da spazi di riflessione musicale. La scenografia ha un allestimento semplice ed essenziale.
(foto da internet)

Molto apprezzato, fra i primi lettori, Roberto Benigni, il quale, dopo la lettura, ha detto ai giornalisti di aver provato «una forte emozione» anche perché, ha precisato con la consueta ironia, «è un libro che si legge in presenza dell'autore». L'attore ha letto con trasporto la storia di Caino e Abele, quasi interpretando teatralmente i versetti biblici. Arrivato poco prima nell'antica basilica romana dove si conservano le reliquie della croce di Cristo, Benigni è stato accolto festosamente dal pubblico che seguiva su uno schermo all'aperto l'inizio della maratona biblica. E dopo i circa sette minuti della sua lettura, è andato via.

lunedì 6 ottobre 2008

La festa dei nonni

(foto da internet)

Il 2 ottobre si è tenuta in tutt'Italia la festa dei nonni, una piacevole ricorrenza istituita nel 2005 dal Parlamento. La festa vuol riconoscere ufficialmente il ruolo fondamentale dei nostri nonni e propone un momento di incontro e di riconoscenza nei confronti di chi ha vegliato sui nostri passi .

L’istituzione della ricorrenza prevede l’impegno concreto da parte degli enti locali nel promuovere iniziative che valorizzino il ruolo dei nonni ed un premio annuale, consegnato dal presidente della Repubblica, al nonno e alla nonna d’Italia.

Grazie ad Antonella B. e ad Angela F., due bravissime colleghe di Barcellona, abbiamo il piacere di presentarvi la Banca della Memoria, una sorta di Youtube interamente dedicato ai nonni, che raccoglie in video i racconti di tanti nonni italiani. Banca della Memoria è un progetto nato a Torino ed è affiancato da un blog, ospitato da La Stampa: Nonno raccontami.

Il sito in questione ci sembra di grande utilità per gli insegnanti d'italiano L2. Ma lasciamo la parola ad Antonella e ad Angela (continua a leggere>>).

Tanti auguri a tutti i nonni!!

venerdì 3 ottobre 2008

Borromini, un maestro del Barocco

(Borromini, San Carlo alle Quattro Fontane)


La notte del 3 agosto di 1667 Francesco Castelli, più conosciuto come Borromini, moriva gettandosi sulla propria spada. Questo suicidio pone fine alla tormentata esistenza di un genio, la cui opera non fu apprezzata dai suoi contemporanei che, condizionati dal canone neoclassico, la giudicarono gotica, di cattivo gusto e frutto di una mente insana, come la sua arte. Quello che il Castelli non sapeva è che il suo gesto disperato avrebbe reso impossibile che un suo desiderio, espresso tanto tempo addietro, si avverasse.
Nel 1634 i Trinitari di Spagna gli commissionarono il progetto della chiesa e del convento di San Carlo alle Quattro Fontane. La chiesa, così piccola da poter essere inserita in un pilastro di San Pietro, conosciuta dai romani come San Carlino è un autentico capolavoro. Finita l’opera, l’architetto ne rimase così soddisfatto da manifestare che la sua volontà era quella di essere seppellito proprio lì. Per questa ragione, la cappella annessa alla critpa sottostante alla chiesa di San Carlino, destinata alla sepoltura di Borromini è rimasta vuota.


(Bernini, Fontana del Tritone)


Francesco Borromini, architetto preferito dagli ordini religiosi, ebbe la sfortuna di vivere nell’epoca di Gianlorenzo Bernini, conteso dalle corti e ben più portato alle pubbliche relazioni. I due lavorano quindi per committenze diverse, che ne riflettono il diverso carattere e comportamento, il primo più schivo e riservato, il secondo più mondano, e protagonista. Bernini ricco ed acclamato dai suoi contemporanei; Borromini poverissimo, snobbato in vita e di una bravura che gli sarà riconosciuta soltanto moltissimi anni dopo la sua morte. I due protagonisti dell’architettura del Seicento protagonizzarono una diatriba tra due stili profondamente diversi che esprimevano la ricerca di linguaggi nuovi per la nuova realtà culturale che rappresenta il Barocco: Bernini più teatrale e magniloquente, Borromini più intimo e tormentato. Tutti e due grandissimi interpreti delle inquietudini dell’epoca.


(Borromini, Chiesa dei Re Magi)


La piccola chiesa dei Re Magi, che dà su Piazza di Spagna, fu costruita due volte: prima Papa Urbano VIII la commissionò al Bernini che la pensò in forma ovale, poi il suo successore Innocenzo X gli preferì Borromini che nel 1662 distrusse la chiesa precedente e ne fece una nuova di struttura rettangolare. Non si sa come fosse la chiesa progettata da Bernini, ma quella del Borromini è splendida. È curioso pensare come quest’antagonismo sia stato così prezioso per Roma che ha visto due geni sfidarsi sul campo dell’arte.

giovedì 2 ottobre 2008

Italians

Chi è Beppe Severgnini? Un italiano non dovrebbe avere dubbi, per uno straniero non è scontato.
È un giornalista che scrive per il Corriere della Sera e dal 1998 conduce il forum “Italians”: dialogo quotidiano tra il giornalista e gli italiani, Polaroid di parole, fotografia istantanea della diaspora italiana. Ebbene per gli appassionati “Italians” sta per festeggiare un compleanno alquanto speciale: il prossimo 3 dicembre il forum compie dieci anni.
Per l'occasione, il Corriere della Sera e Rizzoli Libri propongono un esercizio collettivo di scrittura: ognuno potrà scegliere un’ora della propria giornata e raccontarla in 2.000 caratteri.
C’è un mese di tempo, fino al 31 ottobre.
Dal 1 al 15 novembre sarà possibile votare i 240 migliori contributi (dieci per ogni ora del giorno), che il 3 dicembre diventeranno un e-book, scaricabile dalla rete: Italians, una giornata nel mondo. Questa iniziativa accompagna il libro che Beppe Severgnini ha scritto per il decennale, raccontando i suoi viaggi e i suoi incontri con i lettori in cinque continenti: Italians - Il giro del mondo in 80 pizze (Rizzoli, dal 30 ottobre).
(foto da internet)
Per chi non si cimenterà nel racconto della propria giornata, lo scrittore, che pensa di conoscere alcuni trucchi della scrittura, è degno d'interesse per i suoi consigli sul come comunicare bene in italiano. Trucchi onesti, che si possono insegnare. Quante volte, al momento di scrivere, si hanno dei dubbi sui segni di interpunzione, su come scegliere un aggettivo, come evitare due che in una frase o –oddio- quando si potrà fare a meno del congiuntivo???
Severgnini ci confessa i suoi trucchi in L’italiano. Lezioni semiserie.
Aderiamo alla sua iniziativa, perché siamo convinti che si possa imparare a scrivere bene la lingua di Dante, senza troppa fatica, e divertendosi.
Perché non dare uno sguardo ai suoi consigli!

mercoledì 1 ottobre 2008

Tocatì


(Foto da internet)


Quante volte a lezione avremo detto: tocca a te! L'espressione fa ridere i nostri studenti. Ebbene, è giunto alla sesta edizione il famoso Tocatí, in veneto significa appunto tocca a te, ovvero il festival internazionale dei giochi di strada che si tiene nella città di Verona.
L'ultima settimana di settembre, dei baldi giovanotti si sfidano per le vie della città veneta nel lancio del martello, sollevamento del masso, braccio di ferro, lotta gaelica, scherma con i bastoni e quant'altro. Quest'anno il festival ha avuto come paese ospite la Scozia. 
Lo scopo della manifestazione è l'abbinamento tra il gioco di strada e la riscoperta di una delle più belle città italiane. Per tre giorni le macchine sono bandite e grandi e piccini possono cimentarsi in trenta giochi all'aria aperta su tutta la mappa cittadina. 
Il divertimento è assicurato: si va dalla Ruotta valdostana, alla Porcola, ovvero il cricket della pedemontana veneta, dalla Brigghja calabra, sfida a soldi con i birilli, ai passatempi che utilizzano il cibo, come le uova di Punta e cul, la frutta secca di Gioco delle noci o le forme di pecorino, lanciate con una corda nel siciliano Lancio del Maiorchino. Fra Stacchije, Lippa, Pizzicantò, Fiolet e Righea, c’è anche spazio per i più noti Backgammon, Dama, Calciobalilla e Tiro alla fune.



(Foto da internet)

Oltre al gioco si possono degustare i piatti locali: pasta e fasioi, bigoli con la sardella e vini locali. Tra gli eventi di spicco, quest’anno segnaliamo le esibizioni di Parkour, la corsa acrobatica che utilizza come ostacoli gli arredi urbani, e la mostra fotografica Siamo qui per la bellezza del gioco, 22 foto scattate in cinque anni da Vittorio Canisi, documento della voglia di giocare che accomuna i popoli di tutto il mondo.

P.s. tanto per restare in tema, vi annunciamo che oggi torna online Verbamolant!!!